Ne sono passati poco meno da quando abbiamo presentato con una bella intervista l’esordio da solista di un giovane artista toscano che già conoscevamo ed avevamo ospitato nel 2012 come frontman dei Criminal Jokers. Stiamo parlando di Motta, che negli anni successivi si era impegnato in varie collaborazioni, da Nada al Pan del diavolo, dagli Zen Circus a Giovanni Truppi ed aveva studiato composizione per film, realizzando ben quattro colonne sonore. Allo stesso tempo, aveva iniziato quello che ci ha raccontato essere stato un lavoro molto lungo, che lo ha portato a pubblicare ad inizio 2016 il suo primo album da solista, La fine dei vent'anni, prodotto da un altro artista che amiamo molto, Riccardo Sinigallia. Un lavoro molto ispirato, e per una volta è stato bello vedere un disco di valore ottenere così tanta attenzione e tanti riconoscimenti, come la Targa Tenco per il miglior esordio, ed anche il lunghissimo tour ha inanellato sale piene di pubblico entusiasta.
Abbiamo continuato a seguire il suo percorso, fatto di tre altri album, più due live ed altre colonne sonore, ospitandolo nuovamente, ma oggi vogliamo invitarvi a (ri)scoprire con noi quel debutto che tanto ci aveva colpiti ed emozionati. Dieci brani per poco più di 35 minuti, ma densissimi di contenuti lirici ed arrangiati e prodotti con gusto e talento, che si ascoltano tutti di un fiato, arrivando alla fine con la voglia di ricominciare da capo. Un lavoro che ha saputo unire, come poi tutta la sua carriera, la migliore tradizione del cantautorato italiano a sonorità moderne, dal respiro internazionale.
Enjoy!!
Enjoy!!
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