Parliamo di Diodato, che abbiamo intervistato per la prima volta ormai quasi undici anni fa, nel giugno 2013, per il suo primo disco, E forse sono pazzo, e poi ospitato nuovamente l'anno seguente per A ritrovar bellezza e sei anni fa per Cosa siamo diventati. Il 2020 lo ha visto protagonista, con un nuovo splendido album intitolato Che vita meravigliosa, che lo ha portato a vincere da un lato il Festival di Sanremo con Fai rumore, e dall'altro il David di Donatello ed il Nastro d'Argento con la title-track, arrivata anche ad un solo voto dalla Targa Tenco per il miglior singolo.
L'anno scorso Carosello Records ha pubblicato il suo quinto album, Così speciale: un lavoro di grande spessore e maturità, che lo ha confermato come uno degli artisti di punta della musica italiana di questi anni: la voce è come sappiamo straordinaria, emozionante e sempre al servizio delle canzoni, che sono vere perle di melodia, arrangiamenti di grande gusto (che riservano anche sorprese) e liriche toccanti.
Quest'anno è tornato sul palco del Festival di Sanremo con una nuova splendida canzone prodotta da Tommaso Colliva, Ti muovi, accompagnato dall'orchestra diretta da Rodrigo D'Erasmo, e giusto la scorsa settimana è stato nuovamente premiato con un David di Donatello, per La mia terra, brano che ha scritto per la colonna sonora del film di Michele Rondino Palazzina LAF.
Quest'anno è tornato sul palco del Festival di Sanremo con una nuova splendida canzone prodotta da Tommaso Colliva, Ti muovi, accompagnato dall'orchestra diretta da Rodrigo D'Erasmo, e giusto la scorsa settimana è stato nuovamente premiato con un David di Donatello, per La mia terra, brano che ha scritto per la colonna sonora del film di Michele Rondino Palazzina LAF.
Come se non bastasse, lo scorso 19 aprile ha anche pubblicato un album molto particolare, che ha registrato dal vivo in studio ed arrangiato con la sua fantastica band, in cui troviamo vari habitué delle nostre scalette e che vogliamo citare per intero: Rodrigo D’Erasmo (violino, percussioni e cori), Alessandro Commisso (batteria e percussioni), Roberto Dragonetti (basso), Simona Norato (tastiere, chitarra elettrica e cori), Andrea Bianchi di Castelbianco (chitarre e cori), Lorenzo di Blasi (pianoforte, tastiere e cori), Lorenzo Manfredini (trombone), Beppe Scardino (sax baritono e flauto), Stefano Piri Colosimo (tromba e flicorno) e con la partecipazione di Roy Paci che ha curato, insieme a Beppe Scardino, l’arrangiamento dei fiati in Ubriaco.
Il disco si intitola Ho acceso un fuoco, e lo ha presentato così: "Era da un po’ che avrei voluto fare un’esperienza inversa riportando in studio di registrazione ciò che ho raccolto con i miei compagni di viaggio in questi anni di concerti. È stata una sfida che ho lanciato anche a me stesso: provare a perdere il controllo, ad abbandonarmi il più possibile al flusso emotivo proprio come faccio nei live, ma questa volta all’interno di uno studio di registrazione. Ho accettato l’imprevedibile, l’imperfezione, suonando la chitarra mentre cantavo, con dieci musicisti e strumenti che suonavano insieme e vibravano nell’aria e nel corpo. Provare a cogliere un momento unico, irripetibile, il movimento di un corpo vivo fino a sentire il suono e il calore del suo cuore infuocato."
Il disco è stato registrato alle Officine Meccaniche da Carlo Madaghiele e Tommaso Colliva e prodotto e mixato da quest'ultimo nei suoi Laboratori Testone, ed effettivamente trasmette l'energia del live, per la gioia di chi pur seguendolo da così tanti anni non ha mai avuto la fortuna di vederlo in concerto. Vi invitiamo a scoprirlo con il video realizzato da Giacomo Citro per la trascinante traccia di apertura, Ma che vuoi: enjoy!!
Il disco si intitola Ho acceso un fuoco, e lo ha presentato così: "Era da un po’ che avrei voluto fare un’esperienza inversa riportando in studio di registrazione ciò che ho raccolto con i miei compagni di viaggio in questi anni di concerti. È stata una sfida che ho lanciato anche a me stesso: provare a perdere il controllo, ad abbandonarmi il più possibile al flusso emotivo proprio come faccio nei live, ma questa volta all’interno di uno studio di registrazione. Ho accettato l’imprevedibile, l’imperfezione, suonando la chitarra mentre cantavo, con dieci musicisti e strumenti che suonavano insieme e vibravano nell’aria e nel corpo. Provare a cogliere un momento unico, irripetibile, il movimento di un corpo vivo fino a sentire il suono e il calore del suo cuore infuocato."
Il disco è stato registrato alle Officine Meccaniche da Carlo Madaghiele e Tommaso Colliva e prodotto e mixato da quest'ultimo nei suoi Laboratori Testone, ed effettivamente trasmette l'energia del live, per la gioia di chi pur seguendolo da così tanti anni non ha mai avuto la fortuna di vederlo in concerto. Vi invitiamo a scoprirlo con il video realizzato da Giacomo Citro per la trascinante traccia di apertura, Ma che vuoi: enjoy!!
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