L'anno prossimo ne saranno passati quindici dal primo demo de Le Luci della Centrale Elettrica, cui è seguito nel 2008 il debutto Canzoni da spiaggia deturpata, che ha fatto conoscere l'allora ventiquattrenne Vasco Brondi, ed il suo mondo lirico e musicale. Un percorso continuato con altri tre album, un EP e chiusosi con una raccolta nel 2018. L'anno successivo la sua versione di Smisurata preghiera è uscita a suo nome e cognome in un tributo a Fabrizio De André, così come qualche mese fa un album dal vivo registrato la scorsa estate, che unisce sue canzoni a cover e poesie di altri autori da lui recitate.
Siamo stati felici dell'annuncio che questo venerdì, 7 maggio, pubblicherà il suo nuovo disco, Paesaggio dopo la battaglia, pensato, scritto e costruito in quest'ultimo anno. Lo presenta così: "Dopo un lungo periodo senza toccare una chitarra mi sono rimesso a scrivere mentre il mondo che conoscevamo cambiava radicalmente. Ne è uscito un disco di racconti per voce e cori, per orchestra e sintetizzatori. In ogni canzone c’è qualcuno che ricerca fiduciosamente anche in tempi difficili tra le leggi della città e quelle dell’universo. Dopo la battaglia c’è una pace incerta, piena di ferite e piena di sollievo. C'è qualcuno che chiama un nome tra le macerie, qualcuno che risponde. Nella prima tiratura limitata la versione LP avrà il vinile trasparente, mentre il CD sarà a forma di libro e conterrà “Note a margine e macerie” un diario on the road in un’Italia deserta. Un racconto dei tragitti che ho percorso tra uno studio di registrazione e l’altro, di notti silenziosissime tra Milano, Ferrara e i ricordi di un viaggio in India, di un inverno a Lampedusa o dei paesi disabitati dell’Italia interna. La copertina è una foto inedita di Luigi Ghirri scattata dalle mie parti. C’è una Panda con i fanali accesi che emerge dalla tempesta, traballante e fiduciosa."
Avevamo già apprezzato la prima anticipazione, Chitarra nera, che è stata seguita venerdì scorso da un secondo splendido brano, che stiamo ascoltando a ripetizione e che nelle sua parole "vorrebbe essere di buon augurio per questo periodo, ho iniziato a scriverla quando gli abbracci non erano ancora considerati rischiosi e così preziosi e adesso questo titolo risuona in un altro modo. Mi piaceva l’idea di fare uscire Ci abbracciamo come seconda canzone perché è il polo opposto del disco rispetto a Chitarra nera, in mezzo c’è tutto il resto. È un canto liberatorio intimo e pubblico, ritmico e lirico. Tra miracoli e cose normali e canzoni che sono richiami per gli esseri umani.La copertina è un frame del videoclip che uscirà la prossima settimana, diretto da Giorgio Testi e basato sulla performance Save the last dance for me di Alessandro Sciarroni, artista premiato con il Leone d’oro alla carriera alla Biennale Danza di Venezia 2019." Enjoy!!
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