Friday, October 23, 2015

Nuovo progetto per Emidio Clementi, con Marco Caldera: Sorge!!

Non abbiamo certo bisogno di spiegarvi l’amore ed il rispetto che abbiamo per Emidio Clementi, in primo luogo per il suo incredibile percorso con i Massimo Volume, ma non solo. 
La prima volta che lo abbiamo invitato a suonare a Lussemburgo, nel giugno 2007 per la prima edizione delle Panoplie Italian Nights, era per presentarci L'ultimo Dio, reading dedicato ad Emanuel Carnevali con le basi di Massimo Carozzi, mentre l’ultima volta che lo abbiamo ospitato in trasmissione, ad aprile (podcast disponibile a questo link), abbiamo parlato del suo nuovo spettacolo e disco legato allo stesso Carnevali, Notturno Americano, stavolta in compagnia di Corrado Nuccini ed Emanuele Reverberi dei Giardini di Mirò.

Abbiamo quindi accolto con grande curiosità il recentissimo annuncio di un suo nuovo progetto di musica elettronica, voce e pianoforte.
Sorge è un duo con Marco Caldera, da tempo tecnico del suono dei Massimo Volume (e non solo), ed anche co-produttore artistico del loro ultimo Aspettando i Barbari.

Seguiremo curiosi, e non mancheremo di tenervi al corrente del
l'evolversi del progetto, la cui genesi ed ispirazione è raccontata così dallo stesso Clementi:
Qualche tempo fa ho ricevuto in regalo il vecchio piano verticale che ingombrava il soggiorno della nonna di mia moglie. L’ho fatto restaurare, l’ho piazzato in studio e per più di un anno sono rimasto a guardarlo, senza osare metterci le mani sopra. Quando finalmente ho iniziato a prendere lezioni, Bruno, il mio giovane insegnante, s’è stupito di quanta soggezione avessi dello strumento, non mi spingevo mai oltre la corretta esecuzione di un esercizio. “Cosa te ne importa di sbagliare? Osa, metti le dita dove non dovresti metterle. Sei o no un musicista?”.
Quelle parole sono state il mio piccolo satori. Di colpo ho preso a considerare il piano per quello che è, una possibilità espressiva. Ho cominciato allora a registrare semplici linee melodiche e a girarle a Marco, il quale si è impegnato ad arricchirle, a dargli una struttura, un ritmo, creando un paesaggio su cui poi sono nati i testi.
E’ stato in quel periodo che, leggendo una vecchia rivista di storia, mi sono imbattuto in Richard Sorge, la spia sovietica impiccata dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Più che la scaltrezza e il coraggio, di Sorge mi ha colpito la capacità quasi sovrumana di interpretare fino alla morte il ruolo a lui più odioso, quello del nemico nazista.
I pezzi scritti non parlano di lui, ma è come se si muovessero nell’ombra tracciata dalla sua vicenda umana, in quella faglia tra ciò che si è e ciò che la vita ci conduce a essere. Emidio


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