Vi proporremo come sempre un programma molto ricco, incluse due belle interviste e qualche altra interessante novità: ascolteremo e parleremo di Damon Albarn, Nic Cester, Piotta, I'm not a blonde, Erica Mou e Laila Al Habash.
La prima intervista della settimana sarà dedicata ad uno dei dischi più belli e sorprendenti di questo autunno, opera di un'artista nata e cresciuta in Italia, ma vissuta per molti anni all'estero.
La prima intervista della settimana sarà dedicata ad uno dei dischi più belli e sorprendenti di questo autunno, opera di un'artista nata e cresciuta in Italia, ma vissuta per molti anni all'estero.
Si chiama Marta Del Grandi ed è "una cantautrice eclettica che raccoglie influenze vicine e lontane per creare uno stile originale, fusione di generi: partita dal jazz, ora percorre il suo viaggio, unico e inesplorato." Ha studiato canto jazz al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano ed a quello di Gent, diplomandosi ed impegnandosi in vari gruppi e progetti. Ha visitato la Cina, e si è stabilita in Nepal, dove ha insegnato al Conservatorio di Jazz di Kathmandu, prima di tornare in Italia, riportando a casa le influenze e le ispirazioni che aveva assorbito. Riallacciati i contatti con vecchi amici e collaboratori, "ha affrontato la musica con uno sguardo nuovo, frutto dell'educazione, dei suoi viaggi e di quello che ha visto nelle news, per creare un album che racconta storie di fossili marini sulle vette dell'Himalaya, miti di pietre preziose e specie sull'orlo dell'estinzione."
Il 5 novembre Fire Records ha pubblicato il primo lavoro a suo nome, Until We Fossilize: un disco molto interessante ed originale, moderno ed ancestrale allo stesso tempo, di cui ha curato anche la produzione, con l'incoraggiamento di Shahzad Ismaily (Laurie Anderson e Lou Reed, John Zorn, Bonnie Prince Billy), che ha registrato batterie e synth ed anche mixato l'album a Brooklyn.
Saremo poi felici di dare il benvenuto in trasmissione ad un'altra artista dal grande talento, già più volte in passato nelle nostre scalette.
Si fa chiamare Matilde Davoli (all'anagrafe Matilde De Rubertis), ha pubblicato nel giugno 2015 il suo primo disco da solista, I'm calling you from my dreams, ma è in realtà attiva dai primi anni 2000. Ha pubblicato infatti prima due album con gli Studiodavoli, progetto che condivideva con il fratello Gianluca (nelle nostre scalette prima con Il Genio, poi da solista), poi altri due con Girl with the Gun, con l'amico e produttore Populous, altro habitué delle nostre trasmissioni, anche come ospite. Sempre più impegnata anche come sound engineer e produttore, la musicista salentina si è poi trasferita a Londra ed ha pubblicato il suo primo album: un lavoro molto interessante, in cui synth fluttuanti si uniscono a beats incalzanti, per dare vita a quello che avevamo definito un dream pop pulsante, impreziosito da una voce affascinante. L’album ha ricevuto un caloroso benvenuto nel Regno Unito, in Italia e soprattutto negli Stati Uniti, dove è arrivato in heavy rotation sulle collage radio americane, scalando la classifica CMJ e portando Matilde sul prestigioso palco del Primavera Sound di Barcellona nel 2016. Sempre nel 2016 è tornata in Italia, intensificando gli spettacoli dal vivo e continuando a lavorare come produttore ed ingegnere del suono presso lo studio di registrazione Sudestudio (Salento), una delle realtà più interessanti nel panorama musicale indipendente italiano, che ha ospitato diversi artisti internazionali.
Il 5 novembre l’etichetta Loyal To Your Dreams, di cui è cofondatrice, ha pubblicato il suo nuovo disco, Home: uno splendido lavoro, che parte delle sonorità del precedente per arricchirle ulteriormente, portando le sue esplorazioni fino a territori jazz, che stiamo presentando anche come CD-tipp di questa settimana di Radio ARA.
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