I Petramante sono una band umbra, guidata da Simone Stopponi e Francesca Dragoni, che "parte dalla canzone d’autore, per rivelare anche una vena più feroce in un perfetto bilanciamento tra leggerezza e complessità ". Hanno esordito nel 2009 con l’album È per mangiarti meglio, e li abbiamo scoperti nel 2013 per il loro secondo lavoro, Ciò che a voi sembra osceno a me pare cielo, realizzato sotto la guida e la produzione artistica di Paolo Benvegnù. Entrambi i lavori sono stati seguiti da lunghi tour, in Italia ed all'estero, ed abbiamo poi ritrovato Simone nel 2015, per un disco da solista sotto il moniker Simone mi odia.
Dopo tanta attesa, il 29 settembre Bassa Fedeltà ha pubblicato Ortica, il loro terzo album: undici canzoni intervallate da quattro brani strumentali del compositore Arturo Annecchino, ed impreziosite da ospiti di rilievo come Nada, voce ne Il male necessario, e Pino Strabioli, che recita in Deandré. Il disco è corredato da illustrazioni tematiche tra cui una mappa, una cartografia sentimentale, che guida l’ascoltatore tra i brani.
Un lavoro curato, sincero e intenso, che "esprime l’esigenza lucida di andare oltre alle consuetudini e ai tabù contemporanei, affrontando temi che tocchino l’intera esperienza emotiva e fisica umana, quasi liberando l’ascoltatore dal pudore e dalla paura".
Lo lasciamo presentare dalle loro belle parole e dal video del primo singolo, Credo, invitandovi caldamente a scoprirlo a questo link: enjoy!!
"Abbiamo registrato un disco, scrivendolo di mattina, coi bambini a scuola.
Lo abbiamo scritto con la leggerezza di chi non ha nulla da perdere o un posto da tenere.
Torniamo dopo aver stretto le mani ai nostri genitori che se ne andavano, dopo aver cambiato vita, lavoro, case.
Torniamo prendendo in prestito la psicofisica di Fechner del “libretto della vita dopo la morte”, i pensieri di NOF4, artista internato nel manicomio di Volterra, il mistero dei cosmonauti perduti dei fratelli Judica Cordiglia.
Torniamo cercando di capire il segreto della levitazione delle “vite straordinarie di uomini volanti” di Enrico Buonanno, “Anima alzati, apriti” come Battisti, l’incanto di Simon mago dei Vangeli Apocrifi e le estasi di Santa Teresa d’Avila.
E ancora amore, ma maturo e continuamente riconfermato, orgasmi e refoli di vento, madri che ci invitano a ballare anche se facciamo fatica a ricordare il loro odore.
L’accettazione del cambiamento delle cose, col desiderio che torni almeno in parte la leggerezza perduta. Gli album con cartoline della nostra infanzia, i nostri figli con la polvere lunare poggiata sui capelli, De André, gli acidi.
La felicità, che è un blackout.
Un disco in equilibrio come una brocca piena fino all’orlo poggiata su un tavolo zoppo. E noi a brindarci con i gomiti sopra."
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