Saturday, August 15, 2020

In onda stamattina, riascolteremo le interviste a Lucio Leoni, Gulino e Paolo Benvegnù

È arrivato il sabato di Ferragosto, e non vi facciamo mancare il vostro appuntamento con Sentieri Sonori!!
Appuntamento speciale, questa settimana, il quarto dei Sentieri Sonori estivi: come è ormai tradizione, approfittiamo delle settimane estive per proporvi una carrellata di alcune fra le più belle interviste della stagione appena conclusa, lunga, ricca e quanto mai densa di ospiti.

Questo sabato inizieremo tornando al 2 maggio, quando abbiamo dato il bentornato ad un musicista romano che definire semplicemente cantautore sarebbe oltremodo riduttivo.

Lucio Leoni alterna infatti brani parlati, recitati o rappati ad altri cantati, su ambientazioni sonore molto varie, che vanno dallo musica popolare, all'elettronica o al rock, il tutto con liriche di indubbio valore. Lo abbiamo scoperto per il suo secondo disco, originale e significativo fin dal titolo, Lorem Ipsum, che altro non è che l'inizio del testo segnaposto nei modelli dei programmi di impaginazione. Ve lo avevamo presentato con un'intervista (qui il podcast) e lo avevamo senza dubbio alcuno inserito nelle nostre Sentieri Sonori Picks 2015. Gli abbiamo dato il bentornato nel novembre 2017 (qui il podcast) per il successivo Il lupo cattivo, finito anch'esso nelle Picks 2017, che ha confermato la peculiarità di questo artista, come le sue grandi doti.

Due nuovi singoli hanno anticipato Dove sei pt. 1, la prima metà di un disco doppio pubblicato da Black Candy in due diverse uscite nel corso dell’anno, la prima lo scorso 8 maggio e la seconda in autunno. "Non ci sono punti interrogativi né esclamativi in questo titolo, che pure li vorrebbe. Dove sei è un dato di fatto e ognuno di noi lo sa per sé, forse. Non è una domanda, tantomeno un imperativo, piuttosto una presa di coscienza nonostante non sia facile né scontato capire dove si è, perché il dove non è uno spazio solo fisico ma anche temporale e anzi, a dirla tutta, forse non è neanche uno spazio. Alcuni passaggi dell’esistenza sono più difficili di altri: uno in particolare nell’arco di una vita, quello che porta alla presa di coscienza dell’essere adulti. L’accettazione di se stessi e il rifiuto, il contatto e la distanza tra "quello che avrei voluto essere" e "quello che sono oggi" a volte spaventa, immobilizza, ma continua a porre domande. Ed è questa la vera urgenza che spinge questo disco: continuare a chiedere, a chiedersi, a cercarsi senza per forza la necessità di trovarsi, almeno non in un dato luogo o in un dato momento."
Uno splendido lavoro, originale, intenso e profondo, che segna la definitiva maturazione di questo talentuoso ed eclettico artista, e di quello che abbiamo definito "teatro canzone del nuovo millennio".

 

Torneremo poi al 14 marzo,  quando abbiamo dedicato un'intervista al debutto da solista di un cantante che si è imposto negli ultimi due decenni con una band che abbiamo molto amato.

Giovanni Gulino è infatti già stato nostro ospite nel 2013 e nel 2016 (qui il podcast) nella veste di frontman dei Marta sui Tubi, ed ora siamo stati felici di dargli il bentornato per presentare Urlo gigante, l'esordio da solista pubblicato lo scorso 6 marzo da Woodworm. "Accompagnato nell’opera di scrittura dal compositore e pianista Andrea Manzoni, Gulino è riuscito a cesellare un suono mutevole e ricco di peculiarità, in cui l’uso funzionale e centellinato dell’elettronica si innesta sulla forma canzone (pop) rock per disfarla e arricchirla. Le innumerevoli sfumature della voce limpida e unica di Giovanni - come sempre protagonista di loop e sopraffini incastri fra controcanti - insaporiscono testi profondi e gravidi di suggestioni, dove ogni parola viene soppesata per caricarsi di significati mai univoci."

Un disco che ci ha conquistati, vario, ricco ed emozionante, splendido punto di partenza per la nuova vita artistica di quella che per noi (e non solo) è una delle più belle voci della musica italiana.

 

La seconda intervista della settimana vedrà protagonista un artista ed una persona che amiamo in modo particolare, anche lui da tanti anni.

Abbiamo avuto la fortuna di ospitare Paolo Benvegnù più volte, sia in collegamento che qui a Lussemburgo, dove lo abbiamo fatto esibire già a più riprese, l'ultima nel maggio 2016 (qui il podcast della relativa intervista). Ha pubblicato il 3 marzo 2017 H3+, il suo quinto album della sua carriera da solista, che conta anche tre EP ed un live: un lavoro che conclude la trilogia iniziata da Hermann e Earth Hotel, un viaggio a tre tappe all’interno dell’anima. A seguire tanti progetti, da I racconti delle nebbie con Nicholas Ciuferri a vari tour, ma confessiamo che iniziavamo a sentire parecchio la mancanza di un suo nuovo lavoro.

Il vuoto è stato finalmente colmato lo scorso 6 marzo, con l'uscita per Black Candy del suo nuovo album, intitolato Dell'odio e dell'innocenza. Un lavoro che racconta di aver ricevuto "via posta da un mittente sconosciuto: Dopo un sonno relativo, decido che chi ha scritto e registrato in modo rudimentale tali canzoni ne aveva la stretta necessità. La scrittura mi pare abissale e profonda, vagamente imperfetta e verbosa, vanamente protesa alle risoluzioni degli esseri umani. Quasi un campionario ideale di impossibilità." Storytelling a parte, l'ennesimo grande album di un artista fuori dal comune, che riesce sempre a toccare nel profondo.

 

READY TO TUNE IN?!!
11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.

No comments:

Post a Comment