Friday, January 14, 2022

Toni Bruna, uscito il suo splendido secondo disco: Fogo nero

Questa mattina torniamo con gioia ad occuparci di quella che per noi è stata una delle più belle scoperte dell'ultimo decennio, un vero e proprio colpo di fulmine, prima artistico e poi anche umano.

Parliamo di Toni Bruna, che ormai dieci anni fa ci aveva conquistati con il suo fantastico disco di esordio, Formigole: un gioiello, che univa in maniera originale quanto naturale folk, jazz, echi di Sudamerica e tanto altro, con toccanti liriche in dialetto triestino. Ad inizio 2014 lo abbiamo portato a Lussemburgo, per un concerto di cui potete trovare qui un bel ricordo video. Era poi tornato nelle nostre scalette due anni fa, prima con il progetto Keope (qui il podcast della trasmissione in cui lo avevamo presentato), per regalarci finalmente un nuovo brano alla fine dell'anno.

Speravamo fosse l'anticipazione di un nuovo album in arrivo a breve, ma abbiamo dovuto aspettare ancora due anni, fino allo scorso 21 dicembre, quando è stato finalmente pubblicato Fogo nero. Un disco meraviglioso, che vogliamo lasciar presentare dalle parole del suo autore: "Xe un disco duro, de piera freda, ghe xe dentro tuti, i vivi e i morti, xe un disco suto, de inverno sul Carso, de caminar soli pel bosco per po rivar in un'osmica e rivai là, bever vin che macia i biceri. Xe canzoni spoiade, al più in zavate e co una flaida de gnente, xe canzoni che no vol far contento nissun, le sta là per conto suo e se le te piasi te le scolti e se no: quela xe la porta.Va oltre la mia volontà, anzi la volontà qua no centra proprio gnente. Le canzoni de sto disco le grata sula porta de casa de note e co te va a verzer no xe nissun. Alora meto insieme la porta, ghe lasso la stua impizada, un piato de manestra. Bisonia lassarle che le vadi e le veni come che le vol lore."

Lo ha registrato a casa, in presa diretta con poche sovraincisioni, suonando tutti gli strumenti (chitarre, lap steel, organo a pompa, pocket piano, armonica, melodica, piano e percussioni) assistito da Alessandro Giorgiutti, che ben conosciamo anche come cantautore, prima come Abba Zabba ora come Sesto. Una manciata di splendide canzoni, nude e crude, che "vengono a raccontarci di un mondo in trasformazione. Sono morti, come molto altri, i miei vecchi e con loro una cultura che non si può imparare dei libri. Se ne sono andati lasciando un vuoto e quel vuoto si riempie di nulla, un nulla fatto di case popolari, di periferie, di centri commerciali e gente persa col telefono in mano. Il così detto sviluppo tecnologico va talmente veloce che non riusciamo a tenerne il passo, non è umanamente possibile riuscire a starci dietro, se restiamo dentro a questo sistema ne siamo inevitabilmente schiavi."

Abbiamo ovviamente incluso il disco nelle Sentieri Sonori Picks 2021, come il precedente in quelle del 2011, e possiamo anticipare che la settimana prossima gli dedicheremo la maggior parte della trasmissione, ospitando Toni ed Elisa Russo, che con il fratello Ricky non ringrazieremo mai abbastanza per avercelo fatto scoprire.
Nell'attesa, oggi riproponiamo lo splendido cortometraggio realizzato due anni fa da Massimo Mucchiut per quella che poi è diventata la title-track del disco: enjoy!!

 

No comments:

Post a Comment