Iniziamo il mese già con qualche fresca e succosa novità (il nuovo singolo di The Zen Circus e lo split di Verdena e IOSONOUNCANE) e con due ospiti, per presentarvi due esordi molto interessanti: uno uscito qualche mese fa, che abbiamo scoperto in colpevole ritardo, l’altro pubblicato ieri, che si distingue senza dubbio per originalità.
Il primo è un disco particolarmente bello ed affascinante, per quanto oscuro ed inquieto, che segna l'esordio del progetto di una giovanissima artista dal notevole talento e dalla splendida voce.
Birthh è "l’oscuro alter-ego di Alice Bisi, la coscienza di una diciannovenne che spende la maggior parte del proprio tempo a pensare a eventi apocalittici”.
Ed in effetti i brani di questo Born in the woods sono permeati da quell'inquietudine che accompagna la fine dell'adolescenza, come si può intuire già dai titoli: si parte da Prelude for the loveless, per continuare fra l'altro con Interlude for the lifeless e Interlude for the Hopeless, e finire con For the heartless.
Con lei, hanno dato vita a questo progetto altri due giovani musicisti, Massimo "Maci" Borghi e Lorenzo Borgatti, membro di un'interessante band che è già stata nelle nostre scalette, i Three in One Gentleman Suit.
Ne è nato un album è molto particolare ed interessante anche dal lato musicale, che riesce ad unire la sensibilità di una scrittura cantautorale, dalle evidenti radici folk, alle ricercatezze degli arrangiamenti elettronici. Elettronica usata in modo originale, ad esempio facendo a meno del basso, ed usando suoni percussivi in gran parte presi dalla quotidianità: snap, battiti di mani, acqua, porte che sbattono…
Il risultato è come dicevo un disco molto affascinante, che ha già ottenuto notevoli riscontri anche oltre confine, portandoli fra l'altro a suonare al prestigioso festival SXSW di Austin, USA.
Con lei, hanno dato vita a questo progetto altri due giovani musicisti, Massimo "Maci" Borghi e Lorenzo Borgatti, membro di un'interessante band che è già stata nelle nostre scalette, i Three in One Gentleman Suit.
Ne è nato un album è molto particolare ed interessante anche dal lato musicale, che riesce ad unire la sensibilità di una scrittura cantautorale, dalle evidenti radici folk, alle ricercatezze degli arrangiamenti elettronici. Elettronica usata in modo originale, ad esempio facendo a meno del basso, ed usando suoni percussivi in gran parte presi dalla quotidianità: snap, battiti di mani, acqua, porte che sbattono…
Il risultato è come dicevo un disco molto affascinante, che ha già ottenuto notevoli riscontri anche oltre confine, portandoli fra l'altro a suonare al prestigioso festival SXSW di Austin, USA.
Parleremo poi di un altro esordio, ma in questo caso parziale, trattandosi del debutto solista di un musicista sulle scene da molti anni.
Il progetto si chiama Khompa, ed è stato creato da Davide Compagnoni, batterista cofondatore degli Stearica ed anche collaboratore, fra gli altri, di Baustelle, Roy Paci e LN Ripley.
L'idea è di unire la musica suonata all'elettronica, grazie a un sistema di trigger sui suoni prodotti da una tradizionale batteria che permette all'artista, con a sequenze pre-programmate controllate dagli impulsi sonori prodotti dai tamburi, di unire il suono delle percussioni tradizionali a quello dei synth e dei campionatori.
L'album è stato pubblicato ieri dall'etichetta londinese Monotreme Records, e si intitola The Shape Of Drums To Come, parafrasi del capolavoro dei Refused.
Un disco dal grande impatto, che colpisce e sorprende non solo per l'originalità del progetto ma anche per la varietà e ricchezza dei brani.
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