Un mese fa abbiamo dedicato una bella intervista (qui il podcast) al primo album di un cantautore che apprezziamo molto, e che avevamo scoperto ormai ben otto anni fa.
Si faceva chiamare Abbazabba e ci era stato segnalato dai nostri amici e periodici ospiti Ricky ed Elisa Russo per il suo EP di esordio, nel 2014. Sereno era in effetti un lavoro molto interessante, cinque bei brani arrangiati con semplicità e gusto, folk ispirato e valorizzato da una voce intensa ed emozionante. Attivo come produttore e sound engineer, l'artista triestino ha sfruttato le esperienze maturate in studio e dal vivo (che lo hanno portato negli Stati Uniti, in Sud America e quasi ovunque in Europa) per assorbire nuove sonorità e farsi contaminare il più possibile, senza smettere di comporre. Per quattro anni ha scritto senza sosta, ma a dare linfa vitale al nuovo lavoro è stato l’incontro con un personaggio che conosciamo bene ed abbiamo già ospitato due volte. Paolo Baldini, produttore e dub master di fama internazionale (Tre Allegri Ragazzi Morti, Mellow Mood, Almamegretta), lo ha portato a riscrivere, riarrangiare e poi riscrivere ancora gran parte delle canzoni, arrivando ad una tracklist che va a toccare stili diversi mantenendo un unico filo conduttore: la sua voce.
L'album si intitola Pianosequenza ed è uscito lo scorso 29 aprile sotto un nuovo moniker, un po' per un caso di omonimia ma anche per segnare una ripartenza. Ha scelto Sesto perché, come ha spiegato in un'intervista ad Elisa Russo, in un mondo di corse per arrivare primo lui preferisce "camminare, senza guardare a classifiche e graduatorie, senza voler neanche salire su un podio. Nel basket il sesto uomo è l'outsider, pur ricoprendo un ruolo importantissimo per la squadra senza esserne la stella. Sesto è anche quel senso in più, che non tutti hanno, l'intuito, l'istinto."
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