Come annunciato, domani avremo il piacere di ospitare in trasmissione, come ogni mese o quasi, l'amico Steven Forti di Zibaldone (Radio Contrabanda, Barcelona) con le sue interessanti proposte.
Mi pare giusto informarvi che questo pomeriggio ci sarà anche il collegamento nell'altro senso. Sarò infatti lieto di partecipare a Zibaldone, per presentare due delle più belle novità degli ultimi tempi, nonché i nostri due ospiti di sabato scorso e di domani, Ginevra Di Marco e Andrea Laszlo De Simone!!
Vi invito quindi a sintonizzarvi dalle 18 alle 20, sui 91.4 in FM se ci leggete da Barcelona, altrimenti in live streaming a questo link.
Questa mattina vi vogliamo parlare di un EP molto affascinante, pubblicato qualche settimana fa da una band decisamente interessante.
Si fanno chiamare Atome Primitif, si sono formati nel 2007 e, dopo la giusta gavetta live, hanno esordito nel 2010 con l’album Three years three days.
A cinque anni dalla loro ultima esibizione live, e con un organico parzialmente modificato, sono tornati nell’aprile scorso, con un EP intitolato Quipu, che li porta “in una dimensione più acustica, con l'aggiunta del violino e della chitarra che insieme alle trame elettroniche danno vita ad un nuovo impatto sonoro, profondo, scuro e intimo.”
Un titolo particolare, che nella lingua quechua (lingua degli Inca tutt'oggi in uso in diverse varianti e parlato da milioni di persone in America Latina) vuol dire nodo.
“Un Quipu è infatti un insieme di cordicelle annodate e legate da una corda più spessa che le sorregge. Ed è proprio così che questo nuovo lavoro è maturato: stringendo legami artistici e nuove collaborazioni. Quipu è nato come un percorso di sperimentazione, un contenitore d’idee sonore, grafiche e visual, ma soprattutto un catalizzatore di anime ed emozioni scaturenti da tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto. E’ un concept audiovisivo che guarda e osserva il suono, lo sviscera e lo rende materia attraverso le immagini. E' anche la colonna sonora che accompagna le scene di un film ideato e scritto dalla PurpleNeonLights in quattro puntate: Cassiopea.”
Un lavoro come dicevamo molto affascinante, che come annunciato vi presenteremo in trasmissione domattina. Ve ne iniziamo a parlare oggi, presentandovi il video della title-track: enjoy!!
La settimana sta come sempre volando via, si avvicina il weekend, e con esso il vostro appuntamento con Sentieri Sonori!!
Vi aspettano gli abituali 90 minuti di ottima musica italiana, che includeranno parecchie novità interessanti, e gli ultimi due ospiti della stagione.
Per la trasmissione successiva abbiamo infatti scelto di non avere ospiti: per una volta vogliamo lasciarci liberi di spaziare per tutti i 90 minuti in completa libertà, ed augurare buona estate a tutti. Chiuderemo infine la stagione, sabato 15, con una nuova puntata dei Radioracconti di Sentieri Sonori, con Raf e Jacopo.
Poi, come ormai è tradizione, approfitteremo delle settimane estive per proporvi una carrellata di alcune fra le più belle interviste di questa lunga annata e del meglio dei Radioracconti, ritornando con le trasmissioni normali ad inizio settembre.
Venendo agli ospiti, avremo in primo luogo il secondo dei nostri mensili collegamenti internazionali, quello con Barcelona e Steven Forti (Zibaldone, Radio Contrabanda), che ci parlerà del recente Primavera Sound Festival.
Sarà poi il momento dell’ultima intervista della stagione, dedicata ad un disco assolutamente sorprendente e molto convincente.
Si tratta dell’esordio "ufficiale" di Andrea Laszlo De Simone, cantautore che aveva realizzato nel 2012 Ecce Homo, disco interamente autoprodotto. Intorno a lui si è formata in seguito una vera e propria band di sei elementi, che qualche mese fa aveva pubblicato un primo interessante singolo, Uomo Donna.
Così si intitola anche l’album, che è uscito venerdì 9 giugno per 42 Records: "un disco complesso, articolato e vitale che vive in un tempo tutto suo dove convivono passato, presente e futuro."
È stato "registrato in presa diretta, e successivamente post-prodotto e mixato utilizzando tecniche sperimentali a cavallo tra l’analogico e il digitale fino a creare una sorta di paradosso sonoro che parte dalla canzone italiana anni ’70 per arrivare a oggi. Il mondo sonoro di Andrea Laszlo De Simone nasce dallo scontro di classico e moderno. La canzone d’autore italiana e la psichedelia. Battisti e i Radiohead. Modugno e i Verdena. I Beatles e i Tame Impala. Il “volo magico” di Claudio Rocchi e quello “terreno” di IOSONOUNCANE."
Un lavoro di grande spessore, che potremmo definire vintage e moderno allo stesso tempo, cui saremo lieti di dedicare l’ultima chiacchierata prima dell’estate.
La raccomandazione è la solita: READY TO TUNE IN?!!
Sabato 1° luglio, 11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.
Ad inizio aprile vi abbiamo presentato in trasmissione (qui il link al podcast) un lavoro molto particolare e toccante, di cui oggi vogliamo tornare a parlare.
Si intitola Music from Il volo - la ballata dei picchettini, ed è il disco che contiene le musiche e i versi rap composti, rispettivamente, da Francesco Giampaoli (che conosciamo come bassista dei Sacri Cuori) e Lanfranco “Moder” Vicari (rapper nostro ospite a dicembre, qui il podcast) per l’omonimo spettacolo teatrale, scritto da Luigi Dadina, Laura Gambi e Tahar Lamri e prodotto dal Teatro delle Albe nel 2015.
Come dicono gli autori, non si tratta di una semplice colonna sonora: lo spettacolo mette in scena una sorta di conferenza in musica in cui sia i versi rap di Moder sia le note suonate dai due bassi di Francesco Giampaoli e Diego Pasini hanno un ruolo centrale nella tessitura drammaturgica. Le sonorità partono dal folk, dal blues e dal ritualismo delle musiche popolari legate alla terra e alle proprie radici.
Il disco è stato prodotto, registrato e mixato da Francesco Giampaoli, che così parla di questa produzione musicale: “Per produrre Music from Il volo - la ballata dei picchettini, ho scelto di registrare in presa diretta per preservare l’aspetto performativo/ritualistico delle musiche. A questo ho contrapposto un piano astratto/concettuale giocato sulla rielaborazione elettronica di suoni reali, di percussioni metalliche e pelli strofinate. Il risultato è una sorta di preghiera, di mantra che si sposta continuamente dall’attrazione fisica alla terra, al volo del pensiero, da peso a leggerezza, da sapere a illuminazione”.
Tema dello spettacolo, un terribile incidente sul lavoro che costò la vita a tredici operai, di cui a marzo ricorreva il trentennale, come spiega Moder: “Lo spettacolo parla della tragedia della Mecnavi, di morte, di lavoro, di memoria. Parlare di un fatto di cronaca così grave mi faceva molta paura, era un territorio del tutto inesplorato, non avevo appigli: da un lato raccontavo quei fatti, dall’altro, musicalmente, lavoravo insieme a due bassi nudi, senza orpelli. Scivolare nella retorica o, peggio, nella mancanza di rispetto per quelle vite, era la cosa che temevo di più. La stesura dei testi, infatti, è stata complicata: ho scritto decine di versioni e mi sembrava di non trovare mai la chiave giusta. Tutto è cambiato una notte in cui mi sono messo a leggere l’omelia del Cardinale Tonini: ho scritto di getto Calma piatta e, da quel momento in poi, ho trovato il bandolo della matassa. Dopo è venuto il lavoro musicale: dovevo trovare il modo di non snaturare il rap ma di renderlo comprensibile a chiunque fosse in platea, ho studiato molto la voce e l’interpretazione per riuscire a rendere quelle parole carne. Abbiamo registrato il disco tutti insieme come fossimo dal vivo, per recuperare quell’ascolto che una cuffia non può dare”.
Un spettacolo e disco di grande valore, civico come artistico, un omaggio molto sentito e toccante ad una delle purtroppo sempre frequenti tragedie sul lavoro.
Quest’oggi vogliamo proporvi il video di uno dei brani più emozionanti, Grattano.
Poco più di un mese fa siamo stati lieti di dare il bentornato in trasmissione (qui il podcast) ad un cantautore che stimiamo molto e che avevamo già accolto per il suo precedente lavoro, pubblicato ormai ben cinque anni fa.
Si fa chiamare unòrsominòre., all’anagrafe Emiliano Merlin, già nei Lecrevisse nei primi anni 2000, per poi debuttare da solista sotto questo moniker nel 2009.
Lo avevamo ospitato nel marzo di quattro anni fa per presentare (in colpevole ritardo) lo splendido La vita agra, il suo secondo LP, che di recente ha trovato finalmente un seguito.. anzi, due!
Il 14 aprile ha infatti pubblicato, a sorpresa ed in contemporanea, non solo il nuovo album, Una valle che brucia, ma anche il suo secondo EP, intitolato Analisi logica.
Due ottimi lavori, registrati e prodotti come il precedente da un altro artista che apprezziamo molto, Fabio De Min di Non voglio che Clara, che ci riportano nel mondo musicale dell'artista veneto, fra cantautorato e rock, come sua abitudine con liriche ispirate, poetiche quanto intense, e spesso crude.
Quest'oggi torniamo a parlare di lui per presentarvi il nuovo video estratto dal disco, per il brano che vi avevamo proposto giusto prima dell’intervista, Fare meno / fare meglio: enjoy!!
Questa mattina vogliamo parlarvi di un musicista che apprezziamo e stimiamo da tre decenni, e che abbiamo avuto il piacere di accogliere in trasmissione due mesi fa (qui il podcast) per presentare il suo nuovo album.
Luca Madonia è stato negli anni ’80 una delle due voci dei Denovo (l'altra era Mario Venuti), band che ottenne notevoli riscontri con il suo pop di chiara matrice anglosassone. Dopo lo scioglimento del gruppo, ha avviato una carriera solista anch’essa di buon successo, che lo scorso 21 aprile lo ha portato a pubblicare il suo nono album, con Viceversa Records.
Il tempo è dalla mia parte segna un notevole cambiamento rispetto al precedente disco, La monotonia dei giorni, che aveva realizzato con Carmen Consoli e che tendeva a sonorità analogiche, per lo più acustiche. In questo caso siamo invece in territori pop, con ampio uso di elettronica, seguendo “l'idea di poter riflettere con un sorriso sulle labbra, piuttosto che con le rughe sulla fronte.”
Il risultato è un lavoro molto vario e piacevole, che ruota intorno al concetto di tempo, nelle sue varie accezioni, e che ci fa ritrovare (in gran forma) il cantautore catanese, fra gli artisti di maggior garbo ed eleganza del panorama italiano. Oggi vi vogliamo presentare il video del secondo singolo,"realizzato (quasi per caso) da Luca Madonia e da suo figlio Brando giocando sul brano", E per un attimo: enjoy!!
Iniziamo la settimana occupandoci di un artista di cui vi abbiamo parlato più volte negli ultimi mesi, ed in due vesti differenti, come solista e come frontman di una band.
Vi abbiamo infatti presentato sia il nuovo album dei Cairobi (ex-Vadoinmessico), band basata a Londra ma dal line-up internazionale, già più volte presente nelle nostre scalette, che l'esordio solista di uno dei suoi membri, Giorgio Poi. Curiosamente, sono usciti a breve distanza, il 27 gennaio il primo, il 10 febbraio il secondo, che si intitola Fa niente ed è stato pubblicato da Bomba Dischi: un lavoro molto interessante, a metà strada fra il pop psichedelico anglosassone della band ed il cantautorato pop italiano.
Torniamo a parlare di lui questa mattina per presentarvi il simpatico video del terzo singolo estratto dall'album. Il brano si intitola Acqua minerale, ed il video è stato girato durante il tour dai membri della band con un iPhone in modalità time-lapse, con i disegni ed il montaggio di Weronika Wolińska: enjoy!!
Ad inizio aprile vi abbiamo presentato (qui il podcast) il nuovo episodio della collaborazione fra due artisti che apprezziamo molto, di cui torniamo a parlare quest'oggi.
Emidio Clementi (Massimo Volume) e Corrado Nuccini (Giardini di Mirò) avevano già collaborato due anni fa per Notturno Americano, lo spettacolo dedicato ad Emanuel Carnevali diventato anche un disco per il quale avevamo riaccolto in trasmissione Emidio (qui il podcast), come poi nuovamente l'anno scorso per Sorge, il progetto creato con Marco Caldera (ecco il podcast). La voce di Emidio e la musica di Corrado si sono nuovamente unite quest'anno, per omaggiare ed affrontare una grande opera della letteratura statunitense, i Quattro Quartetti di T.S. Eliot. "Eliot impiegò quasi otto anni – dal 1934 al 1942 – per terminare i suoi Quattro Quartetti (un poema unico composto da quattro sezioni differenti scritte in periodi diversi e anche abbastanza distanti l’una dall’altra). Un vero e proprio classico moderno che è riuscito a superare indenne lo spettro del tempo senza invecchiare mai davvero o vedere scemare il suo fascino. Quattro quartetti come sono quattro i luoghi che fanno da titolo alle diverse sezioni (Burnt Norton, East Coker, The Dry Salvages e Little Gidding) e che rimandano direttamente alle quattro stagioni (autunno, inverno, primavera ed estate) e ai quattro elementi (acqua, aria, terra e fuoco), per quello che può essere inteso a tutti gli effetti come un viaggio all’interno della natura umana. Negli anni sono tantissimi gli autori che hanno provato a rielaborarlo e altrettanti sono gli attori che ne hanno fornito una loro interpretazione, ma nessuno aveva provato a fondere l’elemento ritmico già presente nelle parola di Eliot con un tessuto musicale inedito, composto per l’occasione e che prova a far convivere trame sonore vicine alla musica ambient con suggestioni etniche e improvvise impennate chitarristiche." Uno splendido lavoro, pubblicato il 24 marzo da 42 Records, che i due artisti stanno portando in giro per l'Italia, e che hanno voluto mettere a disposizione per intero anche su YouTube.
Per una volta, quindi, non vogliamo accompagnare la vostra domenica con un concerto, ma con questo affascinante reading, che vi invitiamo ad apprezzare con attenzione: enjoy!!
Non avete potuto ascoltare in direttala trasmissione di oggi, ospiti Ginevra Di Marco e Ricky Russo, o forse volete riascoltarla? La trovate a questo link, in streaming o download: enjoy!!
Sono quasi le 11.30 di sabato mattina, pronti come ogni settimana a seguirci su nuovi Sentieri Sonori?
Vi attendono gli abituali novanta minuti di ottima musica italiana, forse con qualche novità in meno del solito, ma con la partecipazione di due graditi ospiti.
In tema di novità, vi presenteremo in particolare un'interessante iniziativa di King Kong, storica trasmissione di RAI Radio 1. Si tratta di KO Computer, l'omaggio ai vent'anni del disco dei Radiohead contenente le riletture di tutti i brani realizzate da una serie di grandi artisti italiani, fra l'altro tutti già nostri ospiti (qui info e download gratuito).
Vi proporremo poi il primo dei nostri collegamenti internazionali, quello con il Big Pomo, come chiama Ricky Russo la sua New York, nella quale ci porterà in giro come fa con i suoi tour NY Groove. Saremo in questo caso con lui al Greenwich Village, ascoltando Queens of the Stone Age e Son Little. Ospiteremo infine, dopo Mara Redeghieri la scorsa settimana (qui il link al podcast), un’altra splendida voce femminile che abbiamo iniziato ad amare negli anni ‘90, Ginevra Di Marco.
Già nei C.S.I. prima (1993- 2001) e nei PGR poi (2001 – 2004), dal 1999 è impegnata in una carriera solista che ne ha fatto una delle più autorevoli voci della world music e del nuovo folk italiano, premiata tre volte con la Targa Tenco, l'ultima proprio in questi giorni per il disco di cui parleremo. A sei anni dal suo ultimo Canti, richiami d’amore, il 19 maggio è uscito il suo nuovo album, La Rubia canta la Negra, appassionato tributo a Mercedes Sosa, la più grande "cantora" dell’America Latina. “Simbolo della lotta per la libertà del popolo argentino negli anni della dittatura, ancora oggi è una figura in grado di insegnare i valori del coraggio e della fiera resistenza alle oppressioni. Vittima di censura, arrestata e poi costretta all’esilio nel 1979, non smise mai di condannare ciò che avveniva nel suo paese, dove riuscì a rientrare alla vigilia del crollo della dittatura.” Alcuni tra i brani più significativi del repertorio di questa grande artista trovano nuova vita nell’interpretazione di Ginevra, che regala al suo pubblico anche tre pezzi inediti, producendo e arrangiando tutto con i compagni di sempre, Andrea Salvadori (chitarre, mandolino ed elettronica) e Francesco Magnelli (pianoforte e magnellophoni).
La raccomandazione è la solita: READY TO TUNE IN?!! 11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.
Quest'oggi torniamo ad occuparci di un artista che seguiamo da qualche anno ed apprezziamo molto, e che abbiamo ospitato nella prima trasmissione del 2017 (qui il podcast) per presentarvi il suo nuovo album, uscito a fine ottobre.
Stiamo parlando di ED, all'anagrafe Marco Rossi, giovane cantautore che prima ci colpì molto con l'esordio One hand clapping (or the LP with one sound), che includemmo nelle Sentieri Sonori Picks 2012, per poi confermarsi con un bel secondo disco in italiano, Meglio soli, anch'esso finito nelle nostre Picks, nel 2014.
Il suo nuovo album si intitola No big deal ed è stato pubblicato lo scorso 24 ottobre da Riff Recs in Italia e da Wiener Records (etichetta gemella della nota Burger Records) negli Stati Uniti.
Un ottimo disco, che abbiamo incluso nella prima parte delle Picks 2016, e che ha confermato il nostro grande apprezzamento per il lavoro di questo sensibile cantautore, autore come sempre di melodie sognanti e toccanti. Oggi siamo lieti di presentarvi il suo nuovo video, pubblicato giusto lunedì per la splendida Modern times: enjoy!!
Questo giovedì pomeriggio a Lussemburgo sa già di weekend, si prepara quella che ogni anno è la più lunga notte di festa nel Granducato, domani sarà la Fête Nationale, e sabato arriva come sempre il vostro appuntamento con Sentieri Sonori!!
Vi attendono gli abituali novanta minuti di ottima musica italiana, forse con qualche novità in meno del solito, ma con la partecipazione di due graditi ospiti.
In tema di novità, vi presenteremo in particolare un'interessante iniziativa di King Kong, storica trasmissione di RAI Radio 1. Si tratta di KO Computer, l'omaggio ai vent'anni del disco dei Radiohead contenente le riletture di tutti i brani realizzate da una serie di grandi artisti italiani, fra l'altro tutti già nostri ospiti (qui info e download gratuito).
Vi proporremo poi il primo dei nostri collegamenti internazionali, quello con il Big Pomo, come chiama Ricky Russo la sua New York, nella quale ci porterà in giro come fa con i suoi tour NY Groove. Saremo in questo caso con lui al Greenwich Village, ascoltando Queens of the Stone Age e Son Little. Ospiteremo infine, dopo Mara Redeghieri la scorsa settimana (qui il link al podcast), un’altra splendida voce femminile che abbiamo iniziato ad amare negli anni ‘90, Ginevra Di Marco.
Già nei C.S.I. prima (1993- 2001) e nei PGR poi (2001 – 2004), dal 1999 è impegnata in una carriera solista che ne ha fatto una delle più autorevoli voci della world music e del nuovo folk italiano, premiata tre volte con la Targa Tenco, l'ultima proprio in questi giorni per il disco di cui parleremo. A sei anni dal suo ultimo Canti, richiami d’amore, il 19 maggio è uscito il suo nuovo album, La Rubia canta la Negra, appassionato tributo a Mercedes Sosa, la più grande "cantora" dell’America Latina. “Simbolo della lotta per la libertà del popolo argentino negli anni della dittatura, ancora oggi è una figura in grado di insegnare i valori del coraggio e della fiera resistenza alle oppressioni. Vittima di censura, arrestata e poi costretta all’esilio nel 1979, non smise mai di condannare ciò che avveniva nel suo paese, dove riuscì a rientrare alla vigilia del crollo della dittatura.” Alcuni tra i brani più significativi del repertorio di questa grande artista trovano nuova vita nell’interpretazione di Ginevra, che regala al suo pubblico anche tre pezzi inediti, producendo e arrangiando tutto con i compagni di sempre, Andrea Salvadori (chitarre, mandolino ed elettronica) e Francesco Magnelli (pianoforte e magnellophoni).
La raccomandazione è la solita: READY TO TUNE IN?!!
Sabato 24 giugno, 11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.
Qualche settimana fa vi abbiamo presentato in trasmissione (qui il link al podcast) un nuovo interessante disco di cui vogliamo tornare a parlare oggi.
Il 5 maggio è uscito Ninnenanne, secondo album del cantautore tivolese VonDatty, che chiude la "Trilogia della notte" iniziata con l’EP Diavolerienel 2012 e proseguita con l'LP Madrigalidue anni dopo. Prodotto artisticamente dallo stesso VonDatty con il fidato Fabio Martini, è “un disco di canzoni d’amore e di fantasmi, nato dopo un lungo periodo di crisi creativa. I suoni si fanno più morbidi e le immagini più forti, viene meno la voglia di sorprendere l’ascoltatore, per fare in modo che alla fine dell’ascolto siano le emozioni ad avere la meglio.”
Un lavoro affascinante ed interessante, di cui torniamo a parlare per presentarvi il primo singolo e video, Non credere ai fiori: “Una ragazza si sveglia, si alza e ripete tutte le azioni della propria routine mattutina, ma mentre gira per la casa appaiono i residui della serata precedente, sarà di quella serata che parlerà tramite note vocali e con un fare un po’ annoiato? E con chi? Ma soprattutto, starà aspettando qualcuno, dato che si trucca e si veste come se dovesse uscire da un momento all’altro?”
Il video, scritto dallo stesso VonDatty insieme a Fabio Martini, è stato girato e realizzato da Lumens-Video Creator e vede la partecipazione di Luca Di Ruscio e Sarah Moon, quest'ultima anche ospite in un brano dell'album: enjoy!!
Questo pomeriggio usciamo fuori dai nostri abituali sentieri sonori italiani, per diffondere una novità splendida e più che attesa: si tratta infatti del ritorno in studio di una storica band americana, a quasi trent'anni dal loro ultimo album.
Il frontman Steve Wynn, da allora dedito ad una carriera solista anch'essa di grande valore, ha riunito la band nel 2012 per esibirsi in alcuni festival, e da allora sono stati protagonisti di più di cinquanta concerti. Nello scorso mese di febbraio è arrivata la notizia che in molti attendevamo, ovvero il loro ritorno in studio per lavorare al quinto album, ben ventinove anni dopo il precedente! Si intitolerà How did I find myself here?, uscirà il prossimo 8 settembre per Anti-Records, ed è già preordinabile tramite il loro sito. Oggi vogliamo presentarvene la prima anticipazione, la splendida e lunghissima (più di 11 minuti) title-track: enjoy!!
Fra le novità che vi abbiamo presentato nella trasmissione di sabato (qui il link al podcast) c’era un’interessante band agli esordi, di cui torniamo a parlare quest’oggi.
I John Canoe sono un trio surf/garage rock di Roma che ha esordito poco più di un anno fa con il fortunato EP ActorBoy, che ha ottenuto ottimi riscontri ed ha permesso di fare un tour di oltre 60 date, fra cui festival di rilievo come Sziget (Budapest), Home (Treviso) e Magneet (Amsterdam).
“La loro tana è un box nel quartiere Testaccio, il loro terreno di caccia è il palco." Prova ne sia, oltre ai tanti concerti, anche il fatto che si sono piazzati secondi nella finale per le selezioni di Arezzo Wave 2015 nel Lazio.
Il primo album si intitola Wave Traps ed è stato pubblicato lo scorso 28 aprile da Bomba Dischi/Universal: dieci tracce in cui le sonorità garage-rock si fondono con melodie pop e surf, arrangiate dalla band e da una vecchia conoscenza della trasmissione, Marco Fasolo (Jennifer Gentle).
Stamattina vogliamo proporvi il video del primo singolo, Young fall, che vi abbiamo fatto ascoltare sabato: enjoy!!
Questa mattina vogliamo presentarvi il nuovo singolo e video estratto dal recente disco di uno degli artisti più in vista dell'ultimo decennio.
Parliamo di Vasco Brondi, aka Le luci della centrale elettrica, che ha pubblicato il 3 marzo il suo quarto LP, intitolato Terra.
Un disco molto atteso, come del resto gli succede sempre, dopo il dirompente esordio del 2008, Canzoni da spiaggia deturpata, che seguiva un demo dell'anno precedente.
Nei due album (ed un EP) successivi l'artista ferrarese ha confermato il suo talento ed il suo particolarissimo stile, pur non rinunciando ad esplorare nuovi sentieri sonori.
È il caso anche di questo nuovo lavoro, molto bello e sorprendente, che viene presentato così: "Terra è un disco etnico ma di un’etnia immaginaria (o per meglio dire "nuova") che è quella italiana di adesso. Dove stanno assieme la musica balcanica e i tamburi africani, le melodie arabe e quelle popolari italiane, le distorsioni e i canti religiosi, storie di fughe e di ritorni."
Questa mattina vi vogliamo presentare il nuovo video, realizzato da Francesco Cabras per il brano di apertura dell'album, A forma di fulmine: enjoy!!