Appuntamento speciale, questa settimana, il quarto dei Sentieri Sonori estivi: come è ormai tradizione, approfittiamo delle settimane estive per proporvi una carrellata di alcune fra le più belle interviste della stagione appena conclusa, lunga, ricca e quanto mai densa di ospiti.
Questo sabato proporremo quelle che sono state le prime tre interviste del 2021, a partire da quella con cui il 9 gennaio abbiamo presentato il nuovo album di un gruppo storico della canzone d’autore e del rock-folk italiano.
Questo sabato proporremo quelle che sono state le prime tre interviste del 2021, a partire da quella con cui il 9 gennaio abbiamo presentato il nuovo album di un gruppo storico della canzone d’autore e del rock-folk italiano.
Gli Yo Yo Mundi vengono dal Monferrato, la terra di Luigi Tenco, delle canzoni di Paolo Conte, dei racconti di Pavese, Lajolo, Monti e Fenoglio e sono in attività da trentun anni. Sono stati uno dei primi gruppi italiani a utilizzare la fisarmonica al posto della seconda chitarra nel combo rock (ma anche il basso acustico), creando così sonorità originali che via, via si sono trasformate, mantenendo la caratteristica vena folky, ma aprendosi a sempre nuove sonorità e sperimentazioni che brillano sia nei loro dischi e sia nei tanti progetti artistici che li vedono ideatori e protagonisti.
A quattro anni dal precedente Evidenti tracce di felicità, arrivato nella cinquina finale del Premio Tenco per la categoria miglior album, il 27 novembre hanno pubblicato il loro diciannovesimo album, La rivoluzione del battito di ciglia. Un titolo significativo, un ossimoro che ben sintetizza la loro poetica ed il loro impegno, per un album che descrivono così: "ci hanno divisi, non solo per imperare, ma per trattarci, più facilmente, come numeri, come consumatori consumati, come burattini digitalizzati nelle spire di qualche algoritmo. E’ ora di riprenderci il senso della vita, di limitare sempre più questi insostenibili condizionamenti imposti esclusivamente nel nome del profitto e delle - ormai irricevibili - stantie regole di share, oggi non solo ed esclusivamente televisive ma anche e soprattutto "social". E noi, che crediamo nella forza del gruppo, sappiamo bene che non può esistere altra strada di lotta e ribellione che non sia il sogno collettivo."
Il 16 gennaio abbiamo dedicato una bella intervista ad una delle uscite più interessanti dell'inizio dell'anno, che ha segnato il ritorno di un artista già in precedenza nelle nostre scalette.
Nel 2017 avevamo infatti presentato Ninnenanne, secondo album di Roberto Datti, in arte Von Datty, che chiudeva la "Trilogia della notte" iniziata con l’EP Diavolerie nel 2012 e proseguita con l'LP Madrigali due anni dopo. Il 15 gennaio Vrec Music Label ha pubblicato il suo nuovo disco, Nemico pubblico, co-prodotto con a Pierfrancesco Aliotta, con la partecipazione di ospiti come Roberto Dell’Era (Afterhours, The Winstons), Giorgio Baldi (chitarrista e produttore di Max Gazzè), Lucio Leoni, Lara Martelli e Dj Myke.
"Dieci brani più un remix che sudano di noir e pulp, un cantautorato atipico da film: i richiami alle colonne sonore degli anni Settanta sono continui ma, a differenza di progetti sonoramente affini come i Calibro 35, rimangono le strutture delle canzoni costruite su testi incisivi." Un ottimo lavoro, che ci riporta il suo indubbio talento di autore ed interprete, messo ancor più in risalto da una veste sonora ricca e curata, in "un continuo alternarsi di emozioni e suggestioni sottolineate dalla Vertigo Orchestra, la nuova band che accompagna il songwriter tiburtino e che con lui ha curato gli arrangiamenti", formata dallo stesso Aliotta al basso, Vieri Baiocchi alla batteria e Gabriele Lolla Proietti alle chitarre.
Torneremo infine al 9 gennaio, quando abbiamo accolto una band molto interessante, di cui ci eravamo già occupati negli ultimi anni, e formata da musicisti con una storia musicale già molto lunga.
Più di quindici anni era infatti durata l'avventura dei Mosquitos, band di Frosinone autrice di quattro album, scioltasi nel 2013. Poco meno di un anno dopo, il cantante e chitarrista Mario Martufi ha deciso di dare vita ad un nuovo progetto, raggiunto alla batteria da Strueia, ex-Shout ed autore di due splendidi dischi da solista che vi abbiamo più volte fatto ascoltare. Con loro, l'altro ex-Mosquitos Sandro Traversi ed Alberto Capocitti alle chitarre, Simone Podagrosi al basso, e Luca Verrelli alle tastiere. Sono così nati gli Sky of Birds, che vi avevamo presentato all'uscita del loro primo EP del 2014, molto bello fin dal titolo, Rivers flow free, lakes just agree. Il 31 marzo 2016 è stato pubblicato il loro primo album, intitolato Blank Love, che ne ha confermato le grandi qualità: siamo in territori alt-rock indipendente americano, percorsi con nove brani belli quanto vari, suonati ed arrangiati con gusto.
Il loro secondo LP, intitolato Matte Eyes / Matte Moon, è uscito per Mia Cameretta Records il 20 novembre. Non c'è più Strueia, sostituito da Andrea Daranghi, ed anche Capocitti non fa più parte della band, che è però rimasta fedele al proprio stile, pur con qualche novità: "le atmosfere sognanti che avevano contraddistinto il primo album si sciolgono in immagini dalle tinte decisamente più scure, immerse in atmosfere oniriche in cui i protagonisti del racconto appaiono perduti e in cerca di redenzione. Matte Eyes / Matte Moon è una raccolta di canzoni assolutamente emozionante, calma e solenne, come quando vedi cadere una pioggia leggera da dietro i vetri d'una finestra. All'interno delle tracce si respira aria decisamente internazionale."
La raccomandazione è la solita: READY TO TUNE IN?!!
Sabato 14 agosto, 11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.
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