In quella data nel 1994 morì Kurt Cobain, nel 2002 Layne Staley, e nel 2019 fu ritrovato nella sua casa il corpo senza vita di un altro protagonista della stessa scena. Shawn Smith era probabilmente la voce più particolare, con le sue forti venature soul, e con una capacità di interpretare ed emozionare veramente fuori dal comune. Tante le avventure musicali che lo hanno visto protagonista, dai Pigeonhead ai Brad (con Stone Gossard dei Pearl Jam) da All Hail the Crown ai Satchel, autori in particolare di una gemma, The Family, che non esito a definire uno degli album della mia vita. In parallelo, aveva portato avanti una carriera solista che ha regalato non pochi altri gioielli, e che avrebbe meritato certamente molta più attenzione.
Qualche anno prima della sua scomparsa era circolata sul web la voce di un suo periodo di difficoltà, che lui stesso aveva solo parzialmente smentito con dichiarazioni che mi avevano toccato. Ed era stato toccante ed emozionante per me entrare in contatto diretto con lui, averlo fra i miei "amici" su Facebook, e poter scoprire la persona gentile e sensibile dietro al grande artista.
Per ricordarlo vi propongo un suo splendido live set, 40 minuti in perfetta solitudine sul palco, con picchi come una meravigliosa cover di Purple Rain del suo idolo Prince.
Say hello 2 heaven, Shawn!!
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