Non ho scritto cantante perché sarebbe stato limitativo per un personaggio come Bobby McFerrin, che ha fatto della sua voce un vero e proprio strumento, per non dire un'intera band. Figlio di musicisti (il padre fu il primo afroamericano ad esibirsi al Metropolitan Opera di New York), ha iniziato la sua carriera in territori jazz, pubblicando nel 1984 il primo album jazz per sola voce, The Voice, senza accompagnamento né sovraincisioni. Ha poi spaziato in tante direzioni, dal pop di Don't worry be happy, brano e disco del 1988 che lo hanno reso noto al grande pubblico, alla musica classica di Paper Music, album in cui si esibisce non solo come vocalist ma anche come direttore d'orchestra.
Una carriera di grande qualità, ma anche di successo, se pensiamo che ha vinto ben 10 Grammy Awards, venduto venti milioni di dischi, e collaborato con nomi come Chick Corea, Herbie Hancock, Yo-Yo Ma, Joe Zawinul..
Quest'oggi lo troviamo impegnato nel tour di Spirityouall, il suo disco del 2013 nel quale rendeva omaggio e reinterpretava a suo modo la miglior tradizione dell'americana, unendo "le sue influenze folk, rock e blues senza abbandonare il suo impavido approccio all'improvvisazione e la sua esplorazione senza fine della voce umana". Un omaggio anche al padre, grande interprete di spirituals, con tre brani presenti sul suo disco del 1957 Deep river, che include anche un paio di inediti ed una splendida cover di I shall be released di Bob Dylan. Il concerto che vi proponiamo è del gennaio 2014, al Rose Theater del Lincoln Center di New York, e sottolineiamo la presenza, come corista, della figlia Madison, di cui vi parleremo prossimamente per i promettenti esordi da solista: enjoy!!
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