Tuesday, July 31, 2018

Gianni Maroccolo, prima anticipazione dal prossimo disco: Sìncaro

Lo sapete, in questo periodo stiamo facendo un piccolo break, con trasmissioni estive che ripropongono alcune delle più belle interviste della stagione da poco conclusa, ed anche con pochi post qui sul blog.. ma oggi dobbiamo fare un'eccezione!

La facciamo per quello che non è solo un artista che ha segnato la storia del rock italiano, ma anche una delle più belle persone che abbiamo avuto la fortuna di conoscere negli anni di Panoplie, quando suonò al d:qliq sia con i Marlene Kuntz che con IG, il suo progetto con Ivana Gatti.
Parliamo di Gianni Maroccolo, che negli ultimi anni è diventato anche un ospite ricorrente della nostra trasmissione, per parlare dei suoi tanti lavori, dall'album con Claudio Rocchi a quello con i post-CSI. L'ultima volta, nell'aprile dell'anno scorso (qui il podcast), ci ha presentato non uno ma due diversi dischi, uno addirittura triplo: abbiamo infatti parlato da un lato di Nulla è andato perso, album dal vivo che racconta i suoi trent'anni di musica e del ritorno di Deproducers, supergruppo che lo vede unito a Max Casacci, Riccardo Sinigallia e Vittorio Cosma, di cui ci aveva già presentato il debutto ormai 6 anni fa.

Torniamo con gioia ad occuparci di lui perché il 17 novembre sarà pubblicato Alone, il volume 1 del suo primo disco "solo": abbiamo bisogno di dirvi che lo accoglieremo nuovamente in trasmissione all'uscita? Nell'attesa, oggi ve ne proponiamo una prima anticipazione, Sìncaro, un fantastico viaggio, dilatato, variegato ed affascinante: enjoy!!





Sunday, July 29, 2018

Africa Unite live a "La Barcolana", Trieste

Con la fine della stagione e l'inizio dei Sentieri Sonori Estivi (ieri la seconda puntata, qui il podcast) anche questo blog rallenta i ritmi per qualche settimana.. ma non volevamo farvi mandare il tradizionale appuntamento con il concerto della domenica!!

Cercavamo qualcosa di adatto al periodo estivo, ormai purtroppo dominato dalle hit reggaeton e dintorni, cui rispondiamo oggi con un bello show della più grande reggae band italiana.
Non pensiamo di aver bisogno di presentare gli Africa Unite, che della scena reggae italiana sono stati i pionieri, e che continuano a sfornare ottimi dischi e splendidi spettacolo da ormai.. quasi quarant'anni!!

Quest'oggi li troviamo in una splendida cornice, cui sono molto legato, Piazza Unità d'Italia a Trieste, dove si sono esibiti nel luglio di quattro anni fa, nell'ambito de La Barcolana, la tradizionale annuale regata: enjoy!!




Saturday, July 28, 2018

Dunk, Lucio Leoni, Generic Animal e The Zen Circus nel podcast della settimana, già online

Non avete potuto ascoltare in diretta la trasmissione di oggi, in cui abbiamo riproposto le interviste a Dunk, Lucio Leoni, Generic Animal e The Zen Circus, o forse volete riascoltarla?
La trovate a questo link, in streaming o download: enjoy!!



Playlist:
1
Eurocrime!Calibro 35
2
Noi non siamoDunk
3
MilaDunk
4
Le interiora di FilippoLucio Leoni
5
SigaretteLucio Leoni
6
TrenordGeneric Animal
7
Qualcuno che è andatoGeneric Animal
8
CateneThe Zen Circus
9
Il fuoco in una stanzaThe Zen Circus

In onda fra poco, riascolteremo le interviste a Dunk, Lucio Leoni, Generic Animal e The Zen Circus

È arrivato il weekend, pronti come ogni sabato a seguirci su nuovi Sentieri Sonori?
Appuntamento speciale, questa settimana, il secondo dei Sentieri Sonori estivi: come è ormai tradizione, approfittiamo delle settimane estive per proporvi una carrellata di alcune fra le più belle interviste della stagione appena conclusa, lunga, ricca e quanto mai densa di ospiti.

Quest'oggi torneremo in primo luogo ad inizio anno, al 13 gennaio, quando vi abbiamo presentato un "esperimento in progress al limite della performance".

Dunk sono nati dall'unione di due musicisti a noi ben noti, Luca Ferrari (Verdena) e Carmelo Pipitone (Marta Sui TubiO.R.k.), con i fratelli Ettore e Marco GiuradeiLa scintilla iniziale è stata l'incontro fra il primo e l'ultimo ad un concerto dei Giuradei a Bergamo, cui sono seguite una serie di jam session nello studio dei Verdena. Allo stesso tempo Ettore ha cominciato a scrivere nuove canzoni, con testi ispirati ad autori come Carmelo Bene ed Antonin Artaud, incentrati soprattutto sul "tema del doppio e di una certa inadeguatezza dell'esistere".

L'esordio live, nel mese di aprile dell'anno scorso a Brescia, ottiene ottimi riscontri, ma convince il trio ad allargarsi, coinvolgendo Carmelo Pipitone e la sua chitarra. Dopo un periodo di ulteriori prove e scrittura, a settembre la band registra il primo omonimo disco, uscito il 12 gennaio per l'ottima Woodworm, che "raccoglie tutto l'entusiasmo di questa manciata di mesi passata insieme: un disco poco pensato, suonato di pancia, a cuore aperto."

 

Il nostro viaggio nel tempo ci porterà poi al 18 novembre, quando abbiamo dato il bentornato ad un giovane musicista romano che definire semplicemente cantautore sarebbe oltremodo riduttivo.

Lucio Leoni alterna infatti brani parlati, recitati o rappati ad altri cantati, su ambientazioni sonore molto varie, che vanno dallo stornello romano al rock, il tutto con liriche di indubbio valore.
Il suo secondo disco era del resto originale e significativo fin dal titolo, Lorem Ipsum, che altro non è che l'inizio del testo segnaposto nei modelli dei programmi di impaginazione. Ve lo avevamo presentato con un'intervista (qui il link al podcast) e lo avevamo senza dubbio alcuno inserito nelle nostre Sentieri Sonori Picks 2015.

Il suo terzo album si intitola Il lupo cattivo ed è uscito il 10 novembre, finendo anch'esso nelle Picks 2017: un lavoro che conferma la peculiarità di questo giovane artista come il suo grande talento, espresso in modo ancor più convincente e maturo.


Torneremo poi in avanti nel tempo, al 10 febbraio, quando vi abbiamo presentato quello che è senza dubbio uno dei dischi più sorprendenti ed originali che abbiamo ricevuto negli ultimi tempi, debutto solista di un giovane artista già in attività da qualche anno.

Si fa chiamare Generic Animal, all'anagrafe Luca Galizia, cantante dei Leute, band basata a Milano il cui album di esordio del 2016 è stato pubblicato da Legno, etichetta dei Fine Before You Came, spesso presenti nelle nostre scalette ed anche nelle Sentieri Sonori Picks 2017. Proprio il loro cantante, Iacopo Lietti, ha stimolato Luca ha lavorare per la prima volta su testi in italiano: "mi ha mandato un testo e io gli ho mandato una demo. whatsapp e garage band. siamo andati avanti così per un paio di mesi. abbiam fatto 11 pezzi. nel disco ce ne sono 8. non che non ci piacciano i 3 tenuti fuori. a un certo punto faremo uscire anche loro."

L'album è stato pubblicato il 19 gennaio da La Tempesta, vede la collaborazione di Adele Nigro e Marco Giudici (ben conosciuti dalle nostre parti per Any Other ed Halfalib) e di Birthh, ed è stato mixato e masterizzato da Andrea Suriani.
Un lavoro come dicevamo molto bello ed originale, ben definito dal suo autore: "per quanto storto abbiamo l’impressione che si tratti di un disco pop senza ritornelli. con degli arrangiamenti dal gusto barocco/medievale a tratti folk a tratti soul. e anche un po’ hip hop. senza rime e tutto suonato con la chitarra classica di mia mamma."


Chiuderemo infine il nostro viaggio nel tempo andando al 3 marzo, quando abbiamo dato il bentornato ad una delle migliori rockband italiane.

Abbiamo accolto infatti nuovamente in trasmissione The Zen Circus, tornati a pubblicare un album ad un anno e mezzo dall'ottimo La terza guerra mondiale, che vi avevamo presentato con un'intervista al batterista Karim Qqru (qui il podcast), come il precedente con il cantante, Appino. Un disco con il quale hanno superato tutti i loro record, entrando direttamente al sesto posto nella classifica di vendite, ed ampliando ulteriormente la fedele fanbase che si sono guadagnati in diciotto anni, 9 album ed un EP, e più di mille concerti.

Questa volta è stato con noi il bassista Ufo, per parlare de Il fuoco in una stanza, uscito il 2 marzo per Woodworm e La Tempesta, che rappresenta un ulteriore passo in avanti nella costante crescita della band toscana.
Il loro sound, ormai inconfondibile, è sempre più ricco e maturo, e come loro abitudine sono molto ispirati anche i testi, più intimi e toccanti che mai.


READY TO TUNE IN?!!
11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.

Thursday, July 26, 2018

In onda sabato mattina, riascolteremo le interviste a Dunk, Lucio Leoni, Generic Animal e The Zen Circus

La settimana sta volando via, si avvicina il weekend, e con esso il vostro abituale appuntamento con Sentieri Sonori!!
Appuntamento speciale, questa settimana, il secondo dei Sentieri Sonori estivi: come è ormai tradizione, approfittiamo delle settimane estive per proporvi una carrellata di alcune fra le più belle interviste della stagione appena conclusa, lunga, ricca e quanto mai densa di ospiti.

Questo sabato torneremo in primo luogo ad inizio anno, al 13 gennaio, quando vi abbiamo presentato un "esperimento in progress al limite della performance".

Dunk sono nati dall'unione di due musicisti a noi ben noti, Luca Ferrari (Verdena) e Carmelo Pipitone (Marta Sui TubiO.R.k.), con i fratelli Ettore e Marco GiuradeiLa scintilla iniziale è stata l'incontro fra il primo e l'ultimo ad un concerto dei Giuradei a Bergamo, cui sono seguite una serie di jam session nello studio dei Verdena. Allo stesso tempo Ettore ha cominciato a scrivere nuove canzoni, con testi ispirati ad autori come Carmelo Bene ed Antonin Artaud, incentrati soprattutto sul "tema del doppio e di una certa inadeguatezza dell'esistere".

L'esordio live, nel mese di aprile dell'anno scorso a Brescia, ottiene ottimi riscontri, ma convince il trio ad allargarsi, coinvolgendo Carmelo Pipitone e la sua chitarra. Dopo un periodo di ulteriori prove e scrittura, a settembre la band registra il primo omonimo disco, uscito il 12 gennaio per l'ottima Woodworm, che "raccoglie tutto l'entusiasmo di questa manciata di mesi passata insieme: un disco poco pensato, suonato di pancia, a cuore aperto."

 

Il nostro viaggio nel tempo ci porterà poi al 18 novembre, quando abbiamo dato il bentornato ad un giovane musicista romano che definire semplicemente cantautore sarebbe oltremodo riduttivo.

Lucio Leoni alterna infatti brani parlati, recitati o rappati ad altri cantati, su ambientazioni sonore molto varie, che vanno dallo stornello romano al rock, il tutto con liriche di indubbio valore.
Il suo secondo disco era del resto originale e significativo fin dal titolo, Lorem Ipsum, che altro non è che l'inizio del testo segnaposto nei modelli dei programmi di impaginazione. Ve lo avevamo presentato con un'intervista (qui il link al podcast) e lo avevamo senza dubbio alcuno inserito nelle nostre Sentieri Sonori Picks 2015.

Il suo terzo album si intitola Il lupo cattivo ed è uscito il 10 novembre, finendo anch'esso nelle Picks 2017: un lavoro che conferma la peculiarità di questo giovane artista come il suo grande talento, espresso in modo ancor più convincente e maturo.


Torneremo poi in avanti nel tempo, al 10 febbraio, quando vi abbiamo presentato quello che è senza dubbio uno dei dischi più sorprendenti ed originali che abbiamo ricevuto negli ultimi tempi, debutto solista di un giovane artista già in attività da qualche anno.

Si fa chiamare Generic Animal, all'anagrafe Luca Galizia, cantante dei Leute, band basata a Milano il cui album di esordio del 2016 è stato pubblicato da Legno, etichetta dei Fine Before You Came, spesso presenti nelle nostre scalette ed anche nelle Sentieri Sonori Picks 2017. Proprio il loro cantante, Iacopo Lietti, ha stimolato Luca ha lavorare per la prima volta su testi in italiano: "mi ha mandato un testo e io gli ho mandato una demo. whatsapp e garage band. siamo andati avanti così per un paio di mesi. abbiam fatto 11 pezzi. nel disco ce ne sono 8. non che non ci piacciano i 3 tenuti fuori. a un certo punto faremo uscire anche loro."

L'album è stato pubblicato il 19 gennaio da La Tempesta, vede la collaborazione di Adele Nigro e Marco Giudici (ben conosciuti dalle nostre parti per Any Other ed Halfalib) e di Birthh, ed è stato mixato e masterizzato da Andrea Suriani.
Un lavoro come dicevamo molto bello ed originale, ben definito dal suo autore: "per quanto storto abbiamo l’impressione che si tratti di un disco pop senza ritornelli. con degli arrangiamenti dal gusto barocco/medievale a tratti folk a tratti soul. e anche un po’ hip hop. senza rime e tutto suonato con la chitarra classica di mia mamma."


Chiuderemo infine il nostro viaggio nel tempo andando al 3 marzo, quando abbiamo dato il bentornato ad una delle migliori rockband italiane.

Abbiamo accolto infatti nuovamente in trasmissione The Zen Circus, tornati a pubblicare un album ad un anno e mezzo dall'ottimo La terza guerra mondiale, che vi avevamo presentato con un'intervista al batterista Karim Qqru (qui il podcast), come il precedente con il cantante, Appino. Un disco con il quale hanno superato tutti i loro record, entrando direttamente al sesto posto nella classifica di vendite, ed ampliando ulteriormente la fedele fanbase che si sono guadagnati in diciotto anni, 9 album ed un EP, e più di mille concerti.

Questa volta è stato con noi il bassista Ufo, per parlare de Il fuoco in una stanza, uscito il 2 marzo per Woodworm e La Tempesta, che rappresenta un ulteriore passo in avanti nella costante crescita della band toscana.
Il loro sound, ormai inconfondibile, è sempre più ricco e maturo, e come loro abitudine sono molto ispirati anche i testi, più intimi e toccanti che mai.


La raccomandazione è la solita: READY TO TUNE IN?!!
Sabato 28 luglio, 11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.

Sunday, July 22, 2018

Manu Chao live @ Ciudad de México 2006

Con la fine della stagione e l'inizio dei Sentieri Sonori Estivi (ieri la prima puntata, qui il podcast) anche questo blog rallenta i ritmi per qualche settimana.. ma non volevamo farvi mandare il tradizionale appuntamento con il concerto della domenica!!

Cercavamo qualcosa di adatto al periodo estivo, ormai purtroppo dominato dalle hit reggaeton e dintorni, cui rispondiamo con una bomba di musica ispanofona di quella che piace a noi.
Parliamo infatti di un artista che seguiamo da qualche decennio, da quando era a capo della Manonegra, cui ha seguito un'avventura solista altrettanto bella, e di successo globale.
Manu Chao è anche passato da Lussemburgo, ormai 7 anni fa, per un esplosivo concerto nello splendido quadro della Abbeye di Neumunster, che scatenò un entusiasmo nel pubblico che non credo di aver mai visto, da queste parti.

In questo caso andiamo ulteriormente indietro nel tempo, al marzo 2006, per trovarlo su un palco di Città del Messico con la sua band, Radio Bemba Soundsystem, di fronte ad una folla oceanica, più di 180.000 persone: enjoy!!




Saturday, July 21, 2018

Stewart Copeland (Gizmodrome), La Band del Brasiliano, Willie Peyote e Colapesce nel podcast della settimana, già online

Non avete potuto ascoltare in diretta la trasmissione di oggi, in cui abbiamo riproposto le interviste a Stewart Copeland (Gizmodrome), La Band del Brasiliano, Willie Peyote e Colapesce, o forse volete riascoltarla?
La trovate a questo link, in streaming o download: enjoy!!


Playlist:
1
Eurocrime!Calibro 35
2
Man In The MountainGizmodrome
3
Zubatta CheveGizmodrome
4
La veritàLa Band del Brasiliano
5
AnnaLa Band del Brasiliano
6
Metti che domaniWillie Peyote
7
VendesiWillie Peyote
8
TotaleColapesce
9
Vasco da GamaColapesce

In onda fra poco, riascolteremo le interviste a Stewart Copeland (Gizmodrome), La Band del Brasiliano, Willie Peyote e Colapesce

È arrivato il weekend, pronti come ogni sabato a seguirci su nuovi Sentieri Sonori?
Appuntamento speciale, questa settimana, il primo dei Sentieri Sonori estivi: come è ormai tradizione, approfittiamo delle settimane estive per proporvi una carrellata di alcune fra le più belle interviste della stagione appena conclusa, lunga, ricca e quanto mai densa di ospiti.

Quest'oggi inizieremo andando in primo luogo indietro nel tempo, all’inizio della stagione, e più precisamente al 16 settembre, quando abbiamo avuto l'onore, il piacere e l'emozione di dare 
il benvenuto ad una vera leggenda mondiale, un musicista entrato fra l'altro nel 2003 nella Rock and Roll Hall of Fame, che in carriera ha venduto più di 60 milioni di dischi e vinto 5 Grammy Awards.


Parliamo di Stewart Copeland, noto ai più come batterista di The Police, ma che dallo scioglimento della band ha esplorato il mondo della musica in tante direzioni, e che ci presenterà il suo nuovo progetto. Sotto la sigla Gizmodrome lo troviamo in compagnia di altri tre grandi nomi: alla chitarra Adrian Belew (King Crimson, David Bowie, Frank Zappa, Talking Heads), al basso Mark King (Level 42) ed alle tastiere l'italiano Vittorio Cosma, membro fra l'altro di un altro “supergruppo” di cui vi abbiamo parlato qualche mese fa, i Deproducers.

Un progetto nato in Italia, dalla collaborazione di lunga data fra Copeland e Cosma, e per una volta non da scambi di file a distanza, ma proprio da session in sala, come racconta King: “Stewart texted me and asked if I fancied joining him and some of his friends in a studio in Milan, and next thing, I’m banging out basslines to his ferocious beats with Mr. Adrian Belew bouncing sounds off the walls that I never heard before, and Vittorio who somehow always pulls it all together. That is Gizmodrome!”
Il risultato è uno splendido lavoro, vario e divertente, che abbiamo presentato con una bella intervista a Stewart ed anche come cd-tipp di Radio ARA.

 

Il nostro viaggio nel tempo ci porterà poi al 28 ottobre, quando abbiamo accolto un gruppo che abbiamo scoperto in colpevole ritardo solo nello scorso autunno, per il loro secondo disco, che ci ha conquistati.


La Band del Brasiliano è un ensemble di musicisti toscani con alle spalle collaborazioni molto diverse tra loro (Dilatazione, Paolo Benvegnù, Ulan Bator, Bluebeaters), appositamente riunito per la colonna sonora dell'omonimo film del collettivo John Snellinberg (2010), con il quale condivide alcuni membri. Dal 2011 hanno cominciato, per gioco, ad esibirsi dal vivo. In formazione big band tra gli 8 e i 12 elementi hanno suonato in tutta Italia, dividendo il palco, tra gli altri, con Baustelle e Calibro 35.
Nel 2013 hanno esordito con Vol. 1, ed il 27 ottobre scorso Cinedelic Records ha pubblicato Vol. 2: si attinge di nuovo alla tradizione retrò easy listening, funk e sexy all’italiana, ma questo nuovo lavoro presenta più pezzi cantati (Davide Arnetoli e Serena Altavilla, già con Solki, Mariposa, Calibro 35) e più brani originali rispetto al primo, con il contributo di archi, percussioni e di una sezione fiati completa.

Un disco che ha tre anime: quella beat, smaccatamente retrò nell’approccio musicale e testuale, quella romantica, legata a temi di passione e gelosia, e quella fra funk ed erotismo, come nel singolo che vi abbiamo già proposto, Ti voglio (Vanoni/New Trolls), brano italiano di discomusic preferito dalla band.

 


Torneremo poi indietro giusto di due settimane, al 14 ottobre, quando abbiamo ospitato  un artista torinese che è stato più volte nelle nostre scalette negli ultimi anni.

Si fa chiamare Willie Peyote, all’anagrafe Guglielmo Bruno, e per definirlo ci piace citare ciò che scrive di sé sui profili social: “nichilista, torinese e disoccupato, perché dire cantautore fa subito Festa dell’Unità e dire rapper fa subito bimbominkia.”
Lo abbiamo scoperto per il suo ultimo album, Educazione sabauda, uscito nel novembre 2015, che proseguiva il discorso iniziato con Manuale del giovane nichilista e Non è il mio genere, il genere umano. Un lavoro che pareva in effetti collocarsi fra rap e cantautorato, che non si affidava molto alle basi sintetiche, ma era stato anzi quasi interamente arrangiato e suonato da musicisti in carne ed ossa a partire dai beat di Frank Sativa, Kavah e Dj Koma e che anche dal lato delle liriche non deludeva, con rime molto ricche e significative, condite spesso da una buona dose di sana e sottile ironia.

Va nella stessa direzione il nuovo capitolo di questa bella storia, uscito il 6 ottobre ed intitolato La sindrome di Tôret. Uno splendido album, che conferma il suo grande talento, con "un sound e una forma lirica che vanno da Battisti a Bruno Martino, passando dal nuovo cantautorato pop e prendendo spunto dalla narrazione tipica della stand-up comedy e della satira: irriverente, ironico e mai convenzionale, si discosta dal diffuso stereotipo del rapper riuscendo a conquistare anche le platee più difficili."

 


Chiuderemo infine il nostro viaggio nel tempo andando al 4 novembre, quando abbiamo dato il bentornato a quello che per noi (e non solo) è uno dei personaggi più interessanti della musica italiana degli anni '10.

Parliamo di Lorenzo Urciullo, aka Colapesce, cui avevamo anche dedicato una trasmissione monografica (qui il podcast) tre anni fa, all'uscita del suo ultimo Egomostro, dopo averlo già ospitato per il suo esordio.
Siamo stati molto felici quando è stata annunciata l'uscita di un suo nuovo lavoro, e la curiosità è ulteriormente aumentata quando abbiamo scoperto che vede la collaborazione di Fabio Rondanini alla batteria ed Iosonouncane e Mario Conte, che hanno suonato, arrangiato e co-prodotto con Colapesce tutto il disco, registrato e mixato da Giacomo Fiorenza e masterizzato da Andrea Suriani.

L'album si intitola Infedele, è stato pubblicato a fine ottobre da 42Records, ed ha pienamente mantenuto le attese. Un disco volutamente breve, ma allo stesso tempo molto ricco e vario, con cui l'artista siciliano come al solito spariglia le carte, e sorprende, pur mantenendo quello che è ormai il suo inconfondibile stile.

 

READY TO TUNE IN?!!
11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.

Thursday, July 19, 2018

In onda sabato mattina, riascolteremo le interviste a Stewart Copeland (Gizmodrome), La Band del Brasiliano, Willie Peyote e Colapesce

La settimana sta come sempre volando via, si avvicina il weekend, e con esso il vostro appuntamento con Sentieri Sonori!!
Appuntamento speciale, questa settimana, il primo dei Sentieri Sonori estivi: come è ormai tradizione, approfittiamo delle settimane estive per proporvi una carrellata di alcune fra le più belle interviste della stagione appena conclusa, lunga, ricca e quanto mai densa di ospiti.

Questo sabato inizieremo andando in primo luogo indietro nel tempo, all’inizio della stagione, e più precisamente al 16 settembre, quando abbiamo avuto l'onore, il piacere e l'emozione di dare 
il benvenuto ad una vera leggenda mondiale, un musicista entrato fra l'altro nel 2003 nella Rock and Roll Hall of Fame, che in carriera ha venduto più di 60 milioni di dischi e vinto 5 Grammy Awards.


Parliamo di Stewart Copeland, noto ai più come batterista di The Police, ma che dallo scioglimento della band ha esplorato il mondo della musica in tante direzioni, e che ci presenterà il suo nuovo progetto. Sotto la sigla Gizmodrome lo troviamo in compagnia di altri tre grandi nomi: alla chitarra Adrian Belew (King Crimson, David Bowie, Frank Zappa, Talking Heads), al basso Mark King (Level 42) ed alle tastiere l'italiano Vittorio Cosma, membro fra l'altro di un altro “supergruppo” di cui vi abbiamo parlato qualche mese fa, i Deproducers.

Un progetto nato in Italia, dalla collaborazione di lunga data fra Copeland e Cosma, e per una volta non da scambi di file a distanza, ma proprio da session in sala, come racconta King: “Stewart texted me and asked if I fancied joining him and some of his friends in a studio in Milan, and next thing, I’m banging out basslines to his ferocious beats with Mr. Adrian Belew bouncing sounds off the walls that I never heard before, and Vittorio who somehow always pulls it all together. That is Gizmodrome!”
Il risultato è uno splendido lavoro, vario e divertente, che abbiamo presentato con una bella intervista a Stewart ed anche come cd-tipp di Radio ARA.

 

Il nostro viaggio nel tempo ci porterà poi al 28 ottobre, quando abbiamo accolto un gruppo che abbiamo scoperto in colpevole ritardo solo nello scorso autunno, per il loro secondo disco, che ci ha conquistati.


La Band del Brasiliano è un ensemble di musicisti toscani con alle spalle collaborazioni molto diverse tra loro (Dilatazione, Paolo Benvegnù, Ulan Bator, Bluebeaters), appositamente riunito per la colonna sonora dell'omonimo film del collettivo John Snellinberg (2010), con il quale condivide alcuni membri. Dal 2011 hanno cominciato, per gioco, ad esibirsi dal vivo. In formazione big band tra gli 8 e i 12 elementi hanno suonato in tutta Italia, dividendo il palco, tra gli altri, con Baustelle e Calibro 35.
Nel 2013 hanno esordito con Vol. 1, ed il 27 ottobre scorso Cinedelic Records ha pubblicato Vol. 2: si attinge di nuovo alla tradizione retrò easy listening, funk e sexy all’italiana, ma questo nuovo lavoro presenta più pezzi cantati (Davide Arnetoli e Serena Altavilla, già con Solki, Mariposa, Calibro 35) e più brani originali rispetto al primo, con il contributo di archi, percussioni e di una sezione fiati completa.

Un disco che ha tre anime: quella beat, smaccatamente retrò nell’approccio musicale e testuale, quella romantica, legata a temi di passione e gelosia, e quella fra funk ed erotismo, come nel singolo che vi abbiamo già proposto, Ti voglio (Vanoni/New Trolls), brano italiano di discomusic preferito dalla band.

 


Torneremo poi indietro giusto di due settimane, al 14 ottobre, quando abbiamo ospitato  un artista torinese che è stato più volte nelle nostre scalette negli ultimi anni.

Si fa chiamare Willie Peyote, all’anagrafe Guglielmo Bruno, e per definirlo ci piace citare ciò che scrive di sé sui profili social: “nichilista, torinese e disoccupato, perché dire cantautore fa subito Festa dell’Unità e dire rapper fa subito bimbominkia.”
Lo abbiamo scoperto per il suo ultimo album, Educazione sabauda, uscito nel novembre 2015, che proseguiva il discorso iniziato con Manuale del giovane nichilista e Non è il mio genere, il genere umano. Un lavoro che pareva in effetti collocarsi fra rap e cantautorato, che non si affidava molto alle basi sintetiche, ma era stato anzi quasi interamente arrangiato e suonato da musicisti in carne ed ossa a partire dai beat di Frank Sativa, Kavah e Dj Koma e che anche dal lato delle liriche non deludeva, con rime molto ricche e significative, condite spesso da una buona dose di sana e sottile ironia.

Va nella stessa direzione il nuovo capitolo di questa bella storia, uscito il 6 ottobre ed intitolato La sindrome di Tôret. Uno splendido album, che conferma il suo grande talento, con "un sound e una forma lirica che vanno da Battisti a Bruno Martino, passando dal nuovo cantautorato pop e prendendo spunto dalla narrazione tipica della stand-up comedy e della satira: irriverente, ironico e mai convenzionale, si discosta dal diffuso stereotipo del rapper riuscendo a conquistare anche le platee più difficili."

 


Chiuderemo infine il nostro viaggio nel tempo andando al 4 novembre, quando abbiamo dato il bentornato a quello che per noi (e non solo) è uno dei personaggi più interessanti della musica italiana degli anni '10.

Parliamo di Lorenzo Urciullo, aka Colapesce, cui avevamo anche dedicato una trasmissione monografica (qui il podcast) tre anni fa, all'uscita del suo ultimo Egomostro, dopo averlo già ospitato per il suo esordio.
Siamo stati molto felici quando è stata annunciata l'uscita di un suo nuovo lavoro, e la curiosità è ulteriormente aumentata quando abbiamo scoperto che vede la collaborazione di Fabio Rondanini alla batteria ed Iosonouncane e Mario Conte, che hanno suonato, arrangiato e co-prodotto con Colapesce tutto il disco, registrato e mixato da Giacomo Fiorenza e masterizzato da Andrea Suriani.

L'album si intitola Infedele, è stato pubblicato a fine ottobre da 42Records, ed ha pienamente mantenuto le attese. Un disco volutamente breve, ma allo stesso tempo molto ricco e vario, con cui l'artista siciliano come al solito spariglia le carte, e sorprende, pur mantenendo quello che è ormai il suo inconfondibile stile.

 


La raccomandazione è la solita: READY TO TUNE IN?!!
Sabato 21 agosto, 11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.