Friday, March 11, 2016

In onda domattina, Radioracconti di frontiera









"Non c’è viaggio senza che si attraversino frontiere – politiche, linguistiche, sociali, culturali, psicologiche, anche quelle invisibili che separano un quartiere da un altro nella stessa città, quelle tra le persone, quelle tortuose che nei nostri inferi sbarrano la strada a noi stessi. Oltrepassare frontiere; anche amarle – in quanto definiscono una realtà, un’individualità, le danno forma, salvandola così dall’indistinto – ma senza idolatrarle, senza farne idoli che esigono sacrifici di sangue."
 (Claudio Magris)


"La frontiera è un termometro del mondo. Chi accetta viaggi pericolosissimi in condizioni inumane, attraversando i confini che si frappongono lungo il suo sentiero, non lo fa perché votato al rischio o alla morte, ma perché scappa da condizioni ancora peggiori.  O perché sulla sua pelle è stato edificato un mondo che gli appare inalterabile."

(Alessandro Leogrande)



Sabato 12 marzo i Radioracconti di Sentieri Sonori, giunti ormai alla quinta puntata,  saranno racconti "di frontiera". Proveremo a descrivere – con la musica, con alcune letture – quali  sensazioni si provano ogni volta che si oltrepassa un confine.

La scelta del tema non è dovuta solo alla coincidenza – certo significativa – con il 33° "Festival des migrations des cultures et de la citoyenneté", in programma a Lussemburgo dall'11 al 13 marzo – ma è legata anche alla natura stessa della nostra Radio Ara, da sempre una radio di frontiera. Una radio che trasmette in un paese in cui non si dista mai più di 20 minuti di macchina o di treno da una frontiera, un'emittente ascoltata anche da molti dei 160.000 pendolari transfrontalieri che varcano ogni giorno i confini lussemburghesi;  una radio che punta, con la sua diversità linguistica e musicale, a solcare e oltrepassare le frontiere. Ne sappiamo qualcosa noi di Sentieri Sonori, che da quasi 20 anni cerchiamo con successo di "contrabbandare"  nell'etere nordeuropeo una merce sconosciuta ai più come la musica italiana "non melodica".


Qui, nell'ultimo bastione del sogno europeo quasi infranto ormai, di Schengen, varcare una frontiera appare ancora (per poco?) un gesto  semplice, naturale, inconsapevole. Si varca il confine per lavorare, per mangiare una pizza, per acquistare un pigiama o per bere una birra. Non era così 50 o anche 25 anni fa, tra dogane e sbarre.  Per non parlare di prima ancora.

Oggi non è certo il caso di chi oltrepassa frontiere a noi vicine  rischiando e troppo spesso perdendo la vita per fuggire da situazioni di vita ben diverse. Ce ne parlerà al telefono Alessandro Leogrande, giornalista e scrittore, vicedirettore del mensile Lo Straniero, conduttore radiofonico a Radio Tre, che ha recentemente pubblicato un libro reportage sull'immigrazione e le sue cause, intitolato "La Frontiera" (Feltrinelli editore). La frontiera che ci descrive Leogrande nel suo libro non è una  linea tracciata sul terreno o su una mappa navale, ma un'area fluida, definita solo dalla somma di migliaia di esperienze individuali, quelle di chi scappa da mondo "al di là". Non si può descrivere il significato di questa frontiera per chi cerca di varcarla: si può  solo raccontare. Ed è quello che fa Leogrande. Vi invitiamo dunque, dopo l'ascolto, a leggere il libro, perché nello spazio di una trasmissione riusciremo solo ad evocare, non a spiegare.

"C’è una linea immaginaria eppure realissima, una ferita non chiusa, un luogo di tutti e di nessuno di cui ognuno, invisibilmente, è parte: è la frontiera che separa e insieme unisce il Nord del mondo, democratico, liberale e civilizzato, e il Sud, povero, morso dalla guerra, arretrato e antidemocratico. È sul margine di questa frontiera che si gioca il Grande gioco del mondo contemporaneo”.
 

E poi c'è l'altra frontiera del nostro immaginario, anzi il mito della Frontiera, quello americano, quello che da sempre fornisce materiale - un materiale fatto di sogni -  a uno sterminato catalogo cinematografico e musicale: sarà questo catalogo a fornirci il nostro tappeto musicale, insieme ad altre suggestive narrazioni musicali europee e africane. Musica per sognare, perché la Frontiera, quella di Mark Twain, Melville, Steinbeck, Kerouac, è in fondo una fiaba. Una fiaba spesso fatta di  violenza, di conquista, ma pur sempre fiaba.


Se il tempo basterà, ci saranno anche altre letture, a evocare altre frontiere, frontiere casalinghe, da Trieste a Pola, dal Lario a Lugano, storie di esuli e di contrabbandieri.


Seguiteci, ascoltateci. Sabato 12 marzo alle 11.30 su Radio Ara 102,9 FM a Lussemburgo e oltrefrontiera, o ovunque nel mondo, senza confini, qui


E non dimenticate il nostro canale youtube, dove troverete questo bellissimo film, ed altri  contributi video sul tema  della frontiera: 

La frontiera, di Franco Giraldi, film completo


Siamo anche su Twitter, attendiamo i vostri tweet in diretta sabato mattina:
@sentierisonori

 

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