Appuntamento speciale, questa settimana, il primo dei Sentieri Sonori estivi: come è ormai tradizione, approfittiamo delle settimane estive per proporvi una carrellata di alcune fra le più belle interviste della stagione appena conclusa, lunga, ricca e quanto mai densa di ospiti.
Questo sabato inizieremo andando indietro alla prima trasmissione della stagione, il 18 settembre, quando abbiamo parlato fra l'altro de Il Locale, un piccolo live club nel cuore di Roma, creato nel '93 da un gruppi di giovanissimi amici fra cui Giorgio Baldi, che si è poi fatto conoscere soprattutto al fianco di Max Gazzé. Per una decina di anni è stato un punto di riferimento per la musica romana e non solo, che ha fatto da luogo di incontro e da trampolino di lancio per varie generazioni di artisti, nel quale mi vanto di aver fatto il dj fino al trasloco in Lussemburgo.
Proprio al Locale Baldi incontrò ed iniziò a lavorare con Matthew Marston, giovane americano in viaggio per l'Europa, che finì per fermarsi a Roma per qualche anno. La loro collaborazione si interruppe quando il secondo lasciò l'Italia per Londra, ma nel 2016 il primo si è trasferito ad Oxford, e l'anno seguente si sono ritrovati in studio ed hanno registrato tre nuovi brani. Il seguito lo lasciamo raccontare a Giorgio: "Ne è valsa la pena o no? Ci siamo fermati a pensarci. In attesa di una risposta, abbiamo continuato a vivere la nostra vita incasinata. Nel 2020, grazie al famoso blocco, abbiamo avuto la possibilità di concentrarci di nuovo sulla musica e abbiamo scritto un sacco di nuovi brani. Siamo stati estremamente soddisfatti del risultato. Nel 2021 solo un ultimo tocco ed eccoci qui, con un intero album di cui siamo molto orgogliosi. Nessuna etichetta, nessuna band, nessuna promozione, ma siamo così felici delle nostre canzoni e della storia che c'è dietro. Ci sono voluti solo 25 anni per pubblicare finalmente un album con i nostri nomi sulla copertina: Marston e Baldi. enjoy!"
Il risultato si intitola Roller Skates and Satellites, è uscito il 21 giugno 2021, e ci ha conquistati: una serie di ottimi brani, prodotti ed arrangiati con gusto e varietà, ed impreziositi dalla splendida voce di Matthew, soulful ed emozionante.
Andremo poi allo scorso 4 dicembre, quando siamo stati particolarmente felici di dare il bentornato ad una grande artista, che possiamo ormai definire anche una cara amica.
La amiamo e seguiamo da quasi venticinque anni, ed abbiamo anche avuto il piacere di portarla a Lussemburgo in concerto ed ospitarla in trasmissione più volte (qui un podcast del 2013 con vari brani dal vivo nel nostro studio), potendola apprezzare anche dal lato umano. Parliamo di Cristina Donà, che aveva pubblicato sei anni prima il suo precedente album da solista (Così vicini, qui il podcast con la relativa intervista), seguito nel 2017 dalla riedizione del suo esordio e nel 2019 da un disco a quattro mani con Ginevra Di Marco.
Un anno fa ha annunciato di aver terminato la scrittura di un nuovo lavoro, per finalizzare il quale ha lanciato una campagna di crowdfunding che ha avuto un enorme successo. Il disco è uscio il 3 dicembre, e si intitola deSidera: "un album aspro e multiforme, dai tratti marcati, dalle pennellate forti, stratificato e certamente identitario, frutto di un lavoro meditato e accorto". Al suo fianco ritroviamo come ormai è abitudine il musicista e produttore Saverio Lanza, autore con lei delle musiche, che ha anche curato gli arrangiamenti e la produzione. Ritroviamo la splendida voce di Cristina su sentieri sonori per lei nuovi, che la portano spesso lontano dalla tradizionale struttura delle canzoni, con "echi di elettronica preistorica, così definibili per la loro natura primitiva, scarna e minimale".
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