In questa mattinata festiva vogliamo tornare a parlare del nuovo lavoro di un grande chitarrista newyorkese, con uno stretto legame con l'Italia.
Si chiama Marc Ribot, si è fatto conoscere nella seconda metà degli anni '80 con i Lounge Lizards di John Lurie, per poi collaborare negli anni con una lunghissima fila di artisti anche molto lontani fra di loro, musicalmente come geograficamente: da Tom Waits a Caetano Veloso, da Robert Plant ad Arto Lindsay, da John Zorn al nostro Vinicio Capossela, con cui ha suonato in più occasioni.
Anche la sua produzione da solista, 25 album in 40 anni di carriera, esplora i generi più disparati, dal jazz al son cubano, dal post-rock al no-wave/punk/noise, fino al folk di protesta del suo ultimo disco, uscito a metà settembre.
Si intitola Songs of Resistance 1942-2018, e riunisce alcune composizioni originali ad una serie di brani tradizionali (canzoni del movimento statunitense dei diritti civili, ballate messicane di protesta e canti dei partigiani antifascisti italiani) con l'obiettivo di "assemble a set of songs that spoke to this political moment with appropriate ambition, passion, and fury." Lo accompagnano una serie di cantanti, fra cui ricordiamo Tom Waits, Steve Earle, Meshell Ndegeocello e Sam Amidon.
"Every movement which has ever won anything has had songs" dice Ribot, che aggiunge: "There’s a lot of contradiction in doing any kind of political music,how to act against something without becoming it, without resembling what you detest. Sometimes it is hard to figure out what to do, and I imagine we’ll make mistakes, and hopefully, learn from them. But I knew this from the moment Donald Trump was elected: I’m not going to play downtown scene Furtwangler to any orange-comb-over dictator wannabe. No way." Un lavoro molto importante anche per le sue finalità benefiche, visto che parte dei ricavati dell'album sarà donato a The Indivisible Project, "an organization that helps individuals resist the Trump agenda via grassroots movements in their local communities."
Per invitarvi a scoprirlo, abbiamo presentato sia in trasmissione che qui sul blog il primo singolo, particolarmente toccante per noi italiani, anche visti i brutti venti che spirano in questo momento sulla penisola; si tratta infatti di Bella Ciao (Goodbye Beautiful), in una struggente interpretazione dell'immenso Tom Waits. Lo scorso venerdì ne ha proposto una bella versione all'interno di quello che è il nostro programma preferito della televisione italiana, Propaganda Live: enjoy!!
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