Vi proporremo un programma molto ricco, incluse due graditi ospiti ed altre interessanti novità: ascolteremo e parleremo di Kendrick Lamar, Willie Peyote, Africa Unite, Train to Roots, Marina Rei e Carmen Consoli, The Leading Guy e The Zen Circus feat. Brunori Sas.
La prima intervista della settimana sarà dedicata al primo album di un cantautore che apprezziamo molto, e che avevamo scoperto ormai ben otto anni fa.
Si faceva chiamare Abbazabba e ci era stato segnalato dai nostri amici e periodici ospiti Ricky ed Elisa Russo per il suo EP di esordio, nel 2014. Sereno era in effetti un lavoro molto interessante, cinque bei brani arrangiati con semplicità e gusto, folk ispirato e valorizzato da una voce intensa ed emozionante. Attivo come produttore e sound engineer, l'artista triestino ha sfruttato le esperienze maturate in studio e dal vivo (che lo hanno portato negli Stati Uniti, in Sud America e quasi ovunque in Europa) per assorbire nuove sonorità e farsi contaminare il più possibile, senza smettere di comporre. Per quattro anni ha scritto senza sosta, ma a dare linfa vitale al nuovo lavoro è stato l’incontro con un personaggio che conosciamo bene ed abbiamo già ospitato due volte. Paolo Baldini, produttore e dub master di fama internazionale (Tre Allegri Ragazzi Morti, Mellow Mood, Almamegretta), lo ha portato a riscrivere, riarrangiare e poi riscrivere ancora gran parte delle canzoni, arrivando ad una tracklist che va a toccare stili diversi mantenendo un unico filo conduttore: la sua voce.
L'album si intitola Pianosequenza ed è uscito lo scorso 29 aprile sotto un nuovo moniker, un po' per un caso di omonimia ma anche per segnare una ripartenza. Ha scelto Sesto perché, come ha spiegato in un'intervista ad Elisa Russo, in un mondo di corse per arrivare primo lui preferisce "camminare, senza guardare a classifiche e graduatorie, senza voler neanche salire su un podio. Nel basket il sesto uomo è l'outsider, pur ricoprendo un ruolo importantissimo per la squadra senza esserne la stella. Sesto è anche quel senso in più, che non tutti hanno, l'intuito, l'istinto."
Saremo poi felici di presentare il nuovo lavoro di un'altra artista che ci era stata segnalata da Ricky ed Elisa, e che avevamo già ospitato per il suo precedente album, ormai sei anni e mezzo fa.
Parliamo di Chiara Vidonis, cantautrice triestina che, dopo diversi anni di attività, molti concerti e riconoscimenti (miglior interpretazione al Premio Bianca D'Aponte nel 2011, Premio Pigro nel 2014), era arrivata nel novembre 2015 al disco di esordio, Tutto il resto non so dove. Undici brani interamente scritti e prodotti da lei, ed arrangiati con la band: Daniele Fiaschi alle chitarre, Andrea Palmeri alla batteria e Simone De Filippis al basso, synth ed ipad, sotto la supervisione del sound engineer Stefano Bechini. Un ottimo lavoro, fra rock e pop, che metteva in valore le sue indubbie qualità di autrice e cantante, e che avevamo come detto presentato con una bella intervista (qui il podcast).
Dopo tanta attesa, lo scorso 29 aprile ha pubblicato con FioriRari il suo nuovo album, La Fame, prodotto da Karim Qqru (The Zen Circus) e registrato e mixato da Andrea Pachetti presso il 360 Music Factory Studio Recording. Uno splendido disco, che ci fa ritrovare il suo talento e la sua splendida voce su sentieri sonori nuovi: "otto brani, essenziali nella durata ed espansi nella pienezza compositiva e autoriale, una prova di maturità che rende questo album profondo nelle parole che declinano amore ed esistenza, accurato nei suoni, contemporaneo e dall’attitudine rock, incisivo ma anche intimo; uno scossone e una carezza."
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