È arrivato il sabato, e con esso il vostro appuntamento con Sentieri Sonori!!
Appuntamento speciale, questa settimana, il secondo dei Sentieri Sonori estivi: come è ormai tradizione, approfittiamo delle settimane estive per proporvi una carrellata di alcune fra le più belle interviste della stagione appena conclusa, lunga, ricca e quanto mai densa di ospiti.
Questo sabato andremo indietro nel tempo, con tre interviste andate in onda fra ottobre e dicembre, a partire da quella del 5 dicembre, quando abbiamo dato il bentornato, a due anni dall'ultima volta che lo abbiamo intervistato (qui il podcast), ad un artista che seguiamo ed amiamo da qualche decennio.
All'epoca Giorgio Canali si era fatto attendere per un lungo periodo, avendo pubblicato ben 7 anni prima il suo precedente disco di inediti, Rojo, cui era seguito nel 2016 Perle per i porci, album di cover che vi avevamo presentato ospitandolo in trasmissione (insieme all'allora esordiente Motta, qui il podcast). L'attesa è stata ripagata dal suo splendido ottavo album, settimo con la sua band Giorgio Canali & Rossofuoco, che porta un titolo nello suo stile, Undici canzoni di merda con la pioggia dentro.
Questa volta non si è invece fatto troppo aspettare, ed il suo nuovo disco, Venti, è uscito il 4 dicembre, ed è addirittura un doppio: "20 nuove canzoni frutto della sua poetica intimista ma schietta, visionaria ma realista, sostenuta appieno dalla forza musicale dei Rossofuoco. Si tratta di un disco che consegna ancora una volta all’ascoltatore quella profondità, quella sensibilità musicale e quell’energia instancabile riscontrabile oggi in pochi musicisti." Un lavoro nato nel periodo di lockdown, e realizzato a distanza, ma che ci riporta l'inconfondibile stile di questo grande artista.
Il 17 ottobre siamo stati felici di dare il bentornato ad un musicista romano già con noi più volte, l'ultima ad inizio maggio (qui il podcast), che definire semplicemente cantautore sarebbe oltremodo riduttivo.
Lucio Leoni alterna infatti brani parlati, recitati o rappati ad altri cantati, su ambientazioni sonore molto varie, che vanno dalla musica popolare, all'elettronica o al rock, il tutto con liriche di indubbio valore. Lo abbiamo scoperto per il primo disco a suo nome, originale e significativo fin dal titolo, Lorem Ipsum, che altro non è che l'inizio del testo segnaposto nei modelli dei programmi di impaginazione. Ve lo avevamo presentato con un'intervista (qui il podcast) e lo avevamo senza dubbio alcuno inserito nelle nostre Sentieri Sonori Picks 2015. Gli abbiamo dato il bentornato nel novembre 2017 (qui il podcast) per il successivo Il lupo cattivo, finito anch'esso nelle Picks 2017, che ha confermato la peculiarità di questo artista, come le sue grandi doti.
Il suo nuovo lavoro si intitola Dove sei, un disco doppio pubblicato da Black Candy in due diverse uscite nel corso dell’anno, la prima parte lo scorso 8 maggio e la seconda proprio il 15 ottobre. "Non ci sono punti interrogativi né esclamativi in questo titolo, che pure li vorrebbe. Dove sei è un dato di fatto e ognuno di noi lo sa per sé, forse. Non è una domanda, tantomeno un imperativo, piuttosto una presa di coscienza nonostante non sia facile né scontato capire dove si è, perché il dove non è uno spazio solo fisico ma anche temporale e anzi, a dirla tutta, forse non è neanche uno spazio. Alcuni passaggi dell’esistenza sono più difficili di altri: uno in particolare nell’arco di una vita, quello che porta alla presa di coscienza dell’essere adulti. L’accettazione di se stessi e il rifiuto, il contatto e la distanza tra "quello che avrei voluto essere" e "quello che sono oggi" a volte spaventa, immobilizza, ma continua a porre domande. Ed è questa la vera urgenza che spinge questo disco: continuare a chiedere, a chiedersi, a cercarsi senza per forza la necessità di trovarsi, almeno non in un dato luogo o in un dato momento."
Uno splendido lavoro, originale, intenso e profondo, che segna la definitiva maturazione di questo talentuoso ed eclettico artista, e di quello che abbiamo definito il teatro canzone del nuovo millennio.
Il 31 ottobre abbiamo invece accolto quella che potremmo definire la band ska italiana per eccellenza, un'avventura nata nel 1994 quasi per gioco, come side-project di musicisti provenienti in primis da Africa Unite e Casino Royale.
Parliamo di The Bluebeaters, che dopo quattro album ed un live fra il 1999 ed il 2009, sono tornati sulle scene da qualche anno, dopo una sosta dovuta alla separazione da Giuliano Palma. Nel 2015 hanno pubblicato lo splendido Everybody knows, cui sono seguiti più di 100 concerti fra l'Italia e l'estero, che li hanno portati addirittura fino in Messico. Nel 2017 sono ritornati in studio per il nuovo album, che dopo essere stato anticipato da vari singoli è finalmente uscito lo scorso 9 ottobre.
Si intitola Shock, e rappresenta in effetti una doppia grande novità, essendo il primo disco di inediti, cantato interamente in italiano. Un nuovo capitolo ricco di sorprese e di tanti amici: da Bianco a Coez, da Willie Peyote a Zibba, Lo Stato Sociale...
Un disco che da un lato sorprende, con un vero e proprio viaggio tra i generi, ma dall'altro ci riporta l'inconfondibile stile della band, che tanto amiamo. Siamo stati felici di presentarlo dando il bentornato in trasmissione al loro batterista, Ferdinando Masi, aka Count Ferdi.
READY TO TUNE IN?!!
11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.
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