Protagonista, una delle band della mia vita, che accompagna ormai da quasi quarant'anni. The Cure si sono formati ancor prima, nel 1978, ma io li ho scoperti intorno alla metà degli anni '80, quando un ragazzo appena arrivato nel mio liceo mi fece scoprire nuovi mondi musicali. Erano gli anni della new wave, quella inglese di Cure, Smiths, Bauhaus e tanti altri, e quella italiana di Litfiba, Diaframma e, spostandosi verso il punk, CCCP: incontri ed ascolti che segnarono profondamente la mia vita, alimentando definitivamente la grande passione per la musica che ancora non accenna a spegnersi, anzi.
Fra tutti, Robert Smith fu quello che mi colpì da subito più profondamente, a partire dalle sue liriche, in cui le inquietudini adolescenziali si specchiavano mirabilmente, regalando la sensazione e la forza di non sentirsi solo. Da allora, la sua musica mi ha sempre accompagnato, continuando sempre a coinvolgermi ed emozionarmi come pochi, ed ancora oggi non nascondo di attendere con grande impazienza un nuovo album che dovrebbe arrivare, a più di dieci anni dal precedente.
Nell'attesa, oggi voglio godermi con voi un loro splendido concerto dell'anno scorso, l'ultima delle cinque date in cui si sono esibiti alla Sydney Opera House per celebrare il trentennale di uno dei loro dischi più noti, Disintegration. Più di due ore di grande show (inizia al minuto 16, per info), trasmesse in live streaming globale, che iniziano con una serie di B-sides & rarities del periodo per poi proporre per intero quel fantastico album: enjoy!!
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