Monday, March 25, 2024

La Crus, uscito il nuovo disco: Proteggimi da ciò che voglio

Apriamo la settimana tornando a parlare di una delle più belle notizie degli ultimi mesi, ovvero il ritorno di un gruppo cui siamo fortemente legati.

Chi ci segue sa bene quanto profondamente amiamo i La Crus, band seminale di quell'epoca d'oro della "nuova" musica italiana che sono stati gli anni '90. Autori di sei album i studio fra il '95 ed il 2005, più un live nel 2008, erano apparsi insieme per l'ultima volta sul palco del Festival di Sanremo del 2011.
Da allora, abbiamo continuato a seguire con grande interesse i tanti nuovi progetti dei membri della band, avendo il piacere di ospitare a più riprese Cesare Malfatti, Mauro Ermanno Giovanardi ed Alex Cremonesi per i loro nuovi lavori, sempre di grande valore.

Alla fine dello scorso anno è arrivato come dicevamo l'annuncio che erano tornati a lavorare insieme, e fra ottobre e gennaio hanno pubblicato le rivisitazioni di due loro storiche canzoni: Io confesso, con la partecipazione di Carmen Consoli, e Come ogni volta, impreziosita dal featuring di altri due artisti a noi cari, ovvero Colapesce e Dimartino. Entrambi i brani sono stati prodotti dalla band con Matteo Cantaluppi, come tutto l'album, uscito venerdì scorso ed intitolato Proteggimi da ciò che voglio, ispirandosi ad un’opera dell’artista statunitense Jenny Holzer. Otto brani inediti completano un'opera molto varia e di grande spessore, che sfugge a qualsiasi rischio di "operazione nostalgia" e si giova anche di altri due ospiti: Slavoj Zizek, illuminato filosofo, sociologo e politologo sloveno, e Vasco Brondi, che ha pure lui pubblicato venerdì scorso il suo nuovo disco, di cui parleremo presto.

Un album di grande spessore anche dal punto di vista lirico, che raccontano così:
"Nel disco ci sono alcune tematiche ricorrenti come quella del tempo, quella del lavoro, quello dell'angoscia e dello smarrimento sempre più diffusi. Il tutto è permeato dalla percezione di una libertà che è illusoria perché è il modo in cui il dominio neoliberista ci assegna lo status di imprenditori di noi stessi, che ci rende di fatto degli schiavi isolati dagli altri, senza nemmeno più un padrone contro cui poterci ribellare. Un dominio che ci spinge a desiderare cose da cui invece dovremmo proteggerci. La sfida ambiziosa nella stesura dei testi è stata quella di far convivere due elementi che possono sembrare in contraddizione. Avere uno sguardo politico e al tempo stesso poetico. Pericoloso ma intrigante, cercando di sfuggire dalla retorica populista con un approccio interiore e profondo. Cercando di evitare sempre e comunque la declamazione dritta per dritta, urlata dentro ad un megafono. Usando sempre e comunque la parola sussurrata, in punta di penna. Coi doppi sensi e le metafore. Ed è per questo che fra di noi, abbiamo ironicamente coniato un nuovo termine che descrive questo lavoro: Canzoni "Polietiche". Politiche, poetiche e soprattutto etiche. Sperando che chi ci ha seguiti fin dai primi lavori, e in questi lunghi anni di assenza ci ha continuato ad ascoltare, insieme ad un nuovo e ipotetico pubblico, possa condividere questa visione, questa crescita e consapevolezza, che possa apprezzare e continuare ad emozionarsi, perché queste nuove canzoni, sono il frutto di lunghe riflessioni e di un sincero amore per la musica. Non sappiamo fare altrimenti. Entrate a guardarvi dentro e intorno insieme a noi."

Possiamo già dirvi che non mancheremo di presentare questo bellissimo lavoro dando il bentornato in trasmissione a Joe, Cesare ed Alex, ma per una volta cercheremo di incontrarli di persona, in uno dei miei prossimi passaggi a Milano. Nell'attesa, vi invitiamo a tuffarvi in questa nuovo magnifico capitolo di una delle più belle storie degli ultimi decenni di musica italiana: enjoy!!


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