Appuntamento speciale, questa settimana, il primo dei Sentieri Sonori estivi: come è ormai tradizione, approfittiamo delle settimane estive per proporvi una carrellata di alcune fra le più belle interviste della stagione appena conclusa, lunga, ricca e quanto mai densa di ospiti.
Questo sabato inizieremo andando indietro nel tempo, a tre interviste che abbiamo mandato in onda fra settembre e novembre, a partire da quella dedicata ad un debutto convincente e sorprendente.
Ci piace introdurla con una citazione: "Sono più di trent’anni che si intona il de profundis per il rock. Ha senso, perché quella musica che a lungo è stata sinonimo di trasgressione e ribellione non è più "centrale" per i giovani. Però... ok, ci sta che i ragazzi di oggi si riconoscano per lo più in altro, ma alcuni vengono tuttavia folgorati da una chitarra distorta, dall’incalzante rotolare di un basso, dal fragore dei tamburi e dei piatti... e se ne sbattono di essere presi in giro dai loro coetanei perché ascoltano Jimi Hendrix, Led Zeppelin, Ramones o Pearl Jam. E magari non si accontentano di essere spettatori e vogliono diventare parte attiva del Mito. Ne ho conosciuti tanti, con questo sogno, ma pochi come i Life In The Woods. Un annetto e mezzo fa, quando mi sono stati presentati per un parere, faticavo a credere che in tre avessero appena sessant’anni e che fossero così dentro a un sound e soprattutto a un approccio che avrebbero dovuto essergli alieni."
Federico Guglielmi, storica firma del giornalismo musicale italiano già nostro ospite, presenta in questo modo i Life In The Woods, band romana che ha pubblicato lo scorso 31 ottobre con la fiorentina Contempo Records l'EP di esordio, Blue. Tre ragazzi fra i venti ed i ventidue anni che hanno iniziato a suonare insieme nel 2017, autoproducendo un demo che, tramite Maurizio Becker, è arrivato fra le mani del grande Gianni Maroccolo, che se ne è entusiasmato e li ha affiancati come produttore.
Chi ci segue sa che ci piace spaziare fra generi e sonorità anche molto distanti fra di loro, ma alla base potremmo definirci dei rockettari, in primo luogo per questioni anagrafiche. Non vi nascondiamo che era da molto tempo che una nuova rockband italiana non ci colpiva quanto i Life In The Woods, da tutti i punti di vista. Tre ottimi strumentisti, una gran voce, brani mai banali e molto variegati, con arrangiamenti curati ma mai sovraccarichi, che non vanno a levigare, ma anzi a mettere in risalto l'impatto emotivo, viscerale, della loro musica.
Le seconda intervista della settimana sarà con una band che amiamo molto e che abbiamo più volte ospitato, sia in collegamento in trasmissione che fisicamente, portandoli a suonare a Lussemburgo.
Parliamo dei Julie's Haircut, che abbiamo fatto passare dalle nostra parti l'ultima volta nel gennaio 2015, per presentarci dal vivo il loro affascinante Ashram Equinox, che avevamo incluso nelle Sentieri Sonori Picks 2013. È seguito nel febbraio 2017 Invocation And Ritual Dance Of My Demon Twin, uscito per la celebre etichetta inglese Rocket Recordings: un altro splendido lavoro per una band sempre capace di sorprenderci, che siamo stati felici ed onorati di presentarvi in anteprima con una nuova bella intervista (qui il podcast) ed abbiamo ovviamente incluso nelle Picks 2017.
Prima della scorsa estate siamo tornati a parlare di loro per l'uscita della sonorizzazione di The Last Command (1928, regia di Josef Von Sternberg), che hanno composto su commissione del Museo del Cinema di Torino e Transiti Trento. Music from The Last Command è uscito 31 maggio 2019 per 35mm, la nuova collana di 42 Records dedicata al mondo del cinema.
Prima della scorsa estate siamo tornati a parlare di loro per l'uscita della sonorizzazione di The Last Command (1928, regia di Josef Von Sternberg), che hanno composto su commissione del Museo del Cinema di Torino e Transiti Trento. Music from The Last Command è uscito 31 maggio 2019 per 35mm, la nuova collana di 42 Records dedicata al mondo del cinema.
Il loro nuovo album si intitola In the silence electric ed è stato pubblicato il 4 ottobre sempre da Rocket, che lo presenta così: "the latest record from a band with a long history of sonic otherworldliness, it is notable for its deft balance between hypnotic radiance and extrasensory intensity, between beatific calm and palpable anger. Yet it’s also a record which has arrived through a strange process of osmosis from a band confident enough to let subconscious and metaphysical aspects steer them in the appropriate directions."
L'ultima intervista della trasmissione sarà quella che abbiamo dedicato al grande ritorno, dopo molti anni, di una band che amiamo in modo particolare.
Parliamo dei Jennifer Gentle, primi europei ad uscire per Sub Pop Records, il cui ultimo album in studio risale ormai al 2007 ed è stato seguito unicamente dalla ristampa dei primi due dischi. Nel frattempo, hanno fatto molte date dal vivo in compagnia di Alberto e Luca Ferrari dei Verdena e soprattutto Marco Fasolo (leader della band e unico rimasto della line-up originale) è stato impegnato come produttore (I Hate My Village, Bud Spencer Blues Explosion, Verdena ed altri), come animatore di progetti come Universal Daughters (che lo ha visto collaborare con artisti internazionali come Jarvis Cocker, Alan Vega, Chris Robinson e molti altri e che presentammo con una bella intervista) ed è recentemente tornato a calcare i palchi proprio con I Hate My Village.
Il loro nuovo album, omonimo, è stato pubblicato il 4 ottobre da La Tempesta Dischi e "si presenta come una summa di tutto ciò che i JG sono finora stati e che è anche un’anticipazione di quel che saranno. Sotto tutti i punti di vista, Jennifer Gentle è infatti di gran lunga l’album più completo ed insieme più accessibile realizzato da Marco Fasolo. Frutto di lunghe ore di registrazioni e di un’attenzione spasmodica agli arrangiamenti e al dettaglio sonoro, il nuovo album è un’esperienza che permette di apprezzare appieno le capacità di scrittura, arrangiamento e produzione di Fasolo. È anche il suo disco più intensamente emotivo e personale, una talvolta pensosa, talvolta gioiosa parata musicale che passa senza fatica attraverso i generi senza mai perdere la sua identità. Che si tratti di spumeggiante soul glam, di introspettive ballate dall’architettura barocca, di buffo funk retrofuturista, per arrivare alla psichedelia sballata che è il naturale marchio di fabbrica dei JG, ogni canzone è un microcosmo concepito con scrupolosa attenzione ai particolari. A legare tra loro i pezzi è la produzione di Fasolo, insieme materica ed aerea, capace di rendere in maniera quasi fisica la costruzione musicale dei brani. Concepito comunque come un album da ascoltare dall’inizio alla fine e non soltanto una raccolta di momenti fini a se stessi, Jennifer Gentle è forse la più matura testimonianza del talento di Marco Fasolo."
READY TO TUNE IN?!!
11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.
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