Wednesday, March 27, 2024

I Hate My Village, nuovo singolo e video: Water Tanks

La prima intervista del 2019 di Sentieri Sonori era stata dedicata all'anteprima del debutto di un nuovo progetto, formato però da musicisti molto ben noti dalle nostre parti, di cui torniamo ad occuparci oggi.

Si chiama I hate my village, ed è il risultato dell'unione fra la batteria di Fabio Rondanini (Calibro 35) e la chitarra di Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), cui si sono aggiunti Alberto Ferrari (Verdena) e Marco Fasolo (Jennifer Gentle). Una collaborazione nata dalla loro comune passione per la musica africana, nata sui palchi accompagnando maestri quali Bombino e Rokia Traoré. Il primo frutto era stato il singolo che aveva lanciato l'uscita del secondo disco da solista del chitarrista romano, che ci aveva anche parlato di queste loro affinità elettiva nell'intervista che ci aveva concesso all'uscita del disco. A partire da là, "jam dopo jam prendono forma 9 incredibili tracce in cui melodie e ritmi dalla Madre Africa si fondono con timbriche occidentali, ottenendo una miscela di straordinario effetto." Uno splendido progetto, ed un disco molto bello e coinvolgente, pubblicato il 18 gennaio 2019 da La Tempesta International, che come detto siamo stati fieri di potervi presentare in anteprima.

Dopo un EP uscito nell'agosto del 2021, Gibbone, lo scorso 21 marzo hanno pubblicato con Locomotiv Records Water Tanks, la prima anticipazione del loro nuovo album, in arrivo in primavera. L'highlife, genere musicale ghanese dal sapore jazzato, ha dato lo spunto iniziale per questo brano che, racconta Adriano, "ci è arrivato addosso, un po’ come piace fare al futuro. Durante una jam pseudoafrobeat squinternata e insolita, tra una data e l’altra del nostro primo tour, abbiamo registrato la composizione su nastro e nel tempo l’abbiamo conclusa in digitale. È una musica leggermente ottimista e allucinata, in degrado inarrestabile."
Oggi ve ne presentiamo il video, "ideato e girato da Donato Sansone, regista e animatore riconosciuto e apprezzato a livello nazionale e internazionale. Lavorato in un unico piano sequenza, senza narrazione né intenti concettuali, il video è un viaggio visivo psichedelico in cui la camera attraversa la band in un gioco di compenetrazioni, attraversamenti spaziali e forme surreali, in un loop macchinoso che ben rappresenta l’incontenibile disordine della band che, come un formicaio, non è la somma di più persone ma è essa stessa l’unico essere vivente, che non muore mai." Enjoy!!


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