Parliamo in primo luogo di The Zen Circus, che sono stati con noi la prima volta nel 2016 per l'ottimo La terza guerra mondiale, che abbiamo presentato con un'intervista al batterista Karim Qqru (qui il podcast). Nel 2018 abbiamo invece accolto il bassista Ufo (qui il podcast), per parlare de Il fuoco in una stanza, che ha rappresentato un ulteriore passo in avanti nella costante crescita della band toscana. Li abbiamo poi ritrovati tre anni fa sul palco di Sanremo, con gioia: siamo sempre felici quando gli artisti che amiamo riescono ad arrivare ad un pubblico più ampio, senza per questo snaturare la propria musica. È sicuramente il caso degli Zen, che al Festival hanno festeggiato i propri (primi) venti anni di musica, celebrati anche con Vivi si muore 1999-2019, raccolta di 17 brani della loro storia, rimasterizzati per l'occasione, con due inediti. Il loro bellissimo ultimo album, L'ultima casa accogliente, è uscito il 13 novembre 2020 ed è stato l'occasione per dare il bentornato in trasmissione a Karim (qui il podcast).
Con loro, uno dei più grandi talenti emersi in Italia nell'ultimo decennio, Motta, che abbiamo intervistato nel marzo 2016 (qui il podcast) per l’esordio da solista, La fine dei vent'anni, ma che già conoscevamo ed avevamo ospitato nel 2012 come frontman dei Criminal Jokers (in cui militava il Maestro Pellegrini, ora con gli Zen). Il secondo album, Vivere o morire, è uscito nel 2018, rinnovando il successo del primo e mostrando un'ulteriore maturazione, e gli abbiamo dedicato un'intera puntata (qui il podcast) con la partecipazione dell'amica Barbara Santi di Rumore. Nel 2019 è stato anche lui in gara a Sanremo, e nell'aprile dell'anno scorso ha pubblicato suo nuovo disco, Semplice: un altro ottimo lavoro, che vede la partecipazione di musicisti come il percussionista brasiliano Mauro Refosco ed il bassista Bobby Wooten (entrambi già al lavoro con David Byrne, fra gli altri), e che il suo autore ha definito "rock con il violoncello", per l'importante ruolo svolto dagli archi curati da Carmine Iuvone.
Sono come detto legati da una fraterna amicizia da vent'anni, ma non avevano mai realizzato una canzone insieme, dalla scrittura alla produzione. Lo scorso 13 aprile hanno pubblicato questo splendido e lunghissimo singolo, un "manifesto di amicizia, di stima, di affetto ed emozioni, snocciolato in 12 minuti di brano, in cui la ricchezza dei suoni e la delicatezza delle parole provano a racchiudere una vita di esperienze e sogni condivisi." Si intitola Caro fottutissimo amico ed invitiamo chi si forse perso la trasmissione di sabato scorso (qui il podcast) a scoprirlo: enjoy!!
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