Questo pomeriggio torniamo con piacere a parlare di un'artista che abbiamo presentato poco più di un anno fa, con colpevole ritardo, per il secondo album.
Si fa chiamare Dagger Moth, all’anagrafe Sara Ardizzoni, e l’abbiamo scoperta intervistando Cesare Basile, che ce la presentò come chitarrista dei Caminanti, il gruppo che lo accompagna in tour. Ferrarese, "trasversale chitarrista (per scelta) e cantante (per caso)", dopo aver militato in una serie di band ha dato via nel 2012 a questo progetto solista, "una specie di one-woman-band, con chitarra elettrica, voce ed elettronica, che miscela loop, noise e melodia in bilico fra caos e struttura". Il primo disco, omonimo, è uscito l'anno seguente, e vedeva la partecipazione di alcuni ospiti di valore, fra cui Giorgio Canali e Joe Lally (Fugazi). Il suo secondo album si intitola Silk around the marrow, è stato pubblicato nell'aprile del 2016 ed è stato inserito nei 60 Noteworthy Guitar Albums of the past 50 years dalla prestigiosa rivista Guitar Player. Un lavoro molto affascinante, notturno come il nickname, per il quale si è avvalsa della collaborazione di Antonio Gramentieri, e del cameo di un grande nome della musica mondiale, Marc Ribot, di cui vi abbiamo parlato di recente (qui il post).
Si fa chiamare Dagger Moth, all’anagrafe Sara Ardizzoni, e l’abbiamo scoperta intervistando Cesare Basile, che ce la presentò come chitarrista dei Caminanti, il gruppo che lo accompagna in tour. Ferrarese, "trasversale chitarrista (per scelta) e cantante (per caso)", dopo aver militato in una serie di band ha dato via nel 2012 a questo progetto solista, "una specie di one-woman-band, con chitarra elettrica, voce ed elettronica, che miscela loop, noise e melodia in bilico fra caos e struttura". Il primo disco, omonimo, è uscito l'anno seguente, e vedeva la partecipazione di alcuni ospiti di valore, fra cui Giorgio Canali e Joe Lally (Fugazi). Il suo secondo album si intitola Silk around the marrow, è stato pubblicato nell'aprile del 2016 ed è stato inserito nei 60 Noteworthy Guitar Albums of the past 50 years dalla prestigiosa rivista Guitar Player. Un lavoro molto affascinante, notturno come il nickname, per il quale si è avvalsa della collaborazione di Antonio Gramentieri, e del cameo di un grande nome della musica mondiale, Marc Ribot, di cui vi abbiamo parlato di recente (qui il post).
Quest'oggi vi presentiamo un bel brano che ha pubblicato nei giorni scorsi, una cover particolare della celeberrima The sound of silence, realizzata come omaggio per l'ultimo show di Paul Simon. "Una versione nata quasi per gioco, all’insegna della psichedelia/noise che caratterizza la sua calligrafia, che ha progettato assieme all’amico batterista Max Corradi, riuscendo a coinvolgere il chitarrista newyorkese Michael Esther e la bassista Debbie Googe (My Bloody Valentine, Primal Scream, Thurston Moore). Il risultato è un magma luccicante e mesmerico capace di rispettare e rilanciare il senso dell’originale nel momento stesso in cui lo trasfigura." Enjoy!!
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