Anche stamattina torniamo a parlare di un disco che vi abbiamo presentato sabato in trasmissione (qui il link al podcast), ma, a differenza di ieri, non si tratta di un esordio, tutt’altro.
Moonage Mantra è infatti il settimo album dei Dorian Gray, storica band dell'indie italiano attiva dai primi anni ’90, che torna a quattro anni da La pelle degli spiriti.
Pubblicato lo scorso 10 febbraio da Cassavetes Connection / Believe, il disco "rappresenta la porta d’ingresso in un nuovo universo multisensoriale, dove la musica si fonde con le arti figurative, le barriere linguistiche crollano e le canzoni sono psichedeliche riflessioni che indagano l’essenza più profonda dell’essere umano."
Un lavoro di spessore, che vede la partecipazione di Blaine Reininger (Tuxedomoon), Luca Masseroni (Tre allegri ragazzi morti) e Sebastiano de Gennaro (Esecutori di metallo su carta, Le luci della centrale elettrica), ma anche dei disegnatori Davide Toffolo, Ausonia, Andrea Bruno, Gildo Atzori e Marino Neri, autori dell’artbook di sedici pagine.
Pubblicato lo scorso 10 febbraio da Cassavetes Connection / Believe, il disco "rappresenta la porta d’ingresso in un nuovo universo multisensoriale, dove la musica si fonde con le arti figurative, le barriere linguistiche crollano e le canzoni sono psichedeliche riflessioni che indagano l’essenza più profonda dell’essere umano."
Un lavoro di spessore, che vede la partecipazione di Blaine Reininger (Tuxedomoon), Luca Masseroni (Tre allegri ragazzi morti) e Sebastiano de Gennaro (Esecutori di metallo su carta, Le luci della centrale elettrica), ma anche dei disegnatori Davide Toffolo, Ausonia, Andrea Bruno, Gildo Atzori e Marino Neri, autori dell’artbook di sedici pagine.
Ed un lavoro particolare, chiaramente diviso in due parti: la prima, in italiano, percorre i loro abituali sentieri sonori, fra cantautorato e new wave, mentre la seconda, in inglese, testimonia l’espressione più acida e psichedelica del suono della band.
Quest'oggi vi vogliamo presentare il video del primo singolo, Dimenticare Burroughs, da loro definito "il groove di inizio millennio per una meravigliosa, inevitabile crisi di identità": enjoy!!
che pezzone! Grande classe ed una speranza per la scena artistica italiana, evidentemente in piena forma. Grazie!
ReplyDeletewelcome!
Deletesi, splendido pezzo!
concordo, e lo diciamo spesso, di buona musica in italia ce n'è non poca, basta cercarla.. ;)