Apriamo la settimana parlando di un artista torinese che è stato più volte nelle nostre scalette negli ultimi anni, incluse le prime trasmissioni di questa nuova stagione, e che sarà nostro ospite sabato
Si fa chiamare Willie Peyote, all’anagrafe Guglielmo Bruno, e per definirlo ci piace citare ciò che scrive di sé sui profili social: “nichilista, torinese e disoccupato, perché dire cantautore fa subito Festa dell’Unità e dire rapper fa subito bimbominkia.”
Lo abbiamo scoperto per il suo ultimo album, Educazione sabauda, uscito nel novembre 2015, che proseguiva il discorso iniziato con Manuale del giovane nichilista e Non è il mio genere, il genere umano. Un lavoro che pareva in effetti collocarsi fra rap e cantautorato, che non si affidava molto alle basi sintetiche, ma era stato anzi quasi interamente arrangiato e suonato da musicisti in carne ed ossa a partire dai beat di Frank Sativa, Kavah e Dj Koma e che anche dal lato delle liriche non deludeva, con rime molto ricche e significative, condite spesso da una buona dose di sana e sottile ironia.
Va nella stessa direzione il nuovo capitolo di quella bella storia, che si intitola La sindrome di Tôret ed è uscito venerdì 6 ottobre. Uno splendido album, che conferma il suo grande talento, con "un sound e una forma lirica che vanno da Battisti a Bruno Martino, passando dal nuovo cantautorato pop e prendendo spunto dalla narrazione tipica della stand-up comedy e della satira: irriverente, ironico e mai convenzionale, si discosta dal diffuso stereotipo del rapper riuscendo a conquistare anche le platee più difficili." Oggi vi vogliamo presentare anche qui sul blog lo splendido primo singolo, che è anche un po' il manifesto del disco, Metti che domani: enjoy!!
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