Come annunciato, domani avremo uno dei nostri collegamenti internazionali, ma stavolta non sarà né con New York o Trieste, e Ricky Russo, né con Barcelona e Steven Forti.. bensì con Dublino!!
Abbiamo infatti di recente scoperto sui social network l’esistenza in Irlanda di un programma radiofonico italiano: Radio Dublino va in onda tutti i mercoledì dalle 21:30 alle 22:30 su Near 90.3 fm (ovviamente, 90.3 in FM a Dublino), ed anche online, in livestreaming e podcast.
Lo lasciamo presentare dalle loro stesse parole: “Radio Dublino è un programma indipendente, inclusivo, plurale e senza fini di lucro. Radio Dublino intende privilegiare la lettura critica della realtà con l’intento di scoprire, verificare, sollecitare, evidenziando ciò che non appare o non è ancora conosciuto.
È concepito come un posto in cui andare per sentirsi a casa e avere una visione dell’Italia e dell’Irlanda vista da italiani espatriati. Dentro ci sono curiosità, gusto per il racconto, piacere nel parlare del futuro e delle speranze attaccate ai sogni, ovviamente con un occhio di riguardo per gli italiani trasferiti a Dublino, ma con il desiderio di incrociare ogni curiosità di italiani residenti in Irlanda, di italiani che vorrebbero trasferirsi all’estero e di dublinesi interessati all’Italia in tutti i suoi aspetti. Radio Dublino è un posto dove il pubblico, gli ospiti e i conduttori condividono la voglia di capire la vita degli italiani che vivono a Dublino.”
Non potevamo non contattarli, ed è nata subito l’idea di fare un collegamento fra le due trasmissioni: qualche settimana fa siamo stati loro ospiti e domani saremo lieti ricambiare, accogliendo in trasmissione Lorena.
Questa mattina vogliamo proporvi il podcast della loro trasmissione del 15 febbraio, con la nostra partecipazione: enjoy!!
La settimana sta come sempre volando via, si avvicina il weekend, e con esso il vostro appuntamento con Sentieri Sonori!! Appuntamento come sempre ricco, con qualche novità particolarmente succosa, un nuovo collegamento internazionale, e la tradizionale intervista a fine trasmissione. Parlando di novità, inizieremo a presentarvi tre dischi di artisti che saranno come annunciato nostri ospiti ad aprile: vi faremo infatti ascoltare i primi estratti da Nulla è andato perso, il triplo disco dal vivo di Gianni Maroccolo, e Botanica, il secondo album di Deproducers, ed avremo l'onore di proporvi un'anteprima dal prossimo esordio di Don Antonio. Il collegamento internazionale sarà questa volta con l'Irlanda, e con un programma radiofonico italiano che abbiamo scoperto di recente: Radio Dublino va in onda tutti i mercoledì dalle 21:30 alle 22:30 su Near 90.3 fm (ovviamente, 90.3 in FM a Dublino), ed anche online, in livestreaming e podcast. Gli abbiamo dedicato un post a febbraio, quando siamo stati loro ospiti, ora saremo lieti di ricambiare l'invito, accogliendo in trasmissione Lorena. Venendo all'intervista, ci occuperemo del nuovo album di una band già stata in passato nelle nostre scalette, che vi stiamo presentando questa settimana come CD-tipp di Radio ARA.
Gli Ofeliadorme hanno esordito nel 2009 con Sometimes it’s better to wait, EP mixato e masterizzato da Francesco Donadello (Blonde Redhead, Dustin O’Halloran, Efterklang, Offlaga Disco Pax..) che ha consentito alla band di iniziare subito un’intensa attività live tra Italia e UK. Sono seguiti due album, All Harm Ends Here nel 2011 e due anni dopo Bloodroot, prodotto dalla band in collaborazione con Bruno Germano (Settlefish, Iosonouncane), e con la partecipazione di Angela Baraldi e Vittoria Burattini (Massimo Volume).
Due fattori hanno poi contribuito ad una forte evoluzione nel sound della band, che ha decisamente virato verso l’elettronica, come testimoniato dall’EP del 2014, The Tale. In primo luogo l’uscita del bassista Gianluca Modica, che ha lasciato la formazione a tre: Michele Postpischl alla batteria e Tato Izzia ai synth, ad accompagnare la splendida voce di Francesca Bono. In secondo luogo l’incontro con un grande produttore e musicista come Howie B (Bjork, Tricky, Casino Royale, U2), nato dal remix della loro Paranoid Park e sfociato nella proposta di registrare, produrre e pubblicare il loro terzo disco, per la sua neonata etichetta londinese HB Recordings.
Il risultato si intitola Secret Fires, è uscito il 17 marzo, ed è stato registrato e prodotto da Howie B con il sound engineer Joe Hirst (Four Tet, Jarvis Cocker, DJ Shadow) tra la campagna del Galles e Londra. Uno splendido lavoro, molto curato ed affascinante, che la band ha presentato nei giorni scorsi in un'occasione prestigiosa come il festival SXSW di Austin, Texas.
La raccomandazione è la solita: READY TO TUNE IN?!!
Sabato 1° aprile, 11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.
Questa mattina vogliamo iniziare a parlarvi di un giovane artista padovano, molto interessante, che ha appena pubblicato il suo primo album.
Dutch Nazari viene da Padova, dove si è avvicinato alla scena hip hop fin dai tempi del liceo, contribuendo a fondare il collettivo Massima Tackenza. "Negli anni dell’università, l’incontro con il poeta Alessandro Burbank e con il producer Sick et Simpliciter (al secolo Luca Patarnello) lo hanno portato ad avvicinarsi a sonorità elettroniche e a mescolare le metriche del rap con la cifra comunicativa dei poetry slam." Nel 2014 Dargen D'Amico, artista milanese di cui abbiamo recentemente parlato con Ricky Russo (qui il podcast), lo ha voluto nella sua etichetta, Giada Mesi, con cui ha realizzato due EP, Diecimila lire (2014) e Fino a qui (2016), con crescente successo. Lo scorso 17 marzo Giada Mesi, in collaborazione con Undamento Records (etichetta di Coez), ha pubblicato il suo primo lavoro sulla lunga distanza, Amore Povero. Un album che abbiamo ricevuto da poco, e del quale vogliamo ancora approfondire l'ascolto prima di parlarne in maniera compiuta. Possiamo però già dirvi che si tratta di un disco molto interessante, che percorre sentieri sonori fra il rap ed il cantautorato, che vi presenteremo sicuramente anche in trasmissione. Quest'oggi iniziamo a presentarvene il primo singolo, la title-track, ed il suo particolare video, in cui le "vicissitudini d'Amore del protagonista sono viste attraverso un frigorifero vuoto, simbolo tipico di Povertà": enjoy!!
Marzo sta volando via, aprile è quasi arrivato, è quindi il momento di annunciarvi l’agenda del mese di Sentieri Sonori: un programma come sempre molto ricco, con ben cinque trasmissioni, e con cinque ospiti molto graditi.
Inizieremo questo sabato, 1° aprile, occupandoci del nuovo album di una band già stata in passato nelle nostre scalette, che vi stiamo presentando questa settimana come CD-tipp di Radio ARA.
Gli Ofeliadorme hanno esordito nel 2009 con Sometimes it’s better to wait, EP mixato e masterizzato da Francesco Donadello (Blonde Redhead, Dustin O’Halloran, Efterklang, Offlaga Disco Pax..) che ha consentito alla band di iniziare subito un’intensa attività live tra Italia e UK. Sono seguiti due album, All Harm Ends Here nel 2011 e due anni dopo Bloodroot, prodotto dalla band in collaborazione con Bruno Germano (Settlefish, Iosonouncane), e con la partecipazione di Angela Baraldi e Vittoria Burattini (Massimo Volume).
Due fattori hanno poi contribuito ad una forte evoluzione nel sound della band, che ha decisamente virato verso l’elettronica, come testimoniato dall’EP del 2014, The Tale. In primo luogo l’uscita del bassista Gianluca Modica, che ha lasciato la formazione a tre: Michele Postpischl alla batteria e Tato Izzia ai synth, ad accompagnare la splendida voce di Francesca Bono. In secondo luogo l’incontro con un grande produttore e musicista come Howie B (Bjork, Tricky, Casino Royale, U2), nato dal remix della loro Paranoid Park e sfociato nella proposta di registrare, produrre e pubblicare il loro terzo disco, per la sua neonata etichetta londinese HB Recordings.
Il risultato si intitola Secret Fires, è uscito il 17 marzo, ed è stato registrato e prodotto da Howie B con il sound engineer Joe Hirst (Four Tet, Jarvis Cocker, DJ Shadow) tra la campagna del Galles e Londra. Uno splendido lavoro, molto curato ed affascinante, che la band ha presentato nei giorni scorsi in un'occasione prestigiosa come il festival SXSW di Austin, Texas.
Sabato 8 aprile sarà il momento di accogliere nuovamente in trasmissione un musicista che abbiamo anche portato a suonare a Lussemburgo con la sua band, e che in questo caso ci presenterà il suo debutto solista.
Stiamo parlando di Antonio Gramentieri, chitarrista dei Sacri Cuori, protagonisti della prima Panoplie Night @ Rotondes nel gennaio 2016, poi tornato ad esibirsi nel Granducato anche nello scorso autunno con Hugo Race Fatalists. Il 4 aprile Santeria pubblicherà l'esordio di Don Antonio, il suo progetto solista, "che si lascia il continente dietro le spalle, e suona con la faccia rivolta verso il mare, affacciato sull’ultimo lembo di Italia e di Europa. Racconta una storia vera e un viaggio a Sud." Uno splendido lavoro, vario ed affascinante, nel quale ritroviamo l'inconfondibile mano del musicista di Modigliana, ma lo scopriamo percorrere sentieri sonori nuovi: "ci sono melodie romantiche che profumano di Sud, strappi blues, reminiscenze ambientali, twang adriatici, balli di gruppo, paesaggi cinematici, aiuole fiorite, navi al porto, personaggi misteriosi, donne eleganti. L’amore e il dolore del viaggio, del trovare e del lasciare. Con l’assoluta-poesia e l’assoluto-kitsch che, esattamente come nella vita vera, danzano abbracciati al mercato del pesce di Catania." A Catania è stato infatti registrato, con la collaborazione di un altro nostro recente ospite, Cesare Basile, ed è in questi giorni presentato in un tour europeo con il grande Alejandro Escovedo. Questa volta non passerà purtroppo da Lussemburgo, ma saremo felici di accogliere almeno in collegamento Don Antonio. Il weekend di Pasqua, sabato 15, avremo il ritorno del nostro appuntamento speciale, quello con lo spazio mensile che ha debuttato a fine 2015, segnando il grande ritorno di Raf, che ha creato e condotto Sentieri Sonori per 12 anni, fino al 2010, quando si è (ri)trasferito per cinque anni nella sua Roma. Tornato a Lussemburgo, ha pensato ad un nuovo progetto da inserire nella grande "casa" della nostra trasmissione, coinvolgendo l'amico Jacopo: ecco nati i Radioracconti di Sentieri Sonori, che vanno in onda una volta al mese, riunendo canzoni, racconti ed ospiti intorno ad un tema. I temi di questa seconda stagione sono stati il vino, la fantascienza, i treni, i doni, la fotografia, i fiumi ed il telefono.. curiosi di sapere cosa ci riserveranno stavolta?
Sabato 22 avremo il piacere e l'onore di accogliere un musicista che apprezziamo e stimiamo da tre decenni, per presentare il suo nuovo album.
Luca Madonia è stato negli anni ’80 una delle due voci dei Denovo (l'altra era Mario Venuti), band che ottenne notevoli riscontri con il suo pop di chiara matrice anglosassone. Dopo lo scioglimento del gruppo, ha avviato una carriera solista anch’essa di buon successo, che il prossimo 21 aprile lo porterà a pubblicare il suo nono album, con Viceversa Records.
Il tempo è dalla mia parte segna un notevole cambiamento rispetto al precedente disco, La monotonia dei giorni, che aveva realizzato con Carmen Consoli e che tendeva a sonorità analogiche, per lo più acustiche. In questo caso siamo invece in territori pop, con ampio uso di elettronica, seguendo “l'idea di poter riflettere con un sorriso sulle labbra, piuttosto che con le rughe sulla fronte.”
Il risultato è un lavoro molto vario e piacevole, che ruota intorno al concetto di tempo, nelle sue varie accezioni, e che ci fa ritrovare (in gran forma) il cantautore catanese, fra gli artisti di maggior garbo ed eleganza del panorama italiano.
Chiuderemo infine il mese, sabato 29, con ben due ospiti, graditi quanto prestigiosi: uno degli artisti più in vista dell’ultimo decennio, ed un pezzo di storia del rock italiano, da più di 30 anni.
Parliamo nel primo caso di Vasco Brondi, aka Le luci della centrale elettrica, che ha pubblicato venerdì 3 marzo il suo quarto LP, intitolato Terra. Un disco molto atteso, come del resto gli succede sempre, dopo il dirompente esordio del 2008, Canzoni da spiaggia deturpata, che seguiva un demo dell'anno precedente. Nei due album (ed un EP) successivi l'artista ferrarese ha confermato il suo talento ed il suo particolarissimo stile, pur non rinunciando ad esplorare nuovi sentieri sonori.
È il caso anche di questo nuovo lavoro, molto bello e sorprendente, che viene presentato così: "Terra è un disco etnico ma di un’etnia immaginaria (o per meglio dire "nuova") che è quella italiana di adesso. Dove stanno assieme la musica balcanica e i tamburi africani, le melodie arabe e quelle popolari italiane, le distorsioni e i canti religiosi, storie di fughe e di ritorni."
Il secondo ospite di sabato 29 sarà un artista che ha segnato la storia del rock italiano, ma anche una delle più belle persone che abbiamo avuto la fortuna di conoscere negli anni di Panoplie, quando suonò al d:qliq con i Marlene Kuntz e con IG, il suo progetto con Ivana Gatti.
Stiamo parlando di Gianni Maroccolo, che negli ultimi anni è diventato anche un ospite ricorrente della nostra trasmissione, per parlare dei suoi tanti lavori, dall'album con Claudio Rocchi a quello con i post-CSI. Questa volta ci presenterà non uno ma due diversi dischi, uno addirittura triplo, usciti entrambi in questo mese di marzo. Parleremo infatti in primo luogo di Nulla è andato perso, album dal vivo che racconta i concerti dell’omonimo tour: accompagnato da Andrea Chimenti, Antonio Aiazzi, Beppe Brotto e Simone Filippi, Marok "ha festeggiato i suoi trent’anni di musica attraversando l’Italia e portando davanti al pubblico ventitré repliche di un concerto non facile e senza compromessi." I brani sono tratti dal disco con Claudio Rocchi e dal suo precedente progetto solista, A.C.A.U., ma anche dal repertorio di Litfiba e CSI, con ospiti come Alessandra Celletti, Ginevra Di Marco, Cristiano Godano, Francesco Magnelli.. uno spettacolo ed un disco imponente, ricco, vario e soprattutto emozionante, pubblicato da Contempo Records in una splendida edizione in triplo vinile.
Ci occuperemo poi del ritorno di Deproducers, supergruppo che lo vede unito a Max Casacci, Riccardo Sinigallia e Vittorio Cosma, di cui ci aveva già presentato il debutto nel luglio 2012. Anche in questo caso, i quattro musicisti e produttori accompagnano con le loro composizioni le parole di un uomo di scienza: dopo aver dedicato Planetario agli astri e all’universo, con Botanica si orientano verso un mondo più vicino, la nostra Terra, con il professor Stefano Mancuso, autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche sulla fisiologia e sul comportamento dei vegetali. "L’obiettivo è far percepire che, esattamente come gli esseri umani, anche le piante hanno sensi: respirano e con la loro intelligenza mettono in atto strategie complesse per sopravvivere, crescere, prosperare e persino dialogare."
Il programma del mese è come sempre denso e ricco.. non ci resta che raccomandarvi di continuare a seguirci, tutti i sabato mattina dalle 11.30 alle 13, in diretta FM (102.9 & 105.2) o live streaming su Radio ARA, o quando volete comodamente in podcast.. STAY TUNED!!
Questa mattina vogliamo parlarvi di un musicista che apprezziamo e stimiamo da tre decenni, e che avremo presto il piacere di accogliere in trasmissione per presentare il suo nuovo album (more news to follow later).
Luca Madonia è stato negli anni ’80 una delle due voci dei Denovo (l'altra era Mario Venuti), band che ottenne notevoli riscontri con il suo pop di chiara matrice anglosassone. Dopo lo scioglimento del gruppo, ha avviato una carriera solista anch’essa di buon successo, che il prossimo 21 aprile lo porterà a pubblicare il suo nono album, con Viceversa Records.
Il tempo è dalla mia parte segna un notevole cambiamento rispetto al precedente disco, La monotonia dei giorni, che aveva realizzato con Carmen Consoli e che tendeva a sonorità analogiche, per lo più acustiche. In questo caso siamo invece in territori pop, con ampio uso di elettronica, seguendo “l'idea di poter riflettere con un sorriso sulle labbra, piuttosto che con le rughe sulla fronte.”
Il risultato è un lavoro molto vario e piacevole, che ruota intorno al concetto di tempo, nelle sue varie accezioni, e che ci fa ritrovare (in gran forma) il cantautore catanese, fra gli artisti di maggior garbo ed eleganza del panorama italiano. Oggi vi vogliamo presentare il video del primo singolo, che vi abbiamo già proposto in trasmissione (qui il podcast) e che dà un ottimo esempio del pop di qualità che offre questo disco: enjoy!!
Per quanto in generale non amiamo dedicare quelli che in gergo si chiamano coccodrilli a tutti gli artisti che ci lasciano, anche perché purtroppo ce ne sono fatalmente sempre di più, oggi non possiamo non rendere omaggio ad una leggenda della musica e del cinema, non solo italiano ma mondiale, scomparso due giorni fa.
Alessandro Alessandroni è passato alla storia come il fischio che ha accompagnato le musiche di Ennio Morricone per i film di Sergio Leone, ma è stato più in generale un compositore e multistrumentista di grandissimo valore, fra le varie cose uno dei primi suonatori di sitar in Italia. Ha composto più di 40 colonne sonore, partecipato ad innumerevoli registrazioni e collaborato fra gli altri anche con Nino Rota e Piero Umiliani (è sua ad esempio la voce nella celeberrima Mah na mah na), e negli ultimi anni anche con artisti più giovani come Baustelle e Guano Padano. Un enorme talento, ed un uomo molto riservato, che è voluto restare quasi sempre dietro le scene, ed infatti anche in rete non si trovano molte immagini o video. Ne abbiamo trovati due in particolare, una partecipazione ad un omaggio a Sergio Leone ed una bella intervista, che vi vogliamo proporre quest'oggi, per ricordare questo grandissimo artista.
Quest’oggi torniamo a parlare di un bel disco che vi abbiamo presentato in trasmissione un mese fa (qui il podcast).
Si intitola Everything could happen, ed è il terzo lavoro, secondo sulla lunga distanza, di un gruppo bresciano al femminile, Freaky Mermaids.
Una band nata nel 2006 dall’incontro di Ombretta Ghidini e Laura Mantovi, cui si è aggiunta in seguito Angela Scalvini, e che ha già realizzato un EP (Freaky Circus, 2008) ed un CD (Moonshine Once Betrayed Me, 2011) dal sapore antico e dai suoni acustici, fra folk e country.
Il successivo abbandono della Scalvini ha portato ad un ulteriore cambio di rotta, con l’ingresso nel trio di sirene di una musicista che ben conosciamo ed apprezziamo, Giorgia Poli degli Scisma. “Le ampie distese del country folk sono ormai lontane: ora riecheggiano chitarre elettriche, armonie dissonanti, strutture più elaborate, voci che cantano di vita e di morte, di lande desolate dove tutto può succedere e in cui l’unica certezza che rimane all’uomo è un cielo stellato sopra di sé.”
Questo nuovo lavoro è uscito il 1 marzo per Quasi Mono Records. “Ci troviamo in un momento difficile a livello mondiale, dove siamo ogni giorno in balìa di eventi incontrollabili e tutto ciò che un giorno ti sembra vero il giorno dopo non lo è più. L’importante è cercare di non fissare dentro di sé troppe certezze ma tenersi pronti: tutto ciò che vuoi controllare non va mai come vuoi tu, Everything could happen”.
Questa mattina siamo lieti di proporvi un bel video del trio dal vivo al Sofar Milano, Carrots not souls: enjoy!!
Come sapete, abbiamo periodicamente l'onore di scegliere e presentare il CD-tipp, disco della settimana di Radio ARA: da lunedì a venerdì, un brano al giorno, alle 18. Ci pare giusto annunciarvi che questa settimana è nuovamente il nostro turno, anche perché ci occuperemo del nuovo album di una band già stata in passato nelle nostre scalette, che vi presenteremo sabato con un'intervista.
Gli Ofeliadorme hanno esordito nel 2009 con Sometimes it’s better to wait, EP mixato e masterizzato da Francesco Donadello (Blonde Redhead, Dustin O’Halloran, Efterklang, Offlaga Disco Pax..) che ha consentito alla band di iniziare subito un’intensa attività live tra Italia e UK. Sono seguiti due album, All Harm Ends Here nel 2011 e due anni dopo Bloodroot, prodotto dalla band in collaborazione con Bruno Germano (Settlefish, Iosonouncane), e con la partecipazione di Angela Baraldi e Vittoria Burattini (Massimo Volume).
Due fattori hanno poi contribuito ad una forte evoluzione nel sound della band, che ha decisamente virato verso l’elettronica, come testimoniato dall’EP del 2014, The Tale.
In primo luogo l’uscita del bassista Gianluca Modica, che ha lasciato la formazione a tre: Michele Postpischl alla batteria e Tato Izzia ai synth, ad accompagnare la splendida voce di Francesca Bono.
In secondo luogo l’incontro con un grande produttore e musicista come Howie B (Bjork, Tricky, Casino Royale, U2), nato dal remix della loro Paranoid Park e sfociato nella proposta di registrare, produrre e pubblicare il loro terzo disco, per la sua neonata etichetta londinese HB Recordings.
Il risultato si intitola Secret Fires, è uscito il 17 marzo, ed è stato registrato e prodotto da Howie B con il sound engineer Joe Hirst (Four Tet, Jarvis Cocker, DJ Shadow) tra la campagna del Galles e Londra. “Un sound straniante e intenso a cavallo tra dream-wave, alt-rock, shoegaze ed elettronica; liriche minimali messe in risalto dalla voce sensuale e al contempo eterea di Francesca Bono. Otto brani dalle sonorità internazionali e dalle atmosfere avvolgenti, tra destrutturazione e gusto per la melodia. E' un album progettato per suonare come una voce che sussurra nell'orecchio dell'ascoltatore: Tutti gridano e noi non vogliamo gridare per essere ascoltati”.
Uno splendido lavoro, molto curato ed affascinante, che la band ha presentato nei giorni scorsi in un'occasione prestigiosa come il festival SXSW di Austin, Texas. Come dicevamo, avremo il piacere di accoglierli in trasmissione sabato, ma già prima di allora di presentare il disco come CD-tipp: non perdete l'occasione, da oggi a venerdì alle 18 (circa) su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link.
È ormai qualche anno che vi proponiamo interviste a musicisti tutte le settimane, per il sottoscritto conversare con ottimi musicisti sta diventando una piacevole abitudine, ed in alcuni casi è una particolare gioia ed emozione.
È stato ad esempio il caso nel dicembre 2014, quando abbiamo avuto l'onore di accogliere in trasmissione (qui il podcast) quello che per noi (e non solo) è uno dei padri del rock italiano, Eugenio Finardi. Il suo Fibrillante è stato uno dei migliori dischi italiani di quell'anno e, come vi avevamo raccontato all'epoca, era stato lui stesso ad inviarcelo personalmente, con grande cortesia, visto che faticavamo a reperirlo in tempi brevi. Lo scorso 28 ottobre è stato pubblicato uno splendido cofanetto, intitolato 40 anni di musica ribelle, contenente i suoi primi 5 album, realizzati dal '75 al '79, ed un libro di immagini e ricordi di quegli intensi anni. Un'iniziativa nata dall'emersione dagli archivi della Cramps, la storica etichetta che oltre a lui pubblicava fra gli altri gli Area, dei nastri dell'epoca, che sono stati restaurati e rimasterizzati, per dare nuova vita ad una serie di lavori che lasciarono un segno indelebile nella musica italiana, e che restano molto attuali, sia nelle musiche che nei testi. Quest'oggi vi proponiamo il recente passaggio di Eugenio ad RSI, per un lungo concerto con intervista in cui ha ripercorso in musica e parole quegli anni: enjoy!!
Come ormai è un'abitudine domenicale, anche oggi vi voglio proporre un concerto per intero, questa volta andando indietro nel tempo, per un'esibizione rimasta storica, che ha contribuito a far nascere la leggenda di una grande band.
Il prossimo 8 giugno saranno ben 25 anni dalla prima partecipazione dei Pearl Jam al Pinkpop, festival olandese nato negli anni '70 ed ancora oggi attivo. Una band ancora molto giovane (Eddie Vedder non aveva ancora 28 anni, Mike McCready e Stone Gossard 26), che aveva pubblicato l'anno prima il fulminante esordio, Ten, ottenendo attenzione e consensi a livello internazionale, in quell'ondata di musicisti proveniente da Seattle e dintorni che sarebbe stata etichettata grunge. Nell'estate del 1992 si trovarono ad attraversare l'Oceano per esibirsi appunto al Pinkpop, di fronte a quella che era la più grande folla cui si fossero ancora trovati davanti. Il risultato è un live-set di incredibile energia ed impatto, che li portò ancor più sulla bocca di tutti, e che è stato immortalato in sia in dvd che in vinile, usando come copertina la splendida foto di una delle molte acrobazie di un Vedder tarantolato, uno stage-diving da manuale, lanciandosi dal braccio di una telecamera. Ve lo propongo in questa prima domenica di primavera, sia per il calendario che per il clima, anche per compensare l'ora di sonno persa stanotte (avete messo avanti gli orologi?) con la loro energia: enjoy!!
Sono quasi le 11.30 di sabato mattina, pronti come ogni settimana a seguirci su nuovi Sentieri Sonori? Appuntamento speciale, questa settimana, quello con lo spazio mensile che ha debuttato a fine 2015, segnando il grande ritorno di Raf, che ha creato e condotto Sentieri Sonori per 12 anni, fino al 2010, quando si è (ri)trasferito per cinque anni nella sua Roma. Tornato a Lussemburgo, ha pensato ad un nuovo progetto da inserire nella grande "casa" della nostra trasmissione, coinvolgendo l'amico Jacopo: ecco nati i Radioracconti di Sentieri Sonori, che vanno in onda una volta al mese, riunendo canzoni, racconti ed ospiti intorno ad un tema.
I primi temi di questa stagione sono stati il vino, la fantascienza, i treni, i doni, la fotografia ed i fiumi.. curiosi di sapere cosa ci riserveranno stavolta?
Per scoprirlo, la raccomandazione è la solita: READY TO TUNE IN?!! 11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.
Come sapete, abbiamo periodicamente l'onore di scegliere e presentare il CD-tipp, disco della settimana di Radio ARA: da lunedì a venerdì, un brano al giorno, alle 18. Ci pare giusto annunciarvi che la prossima settimana sarà nuovamente il nostro turno, anche perché ci occuperemo del nuovo album di una band già stata in passato nelle nostre scalette, che vi presenteremo alla fine della settimana, sabato 1° aprile, con un'intervista.
Gli Ofeliadorme hanno esordito nel 2009 con Sometimes it’s better to wait, EP mixato e masterizzato da Francesco Donadello (Blonde Redhead, Dustin O’Halloran, Efterklang, Offlaga Disco Pax..) che ha consentito alla band di iniziare subito un’intensa attività live tra Italia e UK. Sono seguiti due album, All Harm Ends Here nel 2011 e due anni dopo Bloodroot, prodotto dalla band in collaborazione con Bruno Germano (Settlefish, Iosonouncane), e con la partecipazione di Angela Baraldi e Vittoria Burattini (Massimo Volume).
Due fattori hanno poi contribuito ad una forte evoluzione nel sound della band, che ha decisamente virato verso l’elettronica, come testimoniato dall’EP del 2014, The Tale.
In primo luogo l’uscita del bassista Gianluca Modica, che ha lasciato la formazione a tre: Michele Postpischl alla batteria e Tato Izzia ai synth, ad accompagnare la splendida voce di Francesca Bono.
In secondo luogo l’incontro con un grande produttore e musicista come Howie B (Bjork, Tricky, Casino Royale, U2), nato dal remix della loro Paranoid Park e sfociato nella proposta di registrare, produrre e pubblicare il loro terzo disco, per la sua neonata etichetta londinese HB Recordings.
Il risultato si intitola Secret Fires, è uscito il 17 marzo, ed è stato registrato e prodotto da Howie B con il sound engineer Joe Hirst (Four Tet, Jarvis Cocker, DJ Shadow) tra la campagna del Galles e Londra. “Un sound straniante e intenso a cavallo tra dream-wave, alt-rock, shoegaze ed elettronica; liriche minimali messe in risalto dalla voce sensuale e al contempo eterea di Francesca Bono. Otto brani dalle sonorità internazionali e dalle atmosfere avvolgenti, tra destrutturazione e gusto per la melodia. E' un album progettato per suonare come una voce che sussurra nell'orecchio dell'ascoltatore: Tutti gridano e noi non vogliamo gridare per essere ascoltati”.
Uno splendido lavoro, molto curato ed affascinante, che la band ha presentato nei giorni scorsi in un'occasione prestigiosa come il festival SXSW di Austin, Texas. Come dicevamo, avremo il piacere di accoglierli in trasmissione sabato prossimo, ma già prima di allora di presentare il disco come CD-tipp: non perdete l'occasione, da lunedì 27 a venerdì 31 marzo alle 18 (circa) su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link.
Questa mattina non voglio parlarvi di novità, ma anzi proporvi un tuffo nel passato, anche se in qualche modo legato al presente.. ma questa è un'altra storia, che vi inizieremo a raccontare la settimana prossima in trasmissione.
Oggi voglio tornare indietro al periodo fra la fine degli '80 e l'inizio dei '90: anni di profondi e storici cambiamenti, dalla caduta del muro di Berlino allo sfaldamento dell'Unione Sovietica. Periodo di profonda trasformazione anche per un gruppo che aveva scelto di chiamarsi proprio CCCP (Fedeli alla Linea), che nel 1989 accolse Gianni Maroccolo, Francesco Magnelli e Ringo De Palma, che avevano appena lasciato i Litfiba, seguiti anche dal loro fidato tecnico del suono, Giorgio Canali. Con questa line-up ad 8 elementi la band registrò Epica Etica Etnica Pathos, quello che fu il loro canto del cigno, ma anche il primo passo verso la nascita dei CSI, Consorzio Suonatori Indipendenti, che segnerà ulteriormente la storia del rock italiano. Un lavoro registrato tra aprile e giugno del 1990 a Villa Pirondini, una casa colonica settecentesca abbandonata nel reggiano, in cui l'intera band si stabilì. Il risultato è un doppio album quasi interamente registrato in presa diretta ed in analogico, dagli arrangiamenti ricchi e curati, e dai suoni caldi e ricchi di eco. Molte le perle, da Maciste contro tutti a Depressione Caspica, ma su tutte il brano che chiude il disco, e che fu purtroppo anche l'ultima registrazione di Ringo, vittima di un'overdose al rientro a casa. Si intitola Annarella, e per il sottoscritto è più di una grande canzone, è proprio una delle canzoni della mia vita. Oggi ve ne propongo il video, che include molte belle immagini delle session di registrazione: enjoy!!
La settimana sta come sempre volando via, si avvicina il weekend, e con esso il vostro appuntamento con Sentieri Sonori!!
Appuntamento speciale, però, questa settimana, quello con lo spazio mensile che ha debuttato a fine 2015, segnando il grande ritorno di Raf, che ha creato e condotto Sentieri Sonori per 12 anni, fino al 2010, quando si è (ri)trasferito per cinque anni nella sua Roma. Tornato a Lussemburgo, ha pensato ad un nuovo progetto da inserire nella grande "casa" della nostra trasmissione, coinvolgendo l'amico Jacopo: ecco nati i Radioracconti di Sentieri Sonori, che vanno in onda una volta al mese, riunendo canzoni, racconti ed ospiti intorno ad un tema.
I primi temi di questa stagione sono stati il vino, la fantascienza, i treni, i doni, la fotografia ed i fiumi.. curiosi di sapere cosa ci riserveranno stavolta?
Per scoprirlo, la raccomandazione è la solita: READY TO TUNE IN?!!
Sabato 25 marzo, 11.30/13, su Radio ARA, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming a questo link, podcast a seguire qui.
Come abbiamo fatto ieri, anche oggi vogliamo parlarvi di un artista che vi abbiamo presentato nella trasmissione di sabato (qui il podcast).
In questo caso ci occupiamo di Giuliano Vozella, giovane cantautore e chitarrista pugliese, ora di base a Milano. Lo scorso 10 marzo Playbrown Group ha pubblicato il suo terzo disco, intitolato Learn to live. Un lavoro interessante, "naturale evoluzione del sound in cui l’approccio acustico del primo lavoro e gli accenti jazz-swing del secondo, qui vengono declinati in una chiave folk-rock impreziosita dall’aggiunta di elettronica d’ambiente, chitarre elettriche, ritmiche jungle e parti corali." Se sabato vi abbiamo fatto ascoltare il brano di apertura, Just now, oggi vi vogliamo proporre il video del primo singolo, Over: enjoy!!