Tuesday, September 20, 2022

Andrea Laszlo De Simone, nuovo brano e video: I nostri giorni

Oggi siamo particolarmente felici di tornare ad occuparci di un artista che apprezziamo molto, ed abbiamo già ospitato due volte, la prima nel luglio 2017 (qui il podcast).

In quell'occasione abbiamo infatti presentato l’esordio "ufficiale" di Andrea Laszlo De Simone, Uomo Donna: "un disco complesso, articolato e vitale che vive in un tempo tutto suo dove convivono passato, presente e futuro. Il mondo sonoro di Andrea Laszlo De Simone nasce dallo scontro di classico e moderno. La canzone d’autore italiana e la psichedelia. Battisti e i Radiohead. Modugno e i Verdena. I Beatles e i Tame Impala. Il volo magico di Claudio Rocchi e quello terreno di IOSONOUNCANE." Un lavoro di grande spessore, che potremmo definire vintage e moderno allo stesso tempo, e che alla fine del 2019 ha trovato un seguito, con un nuovo progetto, molto particolare. Si intitola Immensità, ed "è di fatto la colonna sonora dell'omonimo mediometraggio musicale. Immensità è un’opera complessa che lega musica e immagini. Un lavoro diviso in quattro capitoli (le canzoni) per nove tracce (ogni "capitolo" ha un prologo o una conclusione). Una vera e propria suite, per usare il termine classico che meglio descrive una composizione strumentale in più tempi, che può essere fruita nella sua completezza solo ascoltando il vinile, oppure in digitale nell’innovativo formato in traccia unica, senza pause: un’unica sinfonia di 25 minuti e 16 secondi." Siamo stati lieti di presentarla dando il bentornato all'artista torinese, e fieri di fare ciò che solo una radio libera può fare, ovvero far ascoltare l'intera suite, dall'inizio alla fine senza interruzioni (qui il podcast).

Dopo due splendidi nuovi brani usciti a settembre 2020 (Dal giorno in cui sei nato tu) ed a gennaio 2021 (Vivo) a sorpresa venerdì scorso 42 Records ha pubblicato I nostri giorni, "un episodio, una nuova canzone. Non è un singolo, non è un preludio a un nuovo lavoro. Non anticipa un nuovo disco, ma chiude un cerchio."

Ci pare giusto lasciarlo presentare dalle parole dell'autore: "Non sempre riesco ad afferrare la realtà e a distinguerla dall’opinione, un po’ come nel caso di alcuni esperimenti scientifici in cui l’osservatore stesso influenza l’esito dell’esperimento. Per spiegarmi meglio provo a partire da un dato apparentemente incontrovertibile: ho 36 anni, l’anagrafe lo certifica, il bagaglio delle mie esperienze lo ribadisce, il mio aspetto lo tradisce e chi vive da prima di me lo testimonia. Dunque sono un uomo adulto. Ciononostante chi è più grande di me tende a considerarmi poco più di un bambino. Lo fanno gli anziani, i genitori, lo Stato…ma è comprensibile. Credo che la percezione della realtà cambi in base alla proporzione che intercorre fra il tempo già vissuto e quello che resta ancora da vivere ed è ulteriormente alterata dal ruolo che si ricopre in società. La matematica applicata alla società si arricchisce di sentimenti, di emotività e di significati e si deforma facendo sorgere il dubbio che lei stessa possa avere le medesime caratteristiche dell’opinione. Tre più tre fa sei, ma se parliamo di gelati o di morti il risultato emotivo cambia drasticamente e può ulteriormente cambiare se consideriamo anche il rapporto che l’osservatore ha con gli oggetti in questione: sei gelati per un diabetico non hanno lo stesso ruolo che hanno per una persona fisicamente sana e particolarmente golosa. L’idea stessa di "vita" prende un' accezione positiva in relazione all’opinione che generalmente abbiamo della morte, così come l’idea di gioia si struttura in contrapposizione alle sensazioni che genera la tristezza. Tornando a noi, chi mi considera ancora un bambino probabilmente si sbaglia, ma non ha tutti i torti. A pensarci bene, noi tutti osservati da una certa distanza abbiamo la stessa postura di certi bambini che a partire dalla fine degli anni ’80 armeggiavano con il Game Boy, circondati da un mondo che si domandava ancora se l’esposizione prolungata ad oggetti simili potesse far male. Ho riflettuto sugli eventi e sui protagonisti dell’era moderna e sono arrivato alla conclusione che nonostante siano molti, probabilmente il vero grande e grosso protagonista dei nostri giorni sono i mezzi di comunicazione e la loro evoluzione. Mentre all’inizio del secolo scorso erano strumenti in grado di far piovere la “"verità" dall’alto illudendoci di avere dati certi attorno ai quali orientare la nostra morale e le nostre opinioni, oggi sono oggetti che teniamo nel palmo della mano e ci permettono di generare, condividere e fruire contenuti di qualsiasi genere. Sono certo che negli ultimi due o tre anni sia capitato ad ognuno di voi di trovarsi improvvisamente in disaccordo su questioni riguardanti le sorti del mondo confrontandovi con qualcuno con il quale di norma avete sempre condiviso opinioni, ideali e morale. E’ successo anche a me. Non che ci sia niente di male ad avere opinioni differenti, ma sono rimasto colpito. Credo che in realtà sia una diretta o indiretta responsabilità dello strumento in sé che ha nel suo DNA la capacità di mutare il proprio contenuto in base a chi lo sta utilizzando. E’ un po’ come se comprassimo tutti l’ultimo libro uscito e lo leggessimo convinti di star leggendo lo stesso volume acquistato anche dagli altri, ma in realtà solo la copertina e il nome dei protagonisti restano immutati, mentre l’autore, le dinamiche della vicenda e la morale possono alterarsi fino a cambiare completamente. I nostri giorni è una canzone che ho scritto circa 3 anni fa e pur non avendo mai rimesso mano al testo, in questo breve e intensissimo lasso di tempo ho visto mutare il suo significato varie volte, perché è cambiato il contesto e perché sono cambiato anche io. Oggi passerà attraverso il filtro dei mezzi di comunicazione e non ho idea di come questo la trasformerà ancora né di come potrà essere percepita. I nostri giorni è l’altra faccia di Vivo, sono due canzoni legate fra di loro come lo sono la gioia e la tristezza, la tragedia e la consolazione, la vita e la morte. A tutti voi chiedo scusa perché è una canzone molto triste e ultimamente di sentimenti del genere ne abbiamo respirati parecchi, ma gli ultimi anni mi hanno insegnato che noi esseri umani siamo dotati di un coraggio eccezionale se nonostante tutto continuiamo, chi più e chi meno, a conservare questa meravigliosa, perversa e sana voglia di vivere… i nostri giorni. Supereremo anche questa. Grazie per l’attenzione e soprattutto per il coraggio. Buon ascolto e buona visione."
Oggi ve ne proponiamo il video, nato da un’idea di Andrea Laszlo De Simone e Donato Sansone, e diretto da Enrico Bisi e dello stesso Donato Sansone: enjoy!!


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