"La cucòma dalle mie parti è la caffettiera. Da anni vado raccogliendo diversi tipi di caffè in giro per il mondo, sotto forma di strumenti, ritmi, voci, danze e incontri. In Romagna, in un casolare di campagna che chiamo casa, ho macinato e tostato pazientemente i chicchi che avevano mantenuto il profumo più intenso e la miscela che ho ottenuto possiede ora un aroma tutto suo, originale ed inebriante. Una musica eccitante che parte dalle diversità per celebrare l’uguaglianza, la tolleranza e il desiderio. Un album senza bandiere né barriere, che incita ad essere curiosi, a svegliarsi dal torpore e a ballare.
Carimbò, afrobeat, soukuss, Colombia, Zimbabwe, Capo Verde: la matrice delle mie composizioni è nera come il caffé e si rivela nella fitta tessitura di voci tribali e nel ritmo incalzante dei dieci brani che compongono l’album.
Alcuni di essi sono stati composti sulla mbira o con una kalimba (Sereia, Lagoa), appuntando idee di fronte all'oceano (Porrito, Cucòma Combo) o facendo l'autostop (Suda), addormentando mia nipote (Funky Oli) o nei mercati della frutta in giro per il mondo (Aguacate). Da una jam durante le prime prove con la band è nato invece un brano (Passa Passa) in cui vari lettori in diverse lingue leggono estratti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, in particolare l’articolo che sancisce il diritto alla mobilità e alla libertà di spostamento al di là dei confini degli stati. Per concludere, ci sono un tributo ad uno dei miei più cari maestri, Tony Allen (Allenko) e una composizione vocale che nasce da un rito vodoo dedicato alla madre Terra (Sakpata).
Dopo tre album con la Classica Orchestra Afrobeat (Seun Kuti, Sekouba Bambino, Baba Sissoko, Glastonbury) e tanta musica alternando sperimentazione e tradizione, avant-garde e world music, per Cucòma Combo ho voluto a fianco a me musicisti che sapessero interpretare le mie idee in maniera dinamica e frizzante, senza etichette o preconcetti di genere, con strumenti anche inconsueti come la gaita colombiana, il bombardino, il danmoi vietnamita e un sapiente uso di delay e synth analogici.
Ma soprattutto, una band che dal vivo esprimesse al massimo l’immagine della caffettiera in ebollizione, ovvero l’urgenza che abbiamo tutti noi di svegliarci!"
Un disco coinvolgente e sorprendente, di cui torniamo a parlare per presentare il video del secondo singolo, Suda. "Il videoclip è stato girato dalla videomaker e producer milanese Catia Tramacere che, mentre si trovava in un bar a Nouakchott (Mauritania), è stata avvicinata da un ragazzo che le ha chiesto di riprenderlo mentre danzava: questo ragazzo è Aky Popping, giovane danzatore senegalese che vive la danza come espressione corporea, senza barriere né confini." Enjoy!!
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