Appuntamento speciale, questa settimana, il sesto dei Sentieri Sonori estivi: come è ormai tradizione, approfittiamo delle settimane estive per proporvi una carrellata di alcune fra le più belle interviste della stagione conclusa a metà luglio, lunga, ricca e quanto mai densa di ospiti.
Questo sabato andremo alla fine della stagione, con tre interviste andate in onda fra maggio e giugno, a partire da quella del 28 maggio ad una band che programmiamo spesso e volentieri, e che avevamo già ospitato due volte in trasmissione, sempre a gennaio, nel 2016 (qui il podcast) e nel 2020 (qui il podcast).
Il 9 gennaio 2016 avevamo infatti presentato una delle uscite più interessanti della fine del 2015, Do hipsters love Sun (Ra)? di The Dining Rooms. Un progetto creato da Stefano Ghittoni e Cesare Malfatti, che in più di un ventennio ha esplorato universi musicali molto vari anche grazie a tante collaborazioni, e che tornava a quattro anni dal precedente lavoro, Lonesome traveller. Il loro successivo album, Art is a cat, è uscito il 20 gennaio 2020 e "conserva tutte le caratteristiche del loro tipico trademark: canzoni in bilico tra folk e soul, dilatazioni dub, hip hop strumentale ed atmosfere cinematiche."
Prosegue questo percorso il loro nuovo splendido disco, uscito il 20 maggio per Schema Records, che presentano così: "Un album composito e profondo, malinconico come i tempi che stiamo vivendo, proiettato verso il futuro che, seppur complicato, è ancora tutto da scoprire. Turn To See Me è un'esortazione, quasi una preghiera, ad andare verso l’altro con azioni concrete, poetiche, politiche. Turn To See Me è un disco pieno di amore."
Non è fortuna esce a ben 7 anni dal loro ultimo disco "normale", Il punto di partenza (che avevamo presentato con una bella intervista, qui il podcast), che è stato seguito nel 2019 da In tempo reale, lavoro con gli Architorti, e l'anno scorso dalla nuova incisione di People Pie, in origine uscito nel 1991. Uno splendido nuovo album, come loro abitudine sempre molto ricco e vario, dal punto di vista musicale come da quello lirico, ed impreziosito da alcuni ospiti di valore. Nella title track troviamo David Hinds, cantante della band britannica Steel Pulse che ha influenzato non poco il loro stile, cui sono stati introdotti da Gaudi, produttore e amico londinese che ha anche realizzato la dub version del brano. Brinsley Forde, cantante degli Aswad, interviene in Bilancio Inutile, mentre Tonino Carotone è la voce in Tuyo, brano di Rodrigo Amarante che fa parte della colonna sonora della nota serie Narcos, ed il giovane rapper Tito Sherpa interviene in La Grande Truffa del Millennio e Amori Scarichi.
Dopo averlo proposto come cd-tipp, disco della settimana di Radio ARA, abbiamo avuto il piacere di accogliere in trasmissione Madaski per presentarlo per esteso.
Valerio Corzani è infatti una delle voci più note di Radio3 Rai e della Radio Svizzera Italiana, scrive ed ha scritto su tante importanti testate (Il Manifesto, Lonely Planet, Velvet, XL, Il Messaggero...), e le sue foto sono state pubblicate da quotidiani e riviste ed inserite nei cataloghi di Getty Images. Come musicista, ha fatto parte di Mau Mau, Mazapegul, Gli Ex e Daunbailò, collabora con Teresa De Sio e Luigi Cinque ed attualmente milita nel combo world-reggae Caracas, al fianco del polistrumentista Stefano Saletti, e nel trio Shuttle insieme a Erica Scherl e Gianfranco de Franco. Da dieci anni è anche impegnato nel progetto Interiors, che divide con la stessa Erica Scherl, violinista di formazione classica che ama spaziare dalla musica antica con strumenti originali al flamenco, dall'improvvisazione al repertorio contemporaneo, fino anche all'elettronica. Dopo tre album fra il 2014 ed il 2019, hanno pubblicato lo scorso 29 aprile con Sisma records il loro quarto disco, Overtones, un doppio che unisce 14 brani originali a 9 remix curati da vari producer.
Uno splendido lavoro, affascinante ed emozionante, che come loro abitudine è molto difficile etichettare: "pannelli acustici e squarci dub, improvvisazioni di taglio jazz, sfumature etniche e collage timbrici che sfiorano il glitch, convivono e si alternano, dando forma a groove ossessivi stemperati dal violino di Erica e arrotondate dai bassi profondi di Valerio, tastiere felpate e suoni spaziali, in un continuo scambio di ruoli." Il duo ha come sempre composto, arrangiato e suonato la quasi totalità del materiale, ma anche questa volta ha chiamato a sé diversi collaboratori per perfezionare le diverse "sfumature", arricchite ad esempio dalle tastiere di Massimo Martellotta (Calibro 35), la batteria e le percussioni di Marco Zanotti (Classica Orchestra Afrobeat), e la voce di Luca Swanz Andriolo.
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