Parliamo di Fabrizio Tavernelli, che è stato con noi prima a fine febbraio (qui il link al podcast) per presentarci in assoluta anteprima il suo ultimo disco Fantacoscienza, poi il mese scorso, ospite dei Radioracconti fantascientifici di Raf e Jacopo (qui il link al podcast).
In questo caso, come dicevo, torniamo a quasi vent’anni fa, quando era il frontman degli AFA (Acid Folk Alleanza), una delle realtà più interessanti ed originali di quel grande decennio di musica italiana che furono gli anni 90, fra le band di punta del Consorzio Produttori Indipendenti.
Un gruppo originale non solo dal punto di vista musicale, ma anche per le sue iniziative, come quella di cui parliamo quest’oggi.
Si tratta di un viaggio fatto nel 1997 fra i Boscimani del Kalahari, popolo fra i più antichi abitanti dell'Africa australe, in questa vasta zona desertica fra Sudafrica, Namibia e Botswana. Un viaggio di studio che fu anche lo spunto dell'ultimo album della loro discografia, Armonico, pubblicato nel 1999.
Si tratta di un viaggio fatto nel 1997 fra i Boscimani del Kalahari, popolo fra i più antichi abitanti dell'Africa australe, in questa vasta zona desertica fra Sudafrica, Namibia e Botswana. Un viaggio di studio che fu anche lo spunto dell'ultimo album della loro discografia, Armonico, pubblicato nel 1999.
Un'esperienza incredibile, testimoniata dal documentario che vi proponiamo quest'oggi, e che lasciamo presentare dalle parole dello stesso Fabrizio: enjoy!!
"E' difficile sintetizzare in poche righe l'esperienza degli Afa nel deserto del Kalahari della Namibia. Non si è trattato di un viaggio turistico, di piacere o casuale, ma piuttosto di una iniziazione, di un rito di passaggio, una apertura totale di sguardi e sensi, un accorgersi di ciò che sta intorno, ma che noi occidentali sazi e soddisfatti più non percepiamo. A noi è toccato l'arido ed inospitale deserto del Kalahari, una vasta savana desertica in cui da 3000 anni riescono a sopravvivere i Boscimani, una delle popolazioni tribali più antiche della terra, oggi destinati all'estinzione. Un tempo nomadi oggi semi-stanziali, i Boscimani mantengono inalterato il loro patrimonio culturale basato su raffinate tecniche di sopravvivenza e di caccia, su repertori musicali unici negli intricati canti plurivocali, su una particolare lingua cosiddetta "a schiocco" contraddistinta da click palatali. In 20 giorni abbiamo percorso 3000 km., spesso in condizioni estreme, senz'acqua e senza alcun contatto con la civiltà, abbiamo visitato una decina di villaggi, ciascuno con le sue caratteristiche, giungendo sino al confine con il Botswana. La documentazione di questa nostra permanenza è alquanto esaustiva: 9 ore di musiche boscimane registrate in digitale, 6 ore di immagini, 200 scatti fotografici, un approfondito studio etnografico e musicologico. In particolare risaltano la registrazione di trance-dances rituali dove lo sciamano, il medicine-man della comunità raggiunge l'estasi, la fuoriuscita dal proprio corpo per raggiungere il mondo degli spiriti e liberare dalle cattive presenze gli individui del suo nucleo. Interessanti sono gli strumenti musicali così come le ipnotiche voci femminili accompagnate da un ossessivo e ritmico battito delle mani, le danze. Su tutto spicca la dignità degli anziani. “Armonico”, il nostro nuovo progetto, è un disco di fusione tra il tribalismo boscimano e nuovi suoni tecnologici, il cui movente principale è di infondere sacralità nella canzone. Siamo consci di essere venuti a contatto con la base dell'umanità, con la primaria energia, con l'evidente conferma dell'intelligenza e dell'evoluzione. Per noi è la prosecuzione del viaggio della musica, destinata alla contaminazione ed alla curiosità."
"E' difficile sintetizzare in poche righe l'esperienza degli Afa nel deserto del Kalahari della Namibia. Non si è trattato di un viaggio turistico, di piacere o casuale, ma piuttosto di una iniziazione, di un rito di passaggio, una apertura totale di sguardi e sensi, un accorgersi di ciò che sta intorno, ma che noi occidentali sazi e soddisfatti più non percepiamo. A noi è toccato l'arido ed inospitale deserto del Kalahari, una vasta savana desertica in cui da 3000 anni riescono a sopravvivere i Boscimani, una delle popolazioni tribali più antiche della terra, oggi destinati all'estinzione. Un tempo nomadi oggi semi-stanziali, i Boscimani mantengono inalterato il loro patrimonio culturale basato su raffinate tecniche di sopravvivenza e di caccia, su repertori musicali unici negli intricati canti plurivocali, su una particolare lingua cosiddetta "a schiocco" contraddistinta da click palatali. In 20 giorni abbiamo percorso 3000 km., spesso in condizioni estreme, senz'acqua e senza alcun contatto con la civiltà, abbiamo visitato una decina di villaggi, ciascuno con le sue caratteristiche, giungendo sino al confine con il Botswana. La documentazione di questa nostra permanenza è alquanto esaustiva: 9 ore di musiche boscimane registrate in digitale, 6 ore di immagini, 200 scatti fotografici, un approfondito studio etnografico e musicologico. In particolare risaltano la registrazione di trance-dances rituali dove lo sciamano, il medicine-man della comunità raggiunge l'estasi, la fuoriuscita dal proprio corpo per raggiungere il mondo degli spiriti e liberare dalle cattive presenze gli individui del suo nucleo. Interessanti sono gli strumenti musicali così come le ipnotiche voci femminili accompagnate da un ossessivo e ritmico battito delle mani, le danze. Su tutto spicca la dignità degli anziani. “Armonico”, il nostro nuovo progetto, è un disco di fusione tra il tribalismo boscimano e nuovi suoni tecnologici, il cui movente principale è di infondere sacralità nella canzone. Siamo consci di essere venuti a contatto con la base dell'umanità, con la primaria energia, con l'evidente conferma dell'intelligenza e dell'evoluzione. Per noi è la prosecuzione del viaggio della musica, destinata alla contaminazione ed alla curiosità."
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