Stiamo parlando di Filippo Gatti, che ci segue saprà che amiamo fin da quando era il frontman degli Elettrojoyce, e che da quindici anni è attivo sia come solista che come produttore artistico, tra gli altri, di musicisti come Bobo Rondelli e Riccardo Sinigallia.
Lo abbiamo ospitato per il suo ultimo disco, ormai cinque anni fa, e dopo tanta attesa è stato finalmente annunciato il suo nuovo album, che si intitolerà La testa ed il cuore e sarà pubblicato il 15 dicembre.
Un disco di grande spessore, costruito su una combinazione tra strutture di elettronica minimale e canzone acustica, risultato di un lavoro corale: con lui, i due produttori polistrumentisti, Matteo D’Incà e Francesco Gatti, il pianista e arrangiatore Fabio Marchiori, il violinista Steve Lunardi e la giovanissima cantautrice Virginia Tepatti, ai cori.
Per quanto concerne la parte lirica, "l'album è il diario di un viaggio immaginario, un racconto poetico, ispirato al racconto epico di Ulisse. Un percorso in cui la ricerca su se stessi e sui propri affetti si intreccia a riflessioni sulla cultura e sul tempo. Su chi decidiamo di essere e sul significato di fare musica oggi. Al termine del viaggio, la propria casa, con tutto quello che comporta: la capacità di riconoscere il valore delle persone , il “fare buona musica”, il desiderio di “stare meglio”, imparare ad ascoltare in silenzio."
Sabato vi abbiamo fatto ascoltare il primo singolo, Gli accordi di Leonardo, che Filippo presenta così: "il brano che apre il disco, realizzato con Matteo D’Incà, è stato per noi la porta dalla quale si sono generati tutti gli altri. In un momento buio, mi sono sentito travolto da un'energia capace di ridarmi la forza e il desiderio di rimettermi a lavorare. In senso produttivo, ho ricercato la massima intensità stringendo il tempo della canzone e usando la parte strumentale come una chiarificazione del testo. L’idea del videoclip nasce da una foto, dalla quale è stato tratto anche il dipinto usato come copertina dell’album. Il volto di una donna misteriosa con un occhio bendato. Un'immagine che racconta un'apertura e una chiusura al tempo stesso. Ho immaginato un gruppo di naufraghi che raggiunge una spiaggia nella quale la donna li sta aspettando. Per un motivo oscuro devono consegnarle un gioiello a forma di cuore. Da un paio di anni sono diventato amico di un regista e produttore che ha segnato in maniera fortissima la storia del videoclip, Jon Roseman. Quando questa forma di espressione stava nascendo, Roseman fu tra i pionieri che in modi sempre diversi ha realizzato video classici, sempre seguendo l’istinto, l’improvvisazione e quella specie di assurda ispirazione dell'artigiano, capace di individuare la soluzione nelle situazioni più difficili. Erano tempi in cui si giravano dieci video in una settimana e tutto era nuovo. E’ soltanto perché sapevo che l’avrei convinto a girare nuovamente un video, dopo quasi trent’anni, che ho pensato di realizzare questa storia, della quale ho immaginato un seguito, come una specie di sceneggiato anni '70. Il video è stato girato nella spiaggia del parco della Maremma. La costumista Valentina Taliani ha scelto i costumi Nori, utilizzati nel cinema classico italiano. E il collaboratore storico di Roseman, Marek Budzynski si è ispirato in particolare all’immagine del film “La strada” di Federico Fellini."
Oggi vi presentiamo questo splendido video, a quanto pare il primo episodio di una serie di clip sui brani e i temi del disco, diretto appunto da Jon Roseman, produttore e regista che ha lavorato con artisti del calibro di Eurythmics, David Bowie, Queen, Sex Pistols e Bob Dylan: enjoy!!
Un disco di grande spessore, costruito su una combinazione tra strutture di elettronica minimale e canzone acustica, risultato di un lavoro corale: con lui, i due produttori polistrumentisti, Matteo D’Incà e Francesco Gatti, il pianista e arrangiatore Fabio Marchiori, il violinista Steve Lunardi e la giovanissima cantautrice Virginia Tepatti, ai cori.
Per quanto concerne la parte lirica, "l'album è il diario di un viaggio immaginario, un racconto poetico, ispirato al racconto epico di Ulisse. Un percorso in cui la ricerca su se stessi e sui propri affetti si intreccia a riflessioni sulla cultura e sul tempo. Su chi decidiamo di essere e sul significato di fare musica oggi. Al termine del viaggio, la propria casa, con tutto quello che comporta: la capacità di riconoscere il valore delle persone , il “fare buona musica”, il desiderio di “stare meglio”, imparare ad ascoltare in silenzio."
Sabato vi abbiamo fatto ascoltare il primo singolo, Gli accordi di Leonardo, che Filippo presenta così: "il brano che apre il disco, realizzato con Matteo D’Incà, è stato per noi la porta dalla quale si sono generati tutti gli altri. In un momento buio, mi sono sentito travolto da un'energia capace di ridarmi la forza e il desiderio di rimettermi a lavorare. In senso produttivo, ho ricercato la massima intensità stringendo il tempo della canzone e usando la parte strumentale come una chiarificazione del testo. L’idea del videoclip nasce da una foto, dalla quale è stato tratto anche il dipinto usato come copertina dell’album. Il volto di una donna misteriosa con un occhio bendato. Un'immagine che racconta un'apertura e una chiusura al tempo stesso. Ho immaginato un gruppo di naufraghi che raggiunge una spiaggia nella quale la donna li sta aspettando. Per un motivo oscuro devono consegnarle un gioiello a forma di cuore. Da un paio di anni sono diventato amico di un regista e produttore che ha segnato in maniera fortissima la storia del videoclip, Jon Roseman. Quando questa forma di espressione stava nascendo, Roseman fu tra i pionieri che in modi sempre diversi ha realizzato video classici, sempre seguendo l’istinto, l’improvvisazione e quella specie di assurda ispirazione dell'artigiano, capace di individuare la soluzione nelle situazioni più difficili. Erano tempi in cui si giravano dieci video in una settimana e tutto era nuovo. E’ soltanto perché sapevo che l’avrei convinto a girare nuovamente un video, dopo quasi trent’anni, che ho pensato di realizzare questa storia, della quale ho immaginato un seguito, come una specie di sceneggiato anni '70. Il video è stato girato nella spiaggia del parco della Maremma. La costumista Valentina Taliani ha scelto i costumi Nori, utilizzati nel cinema classico italiano. E il collaboratore storico di Roseman, Marek Budzynski si è ispirato in particolare all’immagine del film “La strada” di Federico Fellini."
Oggi vi presentiamo questo splendido video, a quanto pare il primo episodio di una serie di clip sui brani e i temi del disco, diretto appunto da Jon Roseman, produttore e regista che ha lavorato con artisti del calibro di Eurythmics, David Bowie, Queen, Sex Pistols e Bob Dylan: enjoy!!
No comments:
Post a Comment