Un altro mese che si preannuncia ricco di uscite ed ospiti, nel corso del quale avremo il piacere di accogliere nuovamente vecchie conoscenze della trasmissione, ma anche gli autori di tre ottimi album di esordio.
Inizieremo questo sabato, 5 maggio, dando per l'appunto il bentornato ad una band già ospitata ormai tre anni e mezzo fa (qui il podcast) per presentare quello che ad oggi è il loro ultimo disco, ed il benvenuto ad un duo che ha appena pubblicato il debutto sulla lunga distanza.
…A Toys Orchestra è una band campana attiva dal 1996, che ha pubblicato nel 2001 l'esordio Job, cui sono seguiti cinque ottimi lavori, gli ultimi tre entrati nelle nostre Sentieri Sonori Picks (Midnight talks nel 2010, prima edizione delle Picks, Midnight (R)Evolution nel 2011 e Butterfly effect nel 2014). Anche grazie all'intensa attività live in questi anni si sono guadagnati un crescente fedele pubblico, sia in patria che all'estero. Sono senza dubbio fra gli artisti italiani indipendenti più noti oltre confine, aiutati dalla scelta di utilizzare l'inglese ma anche dalle indubbie doti autorali di Enzo Moretto, il frontman della band.
In loro nuovo disco, Lub Dub, è stato pubblicato il 27 aprile da Ala Bianca e segna il ritorno della band di Agropoli a sonorità più organiche, mettendo da parte l'elettronica in primo piano nell'ultimo lavoro. Il risultato è uno dei loro dischi più intensi ed emozionali, come ben testimonia la prima anticipazione e title-track del disco, che presentano così: “Siamo tutti inesorabilmente dentro la stessa macchina, la stessa barca, lo stesso tempo, la stessa vita. Come se chiunque al mondo avesse un medesimo cuore dentro al medesimo petto che batte, adesso, ora, in questo istante: lub-dub, lub-dub, lub-dub, lub-dub”.
Sempre sabato 5, vi presenteremo un esordio particolarmente interessante, per un progetto che in realtà esiste da parecchio tempo.
Siamo in effetti su sentieri sonori che partono dall'estetica cinematica retrò, fonte di ispirazione anche di band come Calibro 35 o La Batteria, per andare però in direzioni diverse, che si tingono del pop del nuovo millennio, riecheggiando band come Air o Zero7. Un sound che nasce dalla "combinazione tra il loro stile personale e l’ispirazione derivante dalla comune passione per i temi e le melodie delle più oscure musiche da film dall’anima easy listening. Sonorità synthpop retrofuturistiche, ricerca della melodia, sofisticate atmosfere cinematiche condensate nelle aperture strumentali, arrangiamenti stratificati e sobrie sperimentazioni psichedeliche, trovano spazio nel disco in una originale miscela sonora senza riferimenti temporali."
Sabato 12 maggio le interviste saranno entrambe dedicate ad album di esordio, a cominciare da quello di una interessante cantautrice di cui vi abbiamo già parlato, sia in trasmissione che qui sul blog.
Si fa chiamare Verano, all'anagrafe Anna Viganò, e prima di questa avventura solista ha fatto parte degli Intercity e de L'Officina della Camomilla, per poi pubblicare con Garrincha Dischi un primo EP sotto questo moniker nel 2016. L’11 maggio 42 Records pubblicherà il suo primo album, Panorama, in cui l'artista bresciana "non ha paura di mostrarsi, di mettere sul piatto gli spigoli, le debolezze, i chilometri percorsi, i cocktail, le persone incontrate e quelle lasciate sulla strada, e lo fa con la consapevolezza di chi ha trovato il proprio modo di raccontarsi, l’equilibrio tra la parola e la musica. Scommettendo sulle chitarre, centellinando ma non nascondendo l’elettronica, affidandosi alla maestria pop di Lorenzo Urciullo (Colapesce), che ha scritto alcuni brani a quattro mani con Anna e che insieme a Giacomo Fiorenza ha prodotto il disco all’Alpha Dept di Bologna, masterizzato poi da Andrea Suriani (I Cani, Cosmo). Dieci canzoni, un unico viaggio, un panorama tutto da scoprire."
Il risultato è un disco molto interessante, ben curato nella scrittura, come negli arrangiamenti e nei suoni, e valorizzato da una voce bella ed espressiva.
Sempre sabato 12, vi presenteremo un altro bell'album di esordio, per un producer, sound designer e polistrumentista pugliese, già nei Flowers or Razorwire.
Makai è il moniker dietro cui si nasconde Dario Tatoli, un "processo in divenire iniziato nel 2010 e in costante evoluzione. Un vortice di dicotomie irrisolte e irrisolvibili, alla ricerca di una perfezione che è un sogno dentro le palette dei suoni e nella stretta griglia della forma canzone. Un labor limae continuo volto a vestire le canzoni di abiti nuovi, fatto di tagli e revisioni, riscritture e sovraincisioni, che si concretizza nel 2016 nell’EP Hands." Dopo un tour che lo ha portato su numerosi palchi italiani fino a quello dello Sziget Festival di Budapest, il 20 aprile ha pubblicato con INRI/Metatron The Comfort Zone, il suo primo lavoro sulla lunga distanza: "un album che fa delle contraddizioni e contaminazioni il suo tratto distintivo, che crea una dialettica tra momenti contrari in una sintesi di geometrie techno e strumentali onirici, di spensieratezza e malinconia."
Un progetto ed un disco molto interessanti ed affascinanti, che riescono a definire un universo sonoro ricco e variegato: "fitte trame di suoni, parole e stati d'animo, un sapiente e ricercato equilibrio tra elettronica di stampo nordico e cantautorato intimista dal sapore più morbido e mediterraneo."
Sabato 19 sarà una giornata e nottata per noi molto speciale, come dovreste sapere: riporteremo infatti a Lussemburgo i Calibro 35, per una serata alle Rotondes (qui le prevendite) che si preannuncia caldissima, con l'apertura di No Metal in this Battle ed i DJ Kustonbeater & LeGenco.
Per lanciarci verso questo grande evento, dedicheremo tutta la trasmissione non solo alla band, ma anche agli altri progetti dei suoi membri ed alle influenze che possono aver avuto sul nuovo Decade, presentandone due con interviste.
Vi parleremo in primo luogo di 19'40", collana discografica su abbonamento creata da Enrico Gabrielli con Sebastiano De Gennaro e Francesco Fusaro.
Per lanciarci verso questo grande evento, dedicheremo tutta la trasmissione non solo alla band, ma anche agli altri progetti dei suoi membri ed alle influenze che possono aver avuto sul nuovo Decade, presentandone due con interviste.
Vi parleremo in primo luogo di 19'40", collana discografica su abbonamento creata da Enrico Gabrielli con Sebastiano De Gennaro e Francesco Fusaro.
"19'40" è il titolo di un disco pubblicato nel 2013 dai primi due e dedicato alla musica di John Cage da lui composta nel 1940. Caratterizzato da interpretazioni irriverenti rispetto alle prassi esecutive consolidate (“affettuosi sabotaggi”, verrebbe da definirle), quel vinile gettava un seme inaspettato destinato a divenire nel 2016 una collana discografica su abbonamento, gestita dai tre, dove raccogliere e pubblicare opere legate assieme da un sottile filo conduttore: l'approccio colto e antiaccademico al repertorio della musica scritta e delle sue imperfettioni, per dirla con Govanni Artusi. Più che un tempo, dunque, 19'40'' rappresenta un territorio di sperimentazione di repertori trasversali e prassi esecutive seriamente ludiche."
Gli album prodotti da 19'40'' escono con cadenza quadrimestrale (alle 19:40 ora italiana) in CD e digitale.
Saremo poi felici di dare il bentornato a Massimo Martellotta, che avevamo ospitato in trasmissione nel giugno 2016 (qui il podcast) per presentare il il disco di un altro suo bel progetto, Il Complesso di Tadà.
Nel novembre dell'anno scorso avevamo annunciato (qui il post) la pubblicazione di un suo primo EP da solista, Sintesi, contenente tre tracce e disponibile solo in versione digitale. Un lavoro molto interessante, che abbiamo poi scoperto essere stato solo l'antipasto, prima di quella che si prospetta come una tavola lautamente imbandita, come ha spiegato su Facebook: "Dovrei tenermelo ancora un pò ma in barba alle strategie che non maneggio molto non ci riesco. Qualche tempo fa ho fatto uscire in digitale tre tracce suonate solo con i sintetizzatori. Quelle tre tracce ora sono diventate sei e l'album completo "SINTESI" uscirà a breve in Vinile. Ed è solo il primo. Il primo di una serie di 5 album del primo progetto a mio nome che si chiama "One Man Sessions". 5 Album in Vinile -si, cinque (aiuto!)- registrati e suonati in solitaria dal sottoscritto. Ogni album è figlio della mia bulimia musicale e sicuramente di una certa propensione a buttarmi senza rete. Del decidere che tenere le cose nel cassetto non ha senso mai. Sono principalmente dei documenti dell'attività in studio senza filtri, catturati nel momento in cui arriva l'ispirazione. Dai Sintetizzatori al Piano IMpreparato, passando per l'Orchestra di gusto retrò, le esplorazioni sottomarine, la batteria, le chitarre liquide e il groove all'italiana. Presto i dettagli."
Nel frattempo è stata annunciata la prima uscita, prevista per il 4 maggio ed intitolata Vol. 1 Sintesi, un lavoro sorprendente ed affascinante.
Chiuderemo maggio, sabato 26, con il ritorno con il ritorno del nostro appuntamento speciale, quello con lo spazio mensile che ha debuttato a fine 2015, segnando il grande ritorno di Raf, che ha creato e condotto Sentieri Sonori per 13 anni, fino al 2010, quando si è (ri)trasferito per cinque anni nella sua Roma.
Tornato a Lussemburgo, ha pensato ad un nuovo progetto da inserire nella grande "casa" della nostra trasmissione, coinvolgendo l'amico Jacopo: ecco nati i Radioracconti di Sentieri Sonori, che vanno in onda una volta al mese, riunendo canzoni, racconti ed ospiti intorno ad un tema.
Curiosi di sapere quale sarà il tema del mese?
Il programma è come sempre molto ricco e vario.. non ci resta che raccomandarvi di continuare a seguirci, tutti i sabato mattina dalle 11.30 alle 13, in diretta FM (102.9 & 105.2) o live streaming su Radio ARA, o quando volete comodamente in podcast: STAY TUNED!!
No comments:
Post a Comment