Venendo agli ospiti, daremo innanzitutto il bentornato all'amico Ricky Russo, che ci porterà come sempre in giro per New York City, come fa con i suoi walking tour NY Groove, in questo caso parlandoci in particolare di una bella mostra su The Ramones e rendendo omaggio ad Ace Frehley.
L'intervista della settimana ci permetterà di dare il bentornato una band che amiamo molto ed abbiamo più volte ospitato, sia in collegamento che fisicamente, portandoli a suonare a Lussemburgo.
Parliamo dei Julie's Haircut, che abbiamo fatto passare dalle nostra parti l'ultima volta ormai più di 10 anni fa, nel gennaio 2015, per il loro affascinante Ashram Equinox, che è stato seguito nel febbraio 2017 da Invocation And Ritual Dance Of My Demon Twin, uscito per la celebre etichetta inglese Rocket Recordings, che siamo stati felici ed onorati di presentarvi in anteprima con una nuova bella intervista. L'anno successivo siamo tornati a parlare di loro per l'uscita di Music from The Last Command, la loro sonorizzazione del film del 1928 di Josef Von Sternberg, mentre quello che ad oggi è loro ultimo album, In the silence electric, è stato pubblicato il 4 ottobre 2019, sempre da Rocket, e lo abbiamo presentato con una nuova intervista. Nel settembre 2021 hanno pubblicato Follow Fluxus, testimonianza di un loro lavoro del 2012 con Philip Corner, seguito due anni fa da un nuovo EP, Plaster Mask, e l'anno scorso da un singolo che celebrava i loro 30 anni, Skull Flower.
A fine settembre è finalmente arrivato l'annuncio del loro nuovo album: Radiance Opposition è stato pubblicato ieri, 28 novembre, da Superlove e Weird Beard e può essere ordinato a questo link. Il lavoro segna l'ingresso nella band della vocalist Anna Bassy (già nostra ospite da solista) al fianco della classica lineup composta da Nicola Caleffi, Luca Giovanardi, Andrea Rovacchi, Andrea Scarfone e Ulisse Tramalloni, e "propone un viaggio musicale sospeso tra psichedelia, elettronica e poliritmi, in un sincretismo capace di coniugare elementi apparentemente lontani e inconciliabili: una ideale unione tra gli opposti evocata anche dal titolo, che trae ispirazione dall'I Ching, il testo sapienziale della tradizione cinese."
Il risultato è l'ennesimo ottimo album di una band che non cessa di evolvere, che saremo lieti di presentare dando il bentornato a Nicola Caleffi.
La raccomandazione è la solita: READY TO TUNE IN?! Stamattina, 11.30/13, su Radio ARA, 87.8, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming e podcast a questo link.
Il nostro Mixtape della settimana scorsa (qui il podcast) si è aperto con la cover di The Passenger di Iggy Pop fatta da una band che abbiamo avuto il piacere di ospitare un anno e mezzo fa (qui il podcast). Cogliamo l'occasione per dedicare loro la nostra rubrica del venerdì, con cui usciamo dall'incessante flusso delle nuove uscite per proporvi un disco da (ri)scoprire insieme nel weekend che sta per iniziare.
Gli Estra nascono nel 1991 a Treviso dall'incontro fra Giulio "Estremo" Casale (voce), Abe Salvadori (chitarra), Eddy Bassan (basso) e Nicola "Accio" Ghedin (batteria) e si fanno conoscere con due demo autoprodotte nei due anni successivi e con un'intensa attività live. Sono gli anni della grande esplosione della scena rock italiana, nella quale trovano un ruolo da protagonista con quattro ottimi album fra il 1996 ed il 2001, seguiti nel 2003 da un doppio dal vivo. Dopo una lunga pausa, si riuniscono per pochi concerti fra 2014 e 2015, per poi ritrovarsi altre due volte sul palco nel 2017 e nel 2020.L'anno scorso è arrivato il lieto annuncio della loro intenzione di tornare in studio, che ha trovato subito grande sostegno in una campagna di crowdfunding che ha raccolto in breve tempo più di trentamila euro, a testimonianza del legame ancora molto forte con il loro pubblico. Li ha affiancati alla produzione un altro artista cui siamo molto legati, Giovanni Ferrario, che abbiamo ospitato più volte, in trasmissione e dal vivo, e che aveva anche pubblicato un album con Pocket Heaven, l'etichetta legata alla nostra associazione Panoplie.
Gli anni Venti è uscito ufficialmente il 17 maggio 2024, e ci fa ritrovare la splendida voce e le profonde liriche di Giulio, le chitarre di Abe, armoniose e dissonanti, e la rocciosa sezione ritmica di Eddy e Accio. Una reunion ispirata ed emozionante, che si giova di ospiti come Marco Paolini e Pierpaolo Capovilla (voci recitanti), Giovanni Ferrario e Marco Olivotto. "Nell’immagine di copertina, una bambina armata di martello si appresta ad abbattere un muro. Oltre si intravvede un cielo rosso sangue che simboleggia il disastro civile, culturale e ambientale in cui siamo intrappolati. È il simbolo di un mondo che può reagire ma deve affrontare senza esitare le sfide epocali di questi anni venti, che sono lo specchio degli anni venti del secolo passato: vigilia di devastazioni che hanno riscritto la storia occidentale e non solo. Per bocca della misteriosa Signora Jones che introduce il lavoro, si attraversano temi come la fluidità di genere, lo spettro di un passato che incautamente consideriamo risolto, i meandri della psiche e dei sentimenti più nascosti, passando per (vani?) tentativi di fuga, nuotando in mezzo a migranti che non possiamo ignorare. Il viaggio termina davanti a un’umanità in fila per sopravvivere, tra le proteste dei più piccoli e la presa di coscienza che potremmo essere gli ultimi esemplari della specie umana."
Un lavoro di spessore, che vi invitiamo a (ri)scoprire in questo weekend di fine novembre: enjoy!!
Venendo agli ospiti, daremo innanzitutto il bentornato all'amico Ricky Russo, che ci porterà come sempre in giro per New York City, come fa con i suoi walking tour NY Groove, in questo caso parlandoci in particolare di una bella mostra su The Ramones e rendendo omaggio ad Ace Frehley.
L'intervista della settimana ci permetterà di dare il bentornato una band che amiamo molto ed abbiamo più volte ospitato, sia in collegamento che fisicamente, portandoli a suonare a Lussemburgo.
Parliamo dei Julie's Haircut, che abbiamo fatto passare dalle nostra parti l'ultima volta ormai più di 10 anni fa, nel gennaio 2015, per il loro affascinante Ashram Equinox, che è stato seguito nel febbraio 2017 da Invocation And Ritual Dance Of My Demon Twin, uscito per la celebre etichetta inglese Rocket Recordings, che siamo stati felici ed onorati di presentarvi in anteprima con una nuova bella intervista. L'anno successivo siamo tornati a parlare di loro per l'uscita di Music from The Last Command, la loro sonorizzazione del film del 1928 di Josef Von Sternberg, mentre quello che ad oggi è loro ultimo album, In the silence electric, è stato pubblicato il 4 ottobre 2019, sempre da Rocket, e lo abbiamo presentato con una nuova intervista. Nel settembre 2021 hanno pubblicato Follow Fluxus, testimonianza di un loro lavoro del 2012 con Philip Corner, seguito due anni fa da un nuovo EP, Plaster Mask, e l'anno scorso da un singolo che celebrava i loro 30 anni, Skull Flower.
A fine settembre è finalmente arrivato l'annuncio del loro nuovo album: Radiance Opposition sarà pubblicato domani, 28 novembre, da Superlove e Weird Beard e può essere ordinato a questo link. Il lavoro segna l'ingresso nella band della vocalist Anna Bassy (già nostra ospite da solista) al fianco della classica lineup composta da Nicola Caleffi, Luca Giovanardi, Andrea Rovacchi, Andrea Scarfone e Ulisse Tramalloni, e "propone un viaggio musicale sospeso tra psichedelia, elettronica e poliritmi, in un sincretismo capace di coniugare elementi apparentemente lontani e inconciliabili: una ideale unione tra gli opposti evocata anche dal titolo, che trae ispirazione dall'I Ching, il testo sapienziale della tradizione cinese."
Il risultato è l'ennesimo ottimo album di una band che non cessa di evolvere, che saremo lieti di presentare dando il bentornato a Nicola Caleffi.
La raccomandazione è la solita: READY TO TUNE IN?! Sabato 29 novembre, 11.30/13, su Radio ARA, 87.8, 102.9 & 105.2 in FM a Lussemburgo, live streaming e podcast a questo link.
Tre settimane fa ho avuto la fortuna di assistere a quello che è stato molto più di un concerto, un evento unico, che il suo stesso protagonista ha definito irripetibile.
Protagonista un artista dalla storia lunga e variegata, che mi pare giusto riassumere brevemente, soprattutto per i più giovani fra i nostri ascoltatori e lettori. Giovanni Pellino nasce a Scafati (Salerno) nel 1967, ma a otto anni si trasferisce con la famiglia a Bologna, dove cresce. I suoi inizi nella musica sono come batterista hardcore, fra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90, che lo vedono fra l'altro militare nei grandi Negazione, con cui va in tour negli USA e registra il seminale 100% (1990). A seguire, con il nome di un giocatore paraguaiano della Cremonese, Gustavo Neffa, entra nella nascente scena hip-hop da protagonista, prima con l'Isola Posse All Stars, poi creando con Deda e Dj Gruff i Sangue Misto, il cui SXM (1994) è considerato unanimemente una delle colonne portanti del rap italiano. Pubblica poi due splendidi album da solista, Neffa & I Messaggeri della Dopa (1996) e 107 Elementi (1998), fino all'EP Chicopisco (2000), che lo vede iniziare a prendere altre strade. Nel 2001 il successo del singolo La mia signorina apre la sua "nuova carriera" da cantante, spingendolo a regalare una serie di basi recuperate da un hard disk ad un giovane rapper, Fabri Fibra, che ne fa il suo esordio da solista, Turbe giovanili (2002). Da allora, confesso di aver seguito con meno entusiasmo il suo percorso fra pop, funky e soul, sempre di grande qualità ma meno nelle mie corde.
Lo abbiamo ritrovato con piacere come ospite nei dischi di Deda (House Party) e Fabri Fibra (Caos), entrambi inclusi nelle Sentieri Sonori Picks 2022, e l'anno scorso è arrivato un suo nuovo singolo, Foglie morte, che lo vede tornare a rappare, proprio in compagnia di Fibra, come a voler chiudere un cerchio aperto più di vent'anni fa.
Il suo nuovo album si intitola Canerandagio ed è uscito in due parti, la prima il 18 aprile e la seconda il 28 agosto. Un lavoro caratterizzato da produzioni molto varie, e da una lunghissima lista di ospiti, artisti di diverse estrazioni e generazioni, che vogliamo citare in ordine di apparizione: Noyz Narcos, Franco126, Guè & Joshua, Izi, Fabri Fibra & Myss Keta, Frah Quintale, Joan Thiele & Gemitaiz, Lucariello & Ste, Ele A & Francesca Michielin, Jake La Furia, Nayt, Coez, Kaos, J-Ax, Mahmood e Salmo.
L’impossibilità di portare in tour un disco con così tanti ospiti lo ha spinto a scegliere di organizzare un’unica data, non a caso battezzata Universo Neffa. Con lui sul palco, il fido compagno di avventure DJ Double S, da trent'anni sulle scene anche con Fabri Fibra e tanti altri, ed una band di sette elementi, inclusi due artisti che ben conosciamo, Patrick Benifei (Bluebeaters, Casino Royale) alle tastiere, ed ai cori con Tahnee Rodriguez. La scaletta ha dato ovviamente grande spazio al nuovo disco, con la partecipazione di tutti gli ospiti tranne Noyz Narcos e Salmo, ma è anche andata a toccare i precedenti vent’anni "da cantante", e confesso che mi ha portato a riascoltare e riscoprire una serie di dischi che all’epoca avevo un po’ sottovalutato, nostalgico del Neffa rapper. Non sono mancati anche i tuffi negli anni '90, come una splendida Carcere a vita con Kaos, Stare al mondo (ad essere precisi, uscita nel 2000) con Al Castellana, due brani dei Sangue Misto, Cani sciolti e Lo straniero, e soprattutto un finale particolarmente emozionante. Ha infatti chiamato sul palco Deda, ringraziandolo di avergli regalato la base di quella che è una delle canzoni più importanti della mia vita, Aspettando il sole, con cui ha concluso il concerto al fianco di Giuliano Palma, per quella che pare sia stata la prima volta che eseguivano il pezzo insieme in concerto.
Un pubblico vario quanto in completa comunione non credo dimenticherà facilmente quello che come dicevo è stato più di un concerto, la giusta celebrazione di più di trent’anni di storia della musica italiana, percorsa seguendo l’unica stella polare della sua ispirazione, in assoluta libertà, senza esitare a cambiare radicalmente strada, più volte, a costo di spiazzare pubblico ed addetti ai lavori. Respect!!!
(foto e video, che spero non verrà rimosso, del sottoscritto)
Qualche settimana fa avevamo diffuso l'annuncio dell'uscita dai Verdena di Roberta Sammarelli, che a seguire ha svelato il nuovo interessante progetto che la coinvolge.
Sotto il curioso nome Si! Boom! Voilà! si sono riuniti cinque musicisti che, "dopo anni di palchi, dischi e collaborazioni diverse, sentono l’urgenza di ricominciare da un suono crudo, diretto, umano. Un progetto nato senza premeditazione, in una sala di registrazione, come un esperimento spontaneo che ha preso vita da sé — un gesto collettivo che diventa musica." Il basso è come detto quello di Roberta Sammarelli, che dopo tre decenni con i Verdena avevamo già trovato impegnata con Motta ed in altri progetti, come la sonorizzazione di Metropolis di Fritz Lang con Xabier Iriondo, Corrado Nuccini e Karim Qqru. La sezione ritmica è completata da Giulia Formica, batterista e performer che ha collaborato con Baustelle, Chiello, Colombre e Selton, "muovendosi tra ritmo, improvvisazione e ricerca visiva. La sua batteria è gesto, presenza, dialogo: un centro propulsivo che unisce corpo e suono." Con loro, Davide Lasala, chitarrista, produttore e fondatore dell'Edac Studio, dove sono nati dischi nazionali e internazionali (tra gli altri, Gorillaz, Fatoumata Diawara, Nic Cester), autore e musicista di numerosi progetti indipendenti. L'altra chitarra è quella di Giulio Ragno Favero, produttore e multistrumentista "noto per la sua ricerca sonora radicale, colonna portante de Il Teatro degli Orrori e One Dimensional Man, e sound designer e compositore in ambito teatrale". La voce, infine, è quella di Michelangelo Mercuri (N.A.I.P.), acronimo di Nessun Artista In Particolare, "una delle personalità più libere e riconoscibili della scena musicale. Musicista, performer e produttore, fonde voce, elettronica e loop station in un linguaggio che abbatte i confini tra canzone, performance e sperimentazione."
Una line-up che ha dato vita ad un "collettivo noise-punk in cui esperienza e istinto convivono, dove ogni suono nasce dall’altro, ogni strumento diventa voce, ogni gesto genera un dialogo. La loro musica non cerca la perfezione, ma il momento vero, quello in cui il suono si scopre vivo, imperfetto, irripetibile." Il loro disco di esordio, omonimo, sarà pubblicato il 16 gennaio 2025 da Woodworm (qui il pre-order), e sarà seguito da un tour nei nei club delle principali città italiane. Oggi ve ne proponiamo la prima anticipazione, Pinocchio, è uscita il 14 novembre: "Un brano noise-punk che pulsa a ritmo accelerato, come un corpo che si risveglia, raccontando l’istante in cui la materia prende forma e si scopre viva. Quell’energia originaria ora si traduce in presenza: sul palco diventa movimento, dialogo, materia che vibra tra corpi e frequenze, fragile e feroce come ogni cosa viva." Enjoy!!
Apriamo la settimana dando il benvenuto, ed un grosso in bocca al lupo, a Killer Groove Records, neonata "etichetta discografica indipendente ed editrice musicale, specializzata nelle sonorità afroamericane che vanno dal soul e dal funk ai ritmi giamaicani del rock steady, early reggae e dello ska. Tra contaminazioni afrobeat, jazz, r&b e atmosfere cinematiche, Killer Groove Records celebra l’eredità del groove, rinnovandola con stile e visione contemporanea." Dobbiamo dire che l'inizio è dei più promettenti, con un singolo esplosivo che vogliamo lasciar presentare dalle parole del comunicato.
"Killer Groove Records è orgogliosa di presentare Cacopoulos, il singolo di debutto del trio funk cinematico Atabasca. Un viaggio sincopato, dove funk, psichedelia e tensione cinematica si fondono in una narrazione senza tempo, sospesa tra ritmo e visione. Cacopoulos segna la nascita del mondo sonoro di Atabasca: primo estratto dall’omonimo album d’esordio, in uscita nella primavera 2026 in formato LP (edizione limitata), CD e digitale. Il singolo, oltre alla versione digitale, sarà disponibile anche su formato vinile 45 giri in edizione limitata (300 copie), fuori il prossimo 23 Gennaio 2026. L’ ascoltatore, con questa traccia, viene immediatamente trasportato in uno scenario arido e polveroso, sorretto da un battito primitivo di tamburi e dal tema acido di una chitarra che richiama le atmosfere dei grandi western all’italiana. Una cavalcata impetuosa e visionaria che unisce la fisicità del suono strumentale all’immaginario evocativo della library music e delle colonne sonore d’autore. Cacopoulos è infatti un omaggio a I Quattro dell’Ave Maria e al leggendario Eli Wallach, l’astuto bandito che con l’inganno ottiene la sua vendetta. Una citazione sottile ma potente, che lega l’universo sonoro del trio a un immaginario carico di visioni oniriche, polvere e redenzione.
Il brano è stato registrato in studio in presa diretta, preservando pienamente la naturalezza dei suoni e l’atmosfera della sessione. La produzione artistica è stata curata dal trio insieme ad Andrea Fabrizii (digger, musicista, produttore e catalogue curator per Cam Sugar) mentre il mastering è stato affidato a Riccardo Ricci presso il Velvet Room Mastering Studio di Brighton. Come il deserto che cresce in mezzo alle foreste sempreverdi dell'estremo nord del pianeta, un ambiente unico, alieno, di rottura. Questa è la visione alla base del progetto Atabasca che vede coinvolti Luca Mongia (chitarre, lap steel, tastiere, voci), Paolo Mazziotti (basso, tastiere, voci) e Valerio Pompei (batteria, percussioni, voci). Attivi individualmente da oltre vent’anni tra scena nazionale e internazionale, i tre musicisti si ritrovano nel 2023 per dare vita a un progetto che unisce esperienza, sperimentazione e libertà creativa. Musica immaginifica, a tratti onirica, in cui il concetto classico di trio strumentale si fonde con il mondo delle colonne sonore e sound design. Il loro viaggio sonoro attraversa territori jazz-funk, world e cinematici, intrecciando suggestioni afrobeat, desertiche e psichedeliche in un linguaggio personale e senza tempo. Ogni brano è una scena, ogni suono un frammento di mondo: un viaggio tra realtà e immaginazione in cui groove, texture e timbri organici si fondono in un ecosistema sonoro unico, in un equilibrio perennemente instabile in grado di generare nuovi paesaggi interiori."
Vi invitiamo a tuffarci un questo coinvolgente mondo sonoro con il bel video che accompagna il brano, diretto ed editato da Marco Mazzone: enjoy!!
Non avete ascoltato la trasmissione di ieri, settima puntata della nostra ventinovesima stagione e Sentieri Sonori Mixtape #21, speciale cover, o forse volete riascoltarla?