La scorsa settimana è uscito il nuovo emozionante singolo di un artista che seguiamo ed apprezziamo, musicalmente come umanamente, fin dai suoi esordi da solista.
Parliamo di Diodato, che abbiamo intervistato una prima volta (qui il podcast) ormai dieci anni fa per il suo esordio, E forse sono pazzo, e poi ospitato nuovamente nel 2014 (qui il podcast) per A ritrovar bellezza, e sei anni fa per Cosa siamo diventati (qui il podcast). Il 2020 lo ha visto protagonista, con un nuovo splendido album intitolato Che vita meravigliosa (qui il podcast con la relativa intervista), che lo ha portato a vincere da un lato il Festival di Sanremo con Fai rumore, e dall'altro il David di Donatello ed il Nastro d'Argento con la title-track, arrivata anche ad un solo voto dalla Targa Tenco per il miglior singolo.
Il 24 marzo Carosello Records ha pubblicato il suo nuovo album, Così speciale: un lavoro di grande spessore e maturità, che lo conferma come uno degli artisti di punta della musica italiana di questi anni: la voce è come sappiamo straordinaria, emozionante e sempre al servizio delle canzoni, che sono vere perle di melodia, arrangiamenti di grande gusto (che riservano anche sorprese) e liriche toccanti.
Torniamo a parlare di lui perché la scorsa settimana ha pubblicato un nuovo singolo e video, che lasciamo presentare dalle sue parole: "È uscita La mia terra, canzone originale del film Palazzina LAF, opera prima di Michele Riondino, film bellissimo con lo stesso Michele, Elio Germano, Vanessa Scalera, Eva Cela, Anna Ferruzzo e altri bravissimi attori che troverete al cinema dal 30 novembre. È un brano che oltre a essere parte integrante del racconto filmico, è dedicato alla mia terra, ai suoi contrasti, alla sua gente, ai disastri che ci portiamo nel cuore, alla bellezza che resiste. Unisce la storia recente e presente (come quella raccontata da Michele) al mito della fondazione della città. Falanto, capo dei Parteni esiliati da Sparta, a detta dell’oracolo, troverà la sua terra quando vedrà piovere a ciel sereno. Dopo mille vicissitudini e difficoltà, giunge nel porto di Saturo dove esausto ed esasperato poggia il capo sulle gambe della moglie Etra, abbandonandosi alla disperazione. Etra commossa comincia a piangere bagnando con le sue lacrime il capo e il viso del marito.Quelle lacrime sono un’illuminazione e Falanto capisce di essere arrivato a casa. Etra, in greco, significa cielo sereno. In quelle lacrime a ciel sereno c’è un destino segnato, la mia terra ho trovato." Enjoy!!
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