Si tratta del ritorno di Alessio Bondì, talentuoso cantautore siciliano che ha esordito nel 2015 con Sfardo, raccogliendo consensi e riconoscimenti. È stato definito come "una via di mezzo tra Jeff Buckley e Rosa Balistreri", per la sua capacità di unire le moderne sonorità internazionali alla tradizione musicale della sua terra, testimoniata anche dal cantato in siciliano. Nel 2017 il disco è stato ristampato in 10 Paesi, e Bondì ha iniziato a farsi conoscere internazionalmente, finendo per innamorarsi della musica brasiliana ed imparare il portoghese, ed andando anche a vivere per qualche tempo a Barcellona, dove ha appreso anche un po’ di spagnolo.
Un percorso che pare aver lasciato un segno importante nella sua carriera, a giudicare da Nivuru, il suo secondo disco, prodotto da Fabio Rizzo ed uscito il 2 novembre 2018 per 800A Records. Un titolo che in siciliano significa nero, per un album che è invece un'esplosione di suoni e colori, "un viaggio dentro la potenza della Sicilia tra ritmi vivaci e sospensioni improvvise. Lontano da climi folkloristici o tradizionali, la tracklist rappresenta piuttosto un ponte tra una Sicilia profonda, l’Africa e l’America Latina, il cui sound si snoda tra ritmi afro-funk, soul, musica popular do Brasil e scenari poetici, umidi di sesso e disperazione, spaesamenti e momenti luminosissimi." Un lavoro che ci ha sorpresi e conquistati, per freschezza, originalità e qualità della proposta: lo abbiamo incluso nelle nostre Sentieri Sonori Picks 2018 e presentato ad inizio 2019 con un'intervista (qui il podcast).
Torniamo ad occuparci di lui perché nei giorni scorsi ha finalmente pubblicato un nuovo singolo, che speriamo anticipi un album in arrivo. Si intitola Ave Maria al Contrario, ed è accompagnato da un bel video, per la regia di Paolo Raeli, che presenta così: "è una sorta di diario a quattro mani realizzato con il regista, una narrazione incrociata di momenti emozionanti, in parte pescati dal mio archivio personale o in parte girati ad hoc. Io e Paolo condividiamo una vena malinconica ma vitale e sin da subito abbiamo sviluppato un rapporto molto umano che ha aggiunto emotività a tutto il processo. Affidare i propri ricordi ad un artista affinché li elabori in un racconto è un’operazione di fiducia: immaginate che un altro rovisti tra i bauli della vostra soffitta polverosa per trarne una storia nuova, diversa, non più privata. Molto del materiale a cui io non davo una lira a lui sembrava luminosissimo e ovviamente aveva ragione lui. Questo mi ha portato a vedere in maniera nuova molti momenti contenuti in queste clip e l’intero processo di lavorazione stesso rappresenta per me uno dei ricordi più belli di questo ultimo anno." Enjoy!!
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